Capitolo 14

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Continuava a fare avanti e indietro davanti all'entrata.
Era ormai più di mezz'ora che si trovava lì, non sapendo cosa fare.
Quando aveva ricevuto il messaggio, voleva davvero fare come gli era stato chiesto..dopotutto aveva fatto una promessa.
Ma quando il pacco era arrivato e lo aveva preso in mano leggendo chiaramente il luogo dal quale era stato mandato, lui iniziò di nuovo ad avere dubbi. Era davvero la cosa giusta quella?

Capiva le motivazioni che avevano spinto Charlie a prendere quella decisione ma capiva anche come si sentisse Dylan.

Pensava che prendendo quel pacco e dirigendosi verso l'ufficio di Dylan lo avrebbe portato ad una decisione ma ora che si trovava lì, David era in difficoltà.

Era giusto che fosse lui a prendere quella decisione? Insomma, non si stava intromettendo in una relazione che non lo riguardava? Eppure era stato Charlie a coinvolgerlo nel momento in cui gli aveva chiesto aiuto..
David era davvero in difficoltà.. A forza di pensare gli era venuto mal di testa.

Poi come un lampo, gli tornò in mente l'immagine di Dylan e le sue parole. Voleva solo la possibilità di scusarsi e far sapere a Charlie che non aveva mai smesso di amarlo. Era disposto a farlo nonostante sapesse che c'era un alta possibilità di non essere perdonato. Voleva solo che la persona per lui più importante, sapesse cosa provasse.
Quello fu il pensiero che finalmente gli fece prendere una decisione.

Sapeva che probabilmente Charlie, dopo quello che stava per fare, non avrebbe perdonato nemmeno lui ma David sapeva che questa era la cosa giusta. Pensava che Charlie meritasse di sapere. Anzi, lui doveva sapere cosa pensasse davvero Dylan.

Così dopo aver deciso, fece un respiro profondo e attraversò le porte di quell'edificio.

Era nervoso.. Era agitato.. Ma ormai aveva deciso.
Si diresse verso la scrivania della segretaria sperando che Dylan fosse nel suo ufficio e che lei lo lasciasse passare.

"Salve, posso aiutarla?" disse la segretaria prima ancora di guardare e riconoscere la persona davanti a lui

"Oh sig David. Posso aiutarla?"

"Ehm.. Si. Io vorrei parlare con il sig. Monroe."

La segretaria controllò sull'agenda

"Non ha un appuntamento"

"No. Non ce l'ho. È una cosa personale. Se potrebbe solo dire a Dylan che sono qui.."

"Mi dispiace ma senza appuntamento non la posso far passare. Il sig. Monroe ha un'agenda molto fitta-"

"Per favore. È importante"

La segretaria cambiò sguardo quando vide quello serio di David.
Era intenzionata a non farlo passare, a mandarlo via. Ma riusciva a capire dall'atteggiamento dell'uomo di fronte a lei, che era davvero una questione importante e seria.
Infondo si ricordava di lui. Era il proprietario del cafè e lo aveva visto parlare amichevolmente con il suo capo entrambe le volte. Così cambiò idea e decise di aiutare quell'uomo.

"Un attimo solo"

Si alzò dalla scrivania e si avvicinò alla porta dell'ufficio del suo capo. Bussò e subito dopo entrò.

"Sig. Monroe.. Fuori c'è il proprietario di quel cafè. Dice che ha una cosa di cui parlare con lei. Dice che è una cosa importante. Insiste sul vederla"

"David?"

Dylan era confuso ma anche curioso. Era rimasto stranito dall'atteggiamento di David di quel giorno e quel pensiero lo aveva accompagnato anche nei giorni precedenti. Sapeva che tipo di persona fosse David. Non era qualcuno che sarebbe andato nell'ufficio di qualcun altro così senza preavviso e senza un motivo valido così decise di farlo entrare e fare finalmente chiarezza su quella situazione.

"Fallo entrare"

"Si signore"

David ora che la segretaria gli aveva detto di poter entrare, era ancora più nervoso. Sentiva il suo cuore battere velocemente e aveva paura della reazione di Dylan nello scoprire che lui avesse sempre saputo dove fosse Charlie.

"David.. Prego accomodati"

Dylan gli fece segno di sedersi ma lui era troppo agitato e decise anche di saltare inutili convenevoli. Aveva qualcosa da dire e non sarebbe uscito di lì fino a quando non lo avrebbe fatto.

Strinse il piccolo pacco tra le mani e fece un respiro profondo.

"Io ho fatto una promessa a qualcuno ma l'altro giorno ho iniziato ad avere dubbi se questa fosse davvero la cosa giusta da fare"

Dylan era confuso. Non capiva cosa cercasse di dire David. Cosa c'entrava lui con quella promessa?

"Io non riesco a seguirti.. Cosa c'entra questo con me?"

"Lui è venuto da me quel giorno. Mi ha chiesto aiuto. Fino a quel giorno in cui abbiamo parlato, pensavo che mantenere il segreto per lui fosse la cosa giusta ma dopo aver parlato con te non ne sono più così sicuro"

"Cosa stai cercando di dire?"

Dylan aveva più o meno intuito cosa volesse dire David ma non voleva farsi false speranze, voleva prima essere sicuro al 100%. Voleva che fosse lui a confermare ciò che in cuor suo stava già iniziando a sperare.

"Quando abbiamo parlato l'altro giorno ho capito che tu lo ami e lui ama te. Non spetta a me decidere queste cose ma se un giorno io dovessi commettere lo stesso errore e mia moglie sparisse, vorrei che qualcuno mi dicesse dove trovarla per scusarmi e fare tutto quello che posso per chiedere il suo perdono. Solo così riuscirei a perdonare me stesso.."

"David.. Ti prego"

Dylan era impaziente. Aveva il cuore che batteva all'impazzata e le lacrime che ormai minacciavano di uscire da un momento all'altro. Voleva solo sentire quelle parole e indirettamente chiese a David di dirglielo.
"Per favore, dimmi che non sto sbagliando a pensare ciò che sto pensando" questo gli chiedeva con gli occhi.

David comprese la sua tacita richiesta e posò il pacco contenente il libro di Charlie sulla sua scrivania.

"Qualche giorno fa mi ha mandato un messaggio. A causa delle forti pioggie nei scorsi giorni, è saltata la connessione e mi ha chiesto il favore di dare questo al suo editore, ovviamente cancellando il luogo del mittente." disse indicando e stringendo tra le mani quella busta. "Lui ha finito il libro Dylan.. Charlie ha finito il libro.. E credo che dovresti leggerlo"

"Lui.. Dov'è? Charlie dov'è?"

Chiese un ormai in lacrime Dylan

David sorrise comprensivo indicando l'indirizzo dal quale era stato spedito.

"Quindi.. Tu lo sapevi? Lo hai sempre saputo?"

David annuì e a Dylan scesero altre lacrime.

"Perché-"

Dylan non riuscì a continuare perché interrotto dal pianto ma David capì

"Tu cosa faresti se una persona che conosci da tanto tempo, bussa alla tua porta distrutto e in lacrime trascinandosi dietro una valigia?"

"Sapevo che lui ti amava ma gli hai spezzato il cuore e aveva bisogno di andare via e curare le sue ferite Dylan.. Così come tu avevi bisogno di renderti conto dello stronzo che sei stato con lui.
So che vuoi scusarti e chiedere il suo perdono. So che sei sincero e che lo ami.. Lo leggo nei tuoi occhi. Ecco perché oggi sono qui. Ecco perché sto infrangendo la promessa che ho fatto a Charlie.. Perché sono convinto che questa sia la cosa giusta da fare. Quindi va da lui e mettiti in ginocchio implorando il suo perdono e per favore.. Non spezzargli più il cuore in questo modo. Non farmi pentire di questa possibilità che ti sto dando"

Altre lacrime scesero dagli occhi di Dylan che ora erano cambiati. Il suo sguardo era diverso. Non era più perso e vuoto.. Ora aveva uno scopo. Aveva scoperto dove fosse Charlie e non avrebbe perso nemmeno un secondo per correre da lui a riprendersi il suo uomo.

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