-Sbagliato-

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-Corpo Sbagliato. Posto Sbagliato.-

Luogo Sconosciuto

Data ignota, ora non appresa


Volevo credere di essere ancora a letto, di non essermi mai alzata, di non aver mai scritto quel biglietto e di non essere morta ancora una volta, ma sapevo di mentire.

Mi sentivo sospesa come se fossi ancora in un limbo tra vita e morte. Ero esasperata: avrei dovuto di nuovo avere tre anni e non avrei potuto esprimere i miei pensieri a causa delle scarse capacità linguistiche di un bambino. Vi immaginate essere costretti nel corpo di un neonato con la mente che avete ora? Fastidioso vero?

Ok, ora moltiplicatelo per sette capirete quanto sono incazzata.

Avrei dovuto ricominciare di nuovo da capo, pensai esasperata.

Una grossa maledizione per noi è che ricordiamo tutto. Ma proprio tutto, tutto, tutto.

Dopo un po' non ce la facciamo più, alcuni di noi crollano. E ci suicidiamo.

Ora voi direte: che senso ha se così rinascete semplicemente prima? Ecco un errore comune fatto da chi non ci conosce.

É una cosa curiosa, ma se noi ci uccidiamo di nostra volontà moriamo davvero, anche se abbiamo 10, 100, 1000 vite semplicemente -puf!- non rinasciamo ma il nostro desiderio di oblio viene in un certo senso accolto.

Bene ,perché io volevo morire. Ma sono ancora qua, eh già, come la canzone.

Qualcuno mi odiava sul serio lassù, talmente tanto che mi avevano fatto tornare ancora.

Li odiavo.

Nemmeno nella morte potevo essere normale.


Avvertii la mia coscienza venire trascinata giù. Riaprii gli occhi e mi sentii sovrastare da un senso di paura mista a sollievo. Io non potevo essere lì, era fisicamente impossibile per me. Ma cosa cavolo c'era di sbagliato nella mia personale sfigata persona?! Non dovevo essere lì, mi ripetei ancora una volta.


Probabilmente un obitorio

Data e ora impossibile da stabilire data l'assenza di calendari, orologi o finestre.


La prima cosa che percepii fu la fredda lastra di metallo sotto di me.

La seconda un lenzuolo che mi copriva completamente. A quanto pareva ero pure nuda.

Prima di aprire gli occhi mi accertai di avere tutti i sensi a posto.

Tamburellai le dita sull'acciaio. Tatto e udito a posto. Buono.

Mi passai la lingua sulle labbra e quasi vomitai. Sapevo di disinfettante e di qualcos'altro di non ben definito. Che schifo.

Gusto purtroppo a posto.

Aprii le narici e inspirai a fondo. Di nuovo disinfettante e putrefazione. Ancora una volta fui sul punto di vomitare.

Olfatto tremendamente a posto (e fin troppo sensibile).

Ora era il momento della verità. La vista.

Non ero proprio idiota, sapevo di essere coperta da un telo, bisognava però vedere cosa c'era al di fuori di quello.

Come previsto aprii gli occhi e vidi la ruvida texture del lino bianco. Fin lì ok.

Fu quando lo scostai che mi prese il panico.

The Soul and The HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora