ATTENZIONE: Ho revisionato e migliorato gli scorsi due capitoli, raccomando per una lettura migliore di rileggerli dato che sono state aggiunte parti fondamentali. Grazie, L'Autrice - Juls
Madrid, Spagna
12 Agosto 1979, ore 16.02
Ero distesa sulla riva della piscina a prendere il sole. Adoravo sentire la pelle calda e i raggi accarezzarmi in ogni parte. Avevo gli occhiali e probabilmente mi sarei addormentata se una secchiata d'acqua gelida non mi avesse fatto sobbalzare come una molla carica. Colpii alla cieca, presa alla sprovvista, e quando finalmente smisi di vedere pallini bianchi ovunque guardai ai miei piedi, dove stava raggomitolato un Ramon molto, molto, molto sofferente. Mi coprii la bocca con le mani e mi chinai in fretta per vedere come stava temendo di averlo colpito troppo forte.
«Oddio, ti ho fatto tanto male?» chiesi apprensiva «Oddio, oddio, oddio.»
«Ehi, calma, sopravvivrò Rambo.» e sorrise. Ok, se il senso dell'umorismo era intatto allora anche lui stava bene. Sollevata mi sedetti sul telo e mi abbracciai le gambe. Si rialzò e mi si avvicinò, tentando di darmi un bacio, ma io lo schivai.
«Pensi davvero che non mi sia accorta che mi hai buttato addosso una secchiata di acqua gelida addosso?!»
«Mmh, dipende» e mi si avvicinò ancora, fino a quando non fui stesa sotto di lui, con le braccia incrociate e il broncio, la testa appoggiata contro una gonna a pois appallottolata.
«Dai, un bacinooo.» fece, con fare giocoso.
«No!» dissi come una bambina arrabbiata. Ma alla fine cedetti e lo baciai, approfondendo sempre più. Mi staccai. Non volevo dare spettacolo arrivando a scene a luci rosse. «Andiamo in camera?» mi propose lascivo. Io sorrisi malevola. Si alzò e mi porse una mano. All'improvviso un boato e Ramon si irrigidì.
«R-Ramon?» chiesi terrorizzata che ciò che pensavo fosse accaduto davvero. Una larga chiazza rossa cominciò ad espandersi sulla maglietta che aveva appena indossato. Una lacrima mi scappò dalla diga che stavo erigendo in tutta fretta nei miei occhi. Ramon cadde e io lo afferrai, cingendo con le braccia il mio ragazzo. E lui chiuse gli occhi, lasciando spegnere l'ultima fiammella di vita nel suo corpo. Sapevo cosa era successo. Erano stati loro! Li avrei uccisi! Tutti quanti!
Mi voltai e li vidi, spostando lo sguardo dal corpo inerme e senza vita di Ramon, non volevo vederlo morto, non volevo. Uno con i capelli neri e una rossa, che probabilmente era quella stronza che mi aveva sparato durante la rapina di molti decenni prima, ma che era ancora vivida nella mia mente. Lei gli diede uno scappellotto. «Non ti ho detto di uccidere quell'umano! Non fare la testa di cazzo e ammazzala!»
Lo guardai, ormai con le lacrime agli occhi. Lui si voltò lentamente verso di me, aveva uno sguardo gelido, cosa strana. Guardò il corpo di Ramon con astio e poi me, con un sorriso tra il triste e il furbo. Sì, gli avrei staccato la testa. «Stronzo», mimai con le labbra perché non avevo più voce.
Lasciai con dolcezza il corpo di Ramon sul telo, gli baciai le palpebre chiuse come saluto e mi alzai in piedi, mentre la gente scappava terrorizzata. E gli corsi incontro con tutta la rabbia che avevo in corpo. Fino a quando non fui a meno di due metri da lui, Eriam, quello stronzo bastardo, non si accorse di me, e quando lo fece ormai era troppo tardi. Lo atterrai e gli tirai un calcio nello stomaco, facendolo piegare in due. La rossa mi guardava astiosa. Controvoglia mi bloccò le braccia e mi allontanò di peso, mentre io scalciavo, iraconda. «Lasciami, rossa di merda!»
«'Sta un po' zitta, sporco essere.»
Le diedi una testata e questa mi mollò. Dovevo segnarmi quella mossa. Intanto Eriam si era alzato e mi puntava la pistola contro. «DAI SPARA!! AMMAZZAMI ANCORA!» urlai, sperando che lo facesse. Per un attimo nicchiò, indeciso e la stava per abbassare, forse per proporre di portarmi via e uccidermi altrove, quando la rossa gli urlò: «FALLO!» E lui sembrò tornare in sé, alzò la pistola, più sicuro di prima e premette il grilletto. Mi colpì al cuore. Quando fui a terra mi si avvicinò, ma non seppi mai che faccia avesse o cosa era in procinto di dirmi, perché il numero rosso apparve e da 16 diventò 15.
[Aggiornamento 26/08]
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The Soul and The Hunter
General Fiction18 Vite. 18 Possibilità. 18 Morti. 18 volte nasco, cresco e muoio. Ogni vita devo ricominciare da capo. Ogni volta mi spengo. E subito dopo rinasco, fino a che non mi rimarrà solo una vita. Ogni volta lui mi trova e mi uccide. Fino a quando non potr...