«Noi non ci impossessiamo di corpi umani! Quelli che abitiamo sono i nostri di corpi! Così se i Cacciatori ti individuano sei spacciato. Che poi, voglio dire, quelli lì ci fanno tanto la predica, ma sbaglio o sono loro che con strani metodi pseudoscientifici, manipolando il loro patrimonio genetico in modo da resuscitare, si sono in pratica dati vita eterna! Non è giusto! Noi dobbiamo sgobbare e passare per l'ennesima volta attraverso l'infanzia, mentre loro, -puf!- resuscitano e possono rimanere giovani e palestrati per sempre! Invece noi invecchiamo! Oh, ma che schifo!
E per di più ci prendono pure in giro... insomma hanno pure loro un conta-vite sul braccio come noi, come fosse un oggetto in dotazione, andando contro ogni legge della natura -ed è anche per questo che il colore dei loro numeri è nero, identifica ciò che è innaturale-! Ipocriti! Oh, li odio!
E poi, diciamocelo, sono ben pochi quelli che credono in una Causa Santa, che credono di essere stati mandati da Dio per proteggere gli esseri umani e le loro anime da noi, i «Mangiatori»! La maggior parte lo fanno solo per vivere per sempre! Che poi non è nemmeno vero! Si sono inventati tutto!!! TUTTO! IO, l'unica cosa che divoro sono i cheeseburger!»
Mi ricordo ancora, quando a 12 anni della mia II Vita avevo incontrato un'altra come me, un'Anima, che mi aveva spiegato ogni cosa su noi, le nostre credenze e i nostri nemici.
Quel discorso, che mi fece tanto ridere perché recitato con un tono tremendamente indispettito, ora lo riporto qui, per te, dopo che l'hanno eliminata per l'ultima volta.
Grazie Jane, ti porterò per sempre nel cuore.
In Memoria di Jane Elisabeth Hanna Lowry
12 Agosto 313 d.C. - 17 Gennaio 1932
Che ha sacrificato sé stessa
perché io vivessi anche solo un millesimo di felicità che lei aveva avuto la fortuna di avere.
Senza di te, probabilmente le domande mi avrebbero fatto uscire di senno.
Tua,
Nord Russia
10 Giugno 2016
Le persone del mio mondo dicevano che svegliarsi in un corpo prima in coma era un segno terribile, soprattutto se l'ultima cosa che ci si ricordava era solo la vita passata, e nulla di quella nuova.
Ero nata sfortunata e continuavo ad esserlo. Poteva peggiorare? A quanto pareva sì, e di molto.
Era passata una settimana esatta. Avevo freddo, ero stanca, avevo fame e giurai a me stessa che se fossi riuscita a sentire una voce umana avrei pianto di gioia. Dopo aver preso il pullman, ero arrivata al capo più a nord della linea, e ovviamente il più freddo anche. Il guidatore mi aveva augurato buona fortuna e aveva fatto una inversione, tornando indietro. Avevo fissato l'autobus finché non era sparito anche alla mia acuta vista. A quel punto ero entrata nel piccolo market del paesino, avevo fatto provviste e avevo comprato una cartina. Il commesso mi aveva guardato come se non avesse mai visto una donna. Avevo alzato gli occhi al cielo ed ero uscita stile speedy gonzales. Stavo camminando da un giorno ininterrottamente. Ero riuscita ad avanzare di molto, certo, ma la strada era ancora lunga.
Finalmente verso sera intravidi le luci di un villaggio e con un ultimo sforzo lo raggiunsi. Trovai un ostello e ci entrai, affittai una camera e dopo essermi sistemata, scesi a mangiare la cena. La mensa era una grossa sala male illuminata, decisamente rude visti i suoi tavoli di legno e le panche. C'era solo un cameriere e tre ragazze (probabilmente le figlie della padrona del locale) che guardavano il ragazzo che stava servendo tutte e tre in fila, dalla cucina, come se fosse la cosa più sexy del mondo. Alzai gli occhi al cielo, sbuffando. Questo "bello gnocco" aveva capelli neri e un bel corpo.
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The Soul and The Hunter
Narrativa generale18 Vite. 18 Possibilità. 18 Morti. 18 volte nasco, cresco e muoio. Ogni vita devo ricominciare da capo. Ogni volta mi spengo. E subito dopo rinasco, fino a che non mi rimarrà solo una vita. Ogni volta lui mi trova e mi uccide. Fino a quando non potr...