Mi svegliai il mattino successivo perché sentivo qualcosa di bagnato e freddo sul viso.
Aprì gli occhi e vidi subito le facce delle mie due nipotine che mi fissavano. Misi una mano sul viso e sentì un panno bagnato. Voltai il viso dall'altro lato e vidi Robert con la stessa espressione delle figlie mentre mi guardava. Mi venne da ridere perché erano uguali.
"Che succede?" se la scena all'inizio era stata divertente, ora ero solo confuso.
"Hai la febbre e le bambine ti stanno curando" mi rispose Robert.
Ora capivo il perché del panno bagnato e freddo."Sto bene" dissi tentando di alzarmi ma iniziai a sentire tutti gli effetti della febbre. Avevo dolori ovunque e sembrava come se le forze avessero abbandonato il mio corpo.
"Forza!! È ora di andare a scuola" entrò Margareth a richiamare Mary e Clare.
"Noo!! Oggi ci dobbiamo prendere cura dello zio. Vogliamo rimanere a casa!!"
Nelle mie condizioni avevo fatto preoccupare anche delle bambine. Mi dovevo solo vergognare di me stesso per non essere in grado di prendermi cura dei miei sentimenti e della mia vita.
"Sto bene, tranquille. Tanto devo anche andare a lavoro" mentì
"Ma poi torni da noi? E viene anche lo zio Dylan?"
Sentì una fitta al petto. Abbassai lo sguardo e risposi semplicemente "No lo zio Dylan non verrà" e probabilmente non lo avrebbe più fatto ma non ero pronto ancora a dirgli una cosa del genere, specialmente perché nemmeno io ancora sapevo cosa stesse succedendo.
Robert doveva aver capito la situazione e disse alle bambine di sbrigarsi ad andare a scuola. Mi diedero dei baci sulla guancia e dopo avermi salutato con quelle manine adorabili, se ne andarono.
"Mi dispiace" dissi appena furono uscite dalla porta "non avrebbero dovuto assistere a tutto questo. Non dovrebbero vedere in che condizioni è lo zio. Non dovrebbero essere loro a prendersi cura di me. Scusa Robert" dissi con gli occhi lucidi.
"Chiedono sempre di te. Vogliono parlare con te. Giocare con te. Ti adorano Charlie e sapere che lo zio sta male per loro è una sofferenza ma lo sarebbe ancora di più se tu non gli permettessi di amarti in questo modo e di torturati ogni volta che vieni qui e passi del tempo con loro. Loro stanno bene, vogliono solo vederti felice. Vogliono solo rivedere il sorriso dello zio. È più o meno quello che vogliamo tutti" mi scompigliò i capelli con la mano e si alzò.
"Posso rimanere qui qualche giorno?" chiesi con le lacrime agli occhi. Aveva capito che era successo qualcosa con Dylan ma aveva capito anche che non ero pronto a parlarne. Avevo prima bisogno di sfogarmi. Di piangere e leccare le mie ferite.
"Tutto il tempo di cui hai bisogno. Sappi solo che poi però sarà difficile per te andare via dato che le bambine ti incateneranno nella loro camera per impedirtelo. Per loro sarà come natale tutti i giorni!! Scherzi? Lo zio che vive qui per un pò di giorni?? Saranno entusiaste"
"Grazie" mi scesero ancora alcune lacrime che portai via e continuai a guardare mio fratello negli occhi.
"Dylan lo sa che sei qui?"
Annuì.
"Ok.. Io vado a lavoro. Ti ho uscito delle compresse per la febbre e per il mal di testa. Se hai bisogno di qualcosa chiama me o Margareth"
Annuì di nuovo.
"Se vuoi dormire comodo, c'è la stanza degli ospiti o uno dei letti delle bambine."
"No.. Mi piace qui.. È confortevole" dissi guardando la tenda fatta di lenzuola e le piccole lucine che le bambine avevano aggiunto per decorarla.
"Ok.. Ho anche uscito delle coperte in caso avessi freddo"
"Robert... Sto bene. Va a lavoro"
"È che non mi piace lasciarti qui da solo in queste condizioni"
"Ormai sono abituato a stare da solo" dissi tristemente abbassando lo sguardo.
