Capitolo 16

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Quel giorno Charlie alzò lo sguardo al cielo e fu sorpreso. Pioveva da così tanti giorni che pensava non avrebbe più rivisto il sole o provato quel calore sulla pelle.
Era davvero una bella giornata.
Dopo aver bevuto il suo caffè in veranda, si mise il giubbotto e si diresse verso le stalle.
Da quando era lì aveva imparato a prendersi cura degli animali. Jack e Carla gli avevano insegnato come fare.

Per lui era una cosa nuova, a malapena aveva avuto un gatto in casa. Mentre ora aveva a che fare con cavalli, vacche e pecore. Ma ne era felice.
Aveva passato la mattinata ad aiutare Jack e ora si stava rilassando un pò vicino al recinto dove stavano i cavalli. Dato che aveva piovuto per diversi giorni, non avevano potuto uscirli, quindi oggi che era una bella giornata, volevano lasciarli fuori nel recinto fino a quando potevano. Anche loro avevano il diritto di prendere aria in una giornata così bella.

Stava dando da mangiare una carota ad un cavallo quando Carla lo chiamò.

"Charlie"

Disse lei. Lui stava accarezzando il muso del cavallo e sorrideva. Era riuscito a superare la sua paura iniziale dei cavalli e ora non poteva fare a meno di accarezzarli ogni volta che poteva.
Iniziò a voltarsi verso la voce di Carla ancora con il sorriso in viso.

"C'è qualcuno per te" continuò lei

Tutto si sarebbe aspettato, tranne che lui. Anzi, in realtà non si sarebbe mai aspettato di sentire Carla dire una frase del genere dato che nessuno sapeva dove fosse. Aveva dato per scontato che fosse qualcuno che aveva conosciuto lì. Non era la prima volta che qualcuno andava a trovarlo infondo... E fu proprio quel pensiero che lo fregò. Il suo cervello non ebbe il tempo di elaborare accuratamente la frase di Carla che immediatamente il suo viso cambiò nel momento in cui i suoi occhi si spostarono sulla figura di Dylan.
Il sorriso che aveva prima, piano piano scomparve. La carota che aveva in mano cadde per terra. Fine che avrebbe tanto voluto fare anche lui in quel momento.
Successe tutto nel giro di pochissimi secondi.

"Charlie"

Pensava di avere le allucinazioni. Sentiva la voce di Dylan chiamarlo e lo vedeva ma non riusciva a crederci.
Pensava che fosse colpa del libro che aveva finito. Pensava che fosse colpa del punto definitivo che  aveva dato alla loro storia.. Era un sogno vero? O un incubo?

Non riusciva a connettere.. Era entrato in panico.

"D-Dylan" provò a dire senza voce. Poi quella figura che lui pensava di star confondendo con qualcun altro, fece un passo in avanti e questo riportò Charlie alla realtà.

Era davvero Dylan. Era davvero lì difronte a lui.

Come aveva fatto a trovarlo? Perché era lì? Cosa voleva ancora? Ma specialmente.. Perché non lo aveva ancora mandato via?

"Fermo" gli fece segno con la mano tremante Charlie. Poi guardò Carla che aveva appena capito chi fosse quel ragazzo.

"Vi vado a preparare un thè caldo. Potete andare in veranda Charlie"

"No. Non ce n'è bisogno" prese un lungo respiro "non si fermerà a lungo"

"Charlie" di nuovo quella voce. La sua voce. Dio come gli era mancata. Come gli era mancato sentirlo chiamare il suo nome.
Charlie sentì una fitta al cuore. Le sue ferite non erano ancora guarite e pensava che non lo avrebbero fatto mai. Era pronto ad accettarlo e a convivere con quel dolore, ma ora lui era lì, era difronte a lui e stava chiamando il suo nome.

"Smettila Dylan e vattene" fece di nuovo per voltarsi ma qualcun altro che non era Dylan, lo richiamò.

"Charlie White. Fermati subito. Ricordati che questa è casa mia e in tutta la mia vita non ho mai cacciato nessuno e di certo non ho intenzione di iniziare in questo momento. Quindi ora prendi il tuo ospite e portalo in veranda. Io preparo un thè e ve lo porto. Lo bevete e solo allora l'ospite deciderà se rimanere o andarsene. Ma di certo non verrà cacciato"

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