Capitolo 12

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Oramai erano passati quasi tre mesi da quando Charlie aveva lasciato il paese senza dire niente a nessuno.
Nessuno, nemmeno Robert o Andrew, sapevano dove fosse andato.

Aveva lasciato ad entrambi dei messaggi sulla segreteria dicendo di aver bisogno di tempo e che quando si sarebbe sentito pronto, sarebbe tornato e avrebbe ripreso la sua vita di tutti i giorni.

Anche a Dylan aveva lasciato un messaggio sulla segreteria che non faceva altro che ascoltare e riascoltare in continuazione..
Ormai quello era il suo unico modo di sentire la voce di Charlie.

Anche quella mattina in ufficio.. Aveva appena finito di sentire il messaggio.

"Mi dispiace Dylan.. Avrei preferito dirtelo di persona. Ti ho aspettato. Ti ho aspettato davvero tanto, ma tu non sei mai ritornato.. Non riesco più a continuare così.. Io ti-.... Manderò qualcuno a prendere e liberare casa tua dal resto delle mie cose"

Era questo che diceva nel messaggio.. Charlie avrebbe voluto dire di amarlo ma non ci riusciva.

Dylan era assorto nei suoi pensieri. Pensieri di cui Charlie era il solo protagonista.
Si ridestò solamente quando qualcuno bussò alla sua porta.

Era la segretaria che gli portava dei documenti da firmare.

Così Dylan capì di dover tornare a lavoro. Aveva impiegato così tanto tempo ed energie per far funzionare l'azienda sotto il suo controllo che non poteva permettersi di farla fallire.. Specialmente ora che si era reso conto di aver sacrificato la persona più importante per lui.

Era chiuso nel suo ufficio ormai da ore.. Si alzò dalla scrivania con dei fogli in mano che portò alla sua segretaria.. Ma lei non era al suo posto

"Jane?"

"Sig. Monroe.. Sono qui"

Dylan seguì la voce e la vide vicino ad un altra scrivania insieme ad altre persone tra cui David che aveva delle buste e tanti caffè in mano.

"Dylan"

"David"

David si guardò intorno spaesato. Da quando i due si erano lasciati quel giorno, non sapeva come comportarsi. Li aveva visti mettersi insieme. Aveva visto la loro storia d'amore nascere così spontaneamente e dolcemente.. Non avrebbe mai potuto immaginare che sarebbe finita così.

"Non sapevo che questo fosse il tuo ufficio"

"In realtà è la mia azienda.. Tutto il palazzo mi appartiene"

"Ah.."

David era in difficoltà. Notò le leggere occhiaie di Dylan. La sua perdita di peso e l'aria di uno che tenta di mascherare i propri sentimenti, fallendo, dato la leggera barba non fatta e i capelli leggermente in disordine, di uno che non ha più voglia di fare nulla.

Si chiese se la mancanza di Charlie ne fosse la causa.

"Come stai?" gli chiese allora. Dylan gli guardò alle spalle dove stavano ancora i suoi dipendenti che lo guardarono tristemente. Anche loro avevano notato il suo cambiamento.. E come avrebbero potuto non farlo? Sapevano quanto Charlie era importante per il loro capo e quanto la loro separazione lo avesse segnato.

Abbassò lo sguardo. Non voleva creare ulteriori pettegolezzi così lo invitò ad entrare nel suo ufficio dove avrebbero potuto parlare tranquillamente.

"Allora come te la passi?"

"Cerco di tirare avanti, sai.."

Dylan finse un sorriso perché stava mentendo. Era distrutto. Sentiva la mancanza di Charlie. Sentiva che gli mancava un pezzo e si dava dell'idiota per essere riuscito a distruggere l'unica cosa buona che aveva nella vita.

"Sai.. Ricordo ancora quando ci provavi con lui. Eravate esilaranti" sorrise David ricordando gli eventi degli anni precedenti.

"Mi ha fatto sudare" sorrise anche Dylan

"Però sapevo che alla fine avrebbe ceduto"

Dylan lo guardò confuso.

"Lui aveva paura. Non aveva mai avuto una relazione, non aveva mai permesso a nessuno di entrare nella sua vita.. Ma tu eri diverso. Non so come spiegarlo bene, ma tu hai fatto in modo che lui ti aprisse il suo cuore senza che lui se ne rendesse conto. Ogni volta che venivi e ci provavi o facevi qualche battuta idiota e lui ti mandava via, continuava a guardare la porta dal quale eri uscito e poi sorrideva ripensando a ciò che dicevi o facevi"

"Non lo sapevo" una lacrime scese dagli occhi di Dylan che lui prontamente asciugò.

"Sai.. Sotto molti aspetti tu e lui siete uguali. Nessuno dei due ama mostrare le proprie emozioni, specialmente la sofferenza ed entrambi non vi aspettavate di innamorarvi l'uno dell'altro. Tu hai iniziato a provarci perché eri rimasto colpito da lui e lui si è innamorato senza nemmeno saperlo. Due idioti"

A Dylan uscì un sorriso che sembrò molto uno sbuffo.

"Sai.. Il detto capisci davvero quanto è importante qualcosa solo nel momento in cui l'hai persa, è vero. È maledettamente vero"

"Tu lo ami vero?"

"Più di qualsiasi altra cosa al mondo.. Ma non sono riuscito a dimostrarglielo nell'ultimo periodo e l'ho ferito. Non sono stato un bravo fidanzato vero?"

"No.. Non lo sei stato.."

Dylan si voltò per non far vedere a David le lacrime che i suoi occhi stavano versando.

"Vorrei poter parlare con lui. Vorrei poterlo vedere. Vorrei stringerlo di nuovo a me. Vorrei almeno potermi scusare come si deve per tutto ciò che ho fatto.. Ma non so dove sia. Ho provato a cercarlo ma-"

La voce di Dylan venne interrotta dal pianto. Aveva capito di aver sbagliato ma non aveva la possibilità di chiedere scusa. L'aveva avuta in passato.. Varie volte, ma ha sempre rimandato continuando a ripetere a se stesso che era solo un brutto periodo e che tutto si sarebbe sistemato una volta passato.

Era stato stupido. Aveva dato per scontata la cosa più preziosa che aveva. Il loro amore.. E ora ne pagava le conseguenze.

David guardava il pianto di Dylan e una strana sensazione in lui iniziava a farsi sentire. Lui aveva fatto da testimone a quell'amore così puro e sincero che era sbocciato nei loro cuori e ne era felice. Li aveva conosciuti quando ancora erano giovani e stavano iniziando a sperimentare le difficoltà della vita. Era affianco a loro quando hanno detto al mondo di amarsi ed era felice ogni anno di assistere ai loro festeggiamenti per l'anniversario in quel posto che per loro ha cambiato tutto.

Dylan non lo sapeva ma David custodiva un grande segreto. Un segreto che qualcuno gli aveva fatto promettere di non dire a nessuno e che lui era d'accordo a mantenere vista la situazione. Un segreto che in quel momento, vedendo e sentendo i sentimenti di Dylan, stava iniziando a pesare sulla sua coscienza.
Iniziava a mettere in dubbio quella promessa.

"I-Io ora devo andare.." disse di corsa uscendo dall'ufficio. Aveva bisogno di pensare. Aveva bisogno di chiarirsi le idee. Aveva bisogno di capire se ciò che il suo istinto gli diceva di fare, fosse davvero la cosa giusta.

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