Quando Charlie uscì dal bagno, spense la luce del bagno, chiuse la porta, spense la luce nella stanza e scostò le coperte.
Per un breve attimo a Charlie sembrò di essere tornato indietro nel tempo.
Dylan seduto nel letto con in mano il cellulare che lo aspettava per dormire e lui che si infilava nel letto attendendo impaziente che Dylan lo riscaldasse abbracciandolo.
Ovviamente la seconda parte non ci sarebbe stata ma quell'immagine bastò per far diventare gli occhi di Charlie lucidi.Una volta nel letto Dylan, che non aveva mai smesso di guardarlo, poggiò il telefono sul comodino e spense la piccola lucina sul comodino per poi girarsi di lato verso Charlie che invece si era steso dritto e guardava il soffitto.
Dylan avrebbe voluto toccarlo e passargli le mani nei capelli per togliergli un ciuffo che ricadeva sulla sua fronte. Avrebbe voluto poter allungare un braccio per stringerlo a lui come faceva una volta. Ma sapeva che Charlie non avrebbe gradito.. Non ancora.
Aveva deciso di rispettare i suoi tempi."Cosa c'è?" gli chiese proprio Charlie sentendo il suo sguardo su di lui.
"Ricordavo"
Tra i due cadde il silenzio. La stanza era buia, l'unica luce era quella della luna che entrava da degli spiragli della finestra.
Dylan continuava a guardare Charlie e Charlie continuava a guardare il soffitto. Nessuno dei due riusciva a dormire, nessuno dei due aveva sonno.
Dylan continuava a desiderare Charlie e aveva paura che se si fosse addormentato, al suo risveglio si sarebbe accorto che tutto quello era solo un sogno.
Charlie invece combatteva una battaglia interna. Era confuso. Avere Dylan di nuovo così vicino a lui, lo mandava in confusione.
Era arrabbiato ma il desiderio di essere abbracciato era forte. Di sentire di nuovo quelle braccia forti che lo avevano sempre fatto sentire al sicuro e a casa, che lo stringevano ancora una volta.. In più la preoccupazione per Dylan.
Aveva ancora in mente il corpo dell'ex compagno.
Non resistette e quindi diede voce alle proprie preoccupazioni prima ancora che il suo cervello ne metabolizzasse le parole."Sei dimagrito"
"Anche tu"
"Io lo sono da molto tempo ma non hai mai avuto il tempo per rendertene conto"
Il senso di colpa colpì Dylan.
Charlie aveva ragione. Non se ne era reso conto prima. Troppo impegnato con il lavoro per ricordarsi della promessa. Sapeva che Charlie avrebbe saltato i pasti.. se lui non fosse tornato non avrebbe cucinato da solo.
Si sentiva davvero una merda.
Una lacrima solitaria scese dal suo occhio."Mi dispiace" disse tristemente e con voce piena di sensi di colpa.
Charlie si voltò notando la sua voce.
Si guardarono per un pò in silenzio.
Quelle parole e quella voce colpirono al cuore Charlie.
Non lo aveva detto per farlo stare male. Aveva solo detto la verità.Dopo vari minuti di silenzio Charlie parlò di nuovo ripetendo le stesse parole di prima.
"Sei dimagrito"
Dylan non gli aveva ancora risposto. Questa volta il tono di voce era più dolce e più accondiscendente.
"Tutto aveva perso un senso senza di te"
A quelle parole Charlie crollò definitivamente.
"Perché sei qui Dylan?"
"Perché ti amo"
"Forse te ne sei ricordato un pò troppo tardi non pensi?"
"Hai ragione. Ho dovuto perderti per rendermi conto di quanto io mi sia comportato male nei tuoi confronti"
Una lacrime sfuggì dal controllo che riusciva a tenere a malapena Charlie e Dylan senza pensarci, questa volta la asciugò con un gesto così delicato e gentile che Charlie per un momento chiuse gli occhi sentendo ancora una volta il calore del corpo di Dylan.
"Ti amo Charlie e sono pronto a tutto pur di riaverti. Posso anche rinunciare all'azienda, mio padre capirà e se non lo farà non mi interessa. L'unica cosa davvero importante sei tu. Possiamo anche rimanere qui per il resto delle nostre vite se è questo ciò che vuoi. Basta che torni da me piccolo"
Piccolo.. Da quanto non sentiva quella parola pronunciata da Dylan.
A quel punto crollò davvero e le lacrime iniziarono ad uscire copiose.
Dylan avrebbe voluto poterle asciugare una ad una con le sue labbra ma sentiva Charlie sotto la sua mano che tremava.
Si, stava piangendo e il tremore era dovuto a quello ma Dylan lo sapeva.. Sapeva che il tremore non era solo causato da quello.
Charlie aveva paura. Non di lui ma di loro, del poter soffrire ancora.
Dylan raccolse tutte le forze che aveva e tirò via la mano che aveva ancora sulla guancia di Charlie e con le lacrime che scendevano copiose anche a lui, si voltò dall'altro lato dando le spalle a Charlie.
Soppresse il desiderio che aveva di lui e si morse il labbro inferiore per cercare di contenere quelle lacrime che non accennavano a voler smettere.
Charlie non era pronto e lui non avrebbe voluto in nessun modo costringerlo, così aveva deciso di dargli le spalle in modo che Charlie avesse una parvenza di privacy mentre si riprendeva dal pianto.
Dopo di che anche Charlie si voltò di lato dando anche lui le spalle a Dylan ed entrambi passarono la nottata così.
Tra lacrime, pensieri e desideri.Il mattino dopo verso l'alba, Dylan si alzò infilò una tuta e scese a correre un pò. Aveva bisogno di pensare alla notte passata e ciò che era successo. A ciò che si erano detti.
Aveva bisogno di svuotare la mente e decidere se quella era davvero la cosa giusta per Charlie.
Lo aveva già fatto soffrire una volta e l'idea di poterlo rifare, imponendogli la sua presenza, iniziava a spaventarlo.
Averlo nella sua vita era davvero la cosa giusta per lui? O si stava comportando da egoista pensando solo ai suoi bisogni e ai suoi sentimenti?
Era giusto imporre così a Charlie il suo amore?
Ancora una volta, era stato lui a mettere le lacrime negli occhi di Charlie.
Sentì una fitta al cuore e gli occhi di Dylan si fecero subito lucidi.
L'idea di essere lui stesso la causa della sua sofferenza lo uccideva.Era talmente sovrappensiero che non si rese conto di essere arrivato alla casa.
Guardò in alto verso le poche scale che conducevano alla porta e ci trovò Charlie."Dove sei stato?"
Dylan poteva sbagliare ma credeva che nella voce di Charlie ci fosse un pizzico di preoccupazione.
Anzi, lo sperava perché questo avrebbe solo fatto in modo di aumentare le sue speranze ma la delusione sarebbe stata troppa nel momento in cui avrebbe dovuto accettare la verità.. Ovvero che Charlie aveva voltato pagina."Sono andato a correre un pò.. Avevo bisogno di pensare"
Dylan decise di essere sincero. Anche se aveva quella domanda che non sapeva se fare o meno..
"Tu.." prese un respiro profondo prima di continuare. Nel frattempo Charlie lo guardava invitandolo a continuare a parlare, volendo sapere cosa voleva dirgli.
"Tu mi stavi aspettando?"
Dylan aveva paura della risposta e Charlie della domanda perché effettivamente si.. Lo stava aspettando. Non trovandolo di fianco a lui nel letto, si era un pò preoccupato. Sapeva che quando Dylan aveva qualcosa per la testa da cui non riusciva a venirne a capo, andava a correre. Ma era lì da nemmeno 24 ore. Non conosceva il posto e sicuramente non era il parco o le strade di New York che il suo ragazzo conosceva così bene.
Quindi si, era preoccupato ma non glielo avrebbe mai detto.
Aspetta.. La sua mente aveva detto ragazzo e non ex ragazzo.
In quel momento Charlie si diede dello stupido da solo."Nei tuoi sogni"
Dylan lo vide mettere un broncio adorabile per poi voltarsi e rientrare in casa. Sapeva che Charlie mentiva. Lo conosceva bene.
Un sorriso iniziò a formarsi sulle sue labbra e tutto ciò a cui aveva pensato poco prima mentre correva, di colpo svanì.Charlie era l'unico.
Charlie era l'amore della sua vita e non avrebbe rinunciato tanto facilmente. Specialmente ora che il suo compagno si stava aprendo di nuovo a lui poco alla volta.

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Let Go..
Novela JuvenilFar funzionare una relazione per tanti anni, non è semplice. Ma riuscire a capire quando questa relazione è arrivata alla sua fine, lo è ancora di meno. Sara davvero la fine per Dylan e Charlie?