-Stronger-

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WhatDoesn't Kill You, Makes You Stronger


New York (mi ci hanno portato in aereo), suite di un hotel a 3 stelle.

8 Settembre 2016, Ore 6.13


Freedom.

Questo mi dissero: «Ora sei libera! Forza, fai festa con noi!»

E questo risposi: «Il mio pezzo di libertà l'ho lasciato in quell'edificio.»

Questo sussurrai per lo meno. Ma nessuno ascoltava più i miei sussurri da molto tempo.


Ora.

Cosa vi aspettate che vi dica? Che ero felice di essere libera nonostante tutto? Che la presenza di Ramon e di quel biondino che a volte mi sembrava avere un'aura così luminosa da sembrare una lampadina a basso voltaggio mi rendeva un po' più allegra?

E cosa vi aspettavate che facessi? Che coraggiosamente andassi a salvarlo? Che sgominassi chiunque mi si presentasse davanti? Ero solo una persona normale sbattuta in una realtà crudele e, per me, senza futuro.

Non ero coraggiosa, non avevo superpoteri, non ero nemmeno Lara Croft.

Avevo una mira orribile e, solo perché ero pazzamente innamorata di Er...di lui, ciò non mi rendeva capace di tutto. I miei muscoli continuano a fare pena. Io in generale facevo pena.


Freedom.

But not for me.


8 Settembre, Ore 11.24


«Ragazza sconsolata?»

«Mmh»

«Vieni a mangiare?»

«No.»

«Ok, allora te lo porto qua e mangiamo insieme.»

Mugugnai qualcosa che avrebbe dovuto essere un «no».


12 Settembre, Ore 4.12


Sono due ore che fisso il soffitto, anche se non si vede nulla data l'oscurità.

Cole è dovuto tornare nel Limbo. Non sono nemmeno sicura avesse il permesso per uscire. E non ho idea se riuscirà a tornare. Mi ha raccontato tutto, sai? Già. E sto morendo.

A quanto pare le mie due nature entrano in conflitto e, basta anche un solo piccolo trauma e il mio cuore cede. Esatto, come mi è successo...quanto? Quanto è passato dall'ultima volta che mi hai fatto tanto male?

...

Ma tanto questa lettera non ti arriverà mai. Ne scrivo una al giorno. E le chiudo in uno scrignetto che mi ha regalato Ramon. È quasi pieno.

Ah, non ti ho detto di Ramon?

Beh, c'è poco da dire...ok, ok,..in effetti...temo che sia ancora innamorato di me. Ma sono solo impressioni. Solo che...non so, a volte lo trovo a guardarmi in un modo...così, così...intimo.

E involontariamente penso a come tu mi guardavi...

Mi manchi sai? Quando torni a casa?

Baci, la tua parte di Anima.


14 Settembre, Ore 23.44


...

Il giorno prima mi avevano detto che un'amica di Cole, lassù, aveva visto passare nell'area cacciatori un giovane prestante con stupendi occhi scuri con riflessi violacei e capelli neri.

Era morto? Era lui?

Quanto ancora gli rimaneva prima che lo uccidessero fino all'ultima vita?

Ea me? Che con il mio sangue ogni giorno ero più vicina alla morte eterna?


26 Settembre, Ore 24.15


Contai 20 lettere. Ma quanto ero patetica?


1 Ottobre, Ore 1.05


Pensavo.

Ormai lo facevo spesso. Anzi, facevo solo quello.

Ramon mi aveva raccontato di mio padre, chi era e che mi cercava: uno scienziato dei Cacciatori. Lo scienziato che mi voleva nei suoi esperimenti e che segretamente aveva mandato Ramon ad aiutarmi. E di Cole: a quanto pareva, era il responsabile della mia salvezza.

Era sceso sulla Terra per me e aveva avvertito mio padre che ero stata catturata. Mi chiesi se mio «padre» si sarebbe mai fatto vivo se Cole non fosse andato da lui. Anche Ramon era un'anima. Ma non me lo aveva mai detto. All'inizio mi ero sentita offesa. Molto. Insomma, io all'epoca lo amavo, più o meno. E lui non mi aveva detto nulla. Mi chiesi quanto sarei potuta resistere. Beh, proprio in quel momento piombò nella mia camera un Cole affannato.

Ci fissammo un secondo e, un attimo prima che parlasse, il luccichio nei suoi occhi mi fece comprendere tutto.

«Non cedeva al sangue, non gli faceva effetto. Hanno rinunciato a farlo rinsavire.»

Non dissi nulla.

Semplicemente il mondo mi cadde addosso.

«Questa sera gli somministreranno l'HN144.»

HN144.

Lo stesso miscuglio che volevano rifilare a me prima che io fuggissi. Mi ricordai come aveva ridotto quel dottore. A-avrebbero fatto quello al mio E-er...lui?

«E la stronzetta rossa non si è lamentata che poi si dovrà cercare un altro uomo a cui distruggere l'esistenza?!» dissi furiosa, ma quasi sussurrandolo.

«Veramente...è stata rinchiusa dopo aver tentato di aiutare Eriam a fuggire.»

Per un attimo tutto si fermò e mi sembrò di essere pietrificata iostessa.

Lei... aveva fatto una cosa simile? Forse...forse gli voleva davvero...bene?

«Ehi, piccola» disse attirando la mia attenzione.

Alzai lo sguardo dal pavimento.

«Vogliamo organizzare un'operazione di recupero suicida?»

Volevo?

MA CHE RAZZA DI DOMANDE!!!

Sorrisi.



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