"Charlie.."
"Va o farai tardi" finsi un sorriso e mi sdraiai di lato dandogli le spalle. Lo sentì sospirare.
"Ok.. Avrò sempre il telefono vicino. Chiamami per qualsiasi cosa.."
"Robert?"
"Mh?"
"Potresti chiudere le tende?" avevo paura di guardarlo e vedere il suo sguardo. Ero sicuro che in quel momento mi guardasse con pietà. Sapeva che stavo soffrendo e vedermi così deve essere stato difficile anche per lui.
Quando Robert se ne andò, non riuscì a prendere sonno ma rimasi sotto le coperte con gli occhi chiusi.
Tutto ciò a cui pensavo erano gli anni passati con Dylan.. Tutti i momenti insieme a lui. Tutti gli abbracci e i baci. Tutti i "ti amo" sussurrati nelle orecchie. Le nostre passeggiate mano nella mano. Gli scherzi idioti di Dylan e le sue battute che facevano ridere solo lui. Tutte le notti passate insieme svegli quando uno dei due non stava bene. Tutte le carezze quando non riuscivo a scrivere qualcosa di decente. Tutte le lacrime asciugate quando per lui la situazione era difficile a lavoro o io avevo qualche crisi con la scrittura e le scadenze.
Era quella la nostra vita.
Ripenso a tutti quei momenti e sorrido. Mi mancano e mi manca lui.
Sento delle braccia che mi stringono e il suo profumo.. Sorrido e sono felice ma ad un tratto sento di nuovo freddo e un vuoto dietro di me.. Apro gli occhi ed era un sogno.
Ho freddo e sono tutto sudato. Evidentemente la febbre era salita e devo essermi addormentato.
Rivoglio la mia vita. Rivoglio il vecchio Dylan che ancora mi amava. Che cosa ci è successo?
Ricomincio a piangere e mi copro fino a sopra la testa con le coperte e mi riaddormento piangendo.Ad un tratto sento di nuovo qualcosa di freddo in testa.
"Dylan" riesco solo a dire questo.. Non ho nemmeno le forze di aprire gli occhi.
"Shh va tutto bene" so che non è la sua voce. È la voce di Margareth e quelle che mi accarezzano la testa sono le sue mani delicate.. Eppure tutto ciò che riesco a dire è sempre e solo "Dylan".
"Sono preoccupata Robert"
"Anche io"
"Forse dovresti chiamarlo"
"Mi ucciderebbe e lo sai"
"È in questo stato da due giorni. Fino a prova contraria è ancora il suo fidanzato e se non lo chiami tu, lo chiamo io prima di prendere tuo fratello e portarlo in ospedale"
"Calmati ok? Ha solo bisogno di riprendersi. Quando ne avrà le forze, lo chiamerà lui."
"Ma Robert-"
"Amore.. Fidati di Charlie.. Non è così debole come sembra. Ha il cuore spezzato e deve uscirne da solo. Chiamare Dylan in questo momento, quando non sappiamo nemmeno il perché si sia presentato qui fradicio e distrutto e perché sia in questo stato, fidati che non è una buona idea. Peggioreremo solo le cose."
"Odio vederlo così e anche le bambine iniziano a preoccuparsi seriamente"
"Lo so.. Andrà tutto bene"
In quel momento mi scese una lacrima. Non avevo le forze per aprire gli occhi ma ero sveglio. Sentivo tutto ciò che dicevano e mi sentì fortunato. Fortunato di avere una famiglia che mi amasse e che si preoccupasse per me. Che anche senza fare domande, mi stava vicino e mi dava del tempo per riprendermi. Che credeva in me.
In quel momento capì.. Amavo Dylan e questo non sarebbe mai cambiato ma prima di tutto dovevo amare me stesso e continuare così non era il modo giusto per farlo.

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Let Go..
Roman pour AdolescentsFar funzionare una relazione per tanti anni, non è semplice. Ma riuscire a capire quando questa relazione è arrivata alla sua fine, lo è ancora di meno. Sara davvero la fine per Dylan e Charlie?