-Eriam. Nuovo e vecchio.-

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Base Sud Canada. Distaccamento.

5 Settembre, Ore 9.22


Arjami teneva con la faccia schiacciata contro il terreno.

In una situazione normale l'avrei tranquillamente battuta e sarei fuggita. Ma, la prima cosa che avevano fatto i miei ex-compagni era stata piantarmi un ago sul collo e farmi perdere l'uso di gambe e braccia temporaneamente.

Anche se, purtroppo, abbastanza a lungo da legarmi con fascette di plastica.

Quegli stronzi! Ero stato io a insegnarli questa tecnica e ora la ritorcevano contro di me?!

«Lasciami!» dissi, strascicando le parole. Quel cazzo di sedativo mi faceva parlare come un deficiente!

«Non posso, tesoro, mi spiace.» disse la rossa, seria.

Al «tesoro» un flash, l'ennesimo mi si presentò davanti agli occhi.

Erano giorni che continuavo ad arrivare. E ogni volta c'eravamo io e l'anima. Non capivo! Io avrei dovuto odiarla e ammazzarla non...baciarla! Eppure quelle visioni mi rendevano quasi, per quei pochi secondi, felice. Non so, mi sentivo vivo...innamorato.

Ma che assurdità.

Eppure...


«Che ti passa per la mente?» le stavo chiedendo. Mi sentivo leggero, tranquillo.

«Mi sto chiedendo quante donne e ragazzine dovrò stendere per evitare che ti scippino da me.»

disse corrucciata. Non potei fare a meno di ridere. Aveva un'espressione adorabile.

«Oh, nemmeno una, perché le stendo prima io.» affermai con sicurezza. «C'è solo una persona che può farmi tutto quello che vuole.» dissi, tra il serio e lo scherzoso. Era vero, eppure non potei non fare lo scemo e sorridere come un maniaco. «Tutto.» rimarcai.

Il mio tesoro divenne rossa come un peperone. Ma quanto era bella da imbarazzata?

Tentò di calmarsi e mi rispose, con lo stesso tono giocoso.

«A sì?» disse stizzita «E chi sarebbe questa?!»

«Oh, dovresti conoscerla, è assolutamente fantastica.» le posai le mani sui fianchi. La desideravo, come sempre, e desideravo anche che sapesse quanto io tenevo a lei.

E alla fine lo dissi. Mi dichiarai sul serio.

«Ela amo un sacco.»


Urlai dal dolore. Arja aveva stretto la presa. Forse si era accorta del mio sguardo vacuo e aveva capito che stavo avendo una vision... stavo ricordando!

Prima che capissi cosa stava succedendo le avevo raccontato tutto, ciò che vedevo e i miei dubbi, perché mi potesse consigliare.

Fino a prima di incontrare la mia Anima, lei era stata la mia migliore amica e, a quel tempo, subito dopo la rapina, mi aveva appena confessato di provare qualcosa di più per me che semplice amicizia.

Maio avevo tentato di spiegarle che non ricambiavo. Forse fu a quel punto che cominciò davvero ad odiare la mia Anima. Era stata colpa mia. E divenne più dura e fredda che mai.

Eravamo cresciuti insieme.

Una volta era una ragazza gentile, generosa ed estremamente sensibile al mondo intorno a lei. Poi tutto cambiò. Diventò una condottiera fiera e dura. Come suo padre si aspettava da lei.

The Soul and The HunterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora