Un mese dopo.
L'estate è appena iniziata e con essa anche la mia libertà. Io e Martina siamo fuori e continuiamo a vivere la vita di sempre. Da quel giorno ha temuto che Peppe la venisse a cercare per farle del male o che potesse mandare qualcuno ad ucciderla. Non sta gestendo bene la situazione, ma non si limita ad uscire come giusto che sia.
Io invece, non ho ancora fatto visita a Ciro ai colloqui. Paola non me lo permetterà mai, anche se il motivo reale è che ho paura ad affezionarmi troppo a lui e non sapere quali conseguenze ci saranno.
"Futura, sono tornato!" sento mio padre dalla cucina.
A quanto pare è tornato dal lavoro. Dopo la galera ha deciso di riprendere a fare quello che faceva quando era solo un ragazzo, il parrucchiere. Ha ripreso la sua vita in mano, e sta facendo di tutto per rendermi felice. Vivo con lui adesso e non posso che essere contenta di avere finalmente un rapporto con mio padre, come ho sempre desiderato.
Lo raggiungo in cucina per salutarlo e lui prende l'iniziativa abbracciandomi e lasciarmi un tenero bacio in fronte.
"Mi sei mancata vita mia, ti ho preso un regalo." mi indica la busta sul tavolo e sobbalzo di sorpresa.
È dolce e anche molto presente nella mia vita. È molto buono e non smette mai di riempirmi d'affetto.Non so come spiegare quanto sono grata.
Mi avvicino al regalo e apro la busta. È una bambola delle Barbie e appena la tiro fuori dalla scatola, guardo mio padre confusa. Sono cresciuta per queste cose, perché farmi un regalo del genere?
"Ma, papà perché una bambola?" ridacchio.
"Pensavo ti avrebbe fatto piacere giocare con le bambole con tuo padre. Proprio come fanno i padri, no?"
Accenno un sorrisino e capisco dove vuole arrivare. Sta ancora cercando di recuperare i momenti che non abbiamo mai vissuto insieme e a me fa piacere.
Poso la bambola sul tavolo e mi butto fra le sue braccia.
"Sei fantastico, grazie papà."
"Di niente. Stasera esci?"
"No, preferisco rimanere a casa."
"Ma è estate devi divertirti come tutti i ragazzi della tua età."
"Sì ma voglio trascorrere del tempo con mio padre."
"Allora facciamo così, io adesso mi vado a fare una doccia poi io e te ce ne usciamo."
Sorrido e annuisco. Lui mi lascia un altro bacio in fronte e corre a cambiarsi. Mentre è via mi ritorna in mente la foto dell'ecografia. Non l'ho mai trovata da allora e ci penso spesso. Avevo la mia opportunità di sapere la verità ma forse il destino ha voluto che non sapessi nulla. Il destino forse vuole che non pensi al passato ma solamente al presente.
Mio padre ritorna da me ben preparato e in fretta si precipita alla porta. Ha proprio voglia di uscire con sua figlia.
"Andiamo?" mi dice, facendo segno col capo di raggiungerlo e uscire.
Io annuisco e poi andiamo a fare un giro. Napoli d'estate mi è sempre piaciuta. Ci trascorrerei le ore a guardarla, a vivermela.
Dopo quasi venti minuti di camminata abbiamo raggiunto lo Chalet Ciro dove ad aspettarci c'erano già gli amici di mio padre, Filippo e Naditza.
"Ciao ragazzi." li saluta mio padre.
Filippo si alza dalla sedia e abbraccia forte mio padre, Naditza fa lo stesso.
"Ciao Futura, siediti." mi dice lui.
Sorrido ad entrambi per cortesia di nuovo. Li conosco da poco e seppure sembrano simpatici e affidabili mi sento in imbarazzo. Ho bisogno di imparare a conoscerli meglio per prendere confidenza, sono sempre stata così con le persone.
"Ciao piccerè, oggi non ti sei vista con il fidanzatino?" scherza Naditza.
"No, io non ce l'ho il fidanzato."
"Meglio così." si intromette mio padre, con un certo tono sarcastico.
Filippo gli spintona il braccio ed entrambi scoppiano a ridere.
"E vabbè Carmine, la ragazza si deve divertire soprattutto a quest'età." ribatte Nad per poi prendere il suo drink e berlo.
Da lì non ho più sentito la loro conversazione. Mi sono immersa nei pensieri e ho pensato di nuovo a Ciro. Ma perché? Mi chiedo perché io penso ancora a lui? Non voglio averlo nella mente e non voglio che qualsiasi cosa io faccia mi porti a pensare a lui. Mi sembra di essere impazzita. Non può piacermi, non lui.
E proprio mentre stavo pensando a lui, ecco che lo vedo proprio di fronte a me. Spalanco gli occhi e il mio cuore inizia a tremare. Non è solo, è con un altro ragazzo e non hanno per niente brutte intenzioni. Sembrano divertirsi e il suo amico poi si allontana, raggiungendo una ragazza dall'altra parte della strada per poi baciarla. Ciro guarda la scena e ride, poi si volta verso lo chalet prende il drink e li raggiunge.
Mi meraviglio che non mi abbia visto, siamo solo a pochi metri di distanza.
"Futura, tu vuoi qualcosa? mi chiede mio padre riportandomi tra loro.
"Sì, uno spritz. Fa troppo caldo ho bisogno di rinfrescarmi." gli rispondo, continuando però a guardare Ciro con quel suo amico dall'altra parte della strada.
A loro si avvicina un'altra ragazza, non riesco a vederla bene da qui ma sembra molto bella. Improvvisamente sento lo stomaco stringermi e la testa farsi pesante. Non so perché mi dia fastidio che abbia altre ragazze intorno che non sia io. Magari per avere conferma di quello che provo, sempre se provo qualcosa per lui, dovrei andare a parlargli. Non me lo ripeto due volte che mi decido e mi alzo per andare a parlargli.
"Futura dove vai?" mi chiede papà.
"A salutare un amico, torno subito."
Mi avvicino a lui e finalmente si accorge di me.
"Futura, ciao! Che ci fai qui?" mi chiede con un sorriso in volto.
"No, tu che ci fai qui? Pensavo fossi all'IPM."
"No, oggi ho avuto il permesso dalla direttrice. Però domani ritorno un'altra volta là dentro." risponde seccato in napoletano per poi sbuffare.
Decido di cambiare argomento e scoprire di più sulle ragazze.
"Allora, sei in giro con la tua ragazza." indico la ragazza sospetta per avere informazioni su di lei.
"Chi, Alessia? No assolutamente Ale è solo un'amica."
"Ah, ok. Beh allora io vado. Volevo solo sapere come stavi." accenno un sorrisino, quasi nascondendolo per evitare di risultare stupida.
"Io sto bene, grazie per avermelo chiesto." mi sorride, guardandomi poi dal basso verso l'alto soffermandosi sui miei occhi.
"Ok, ci sentiamo ciao." concludo subito la conversazione perché stavo andando troppo in ansia.
"Aspetta, l'hai letta la poesia che ti ho scritto?"
Io lo guardo per pochi secondi e poi annuisco sorridendo, ma questa volta senza nascondermi.
Ho girato e me ne sono andata.La verità è che non l'ho fatto. Mi spaventa leggerla e magari poi perdere la testa per lui.
Probabilmente però dovrò leggerla, perché andando da lui non ho ben capito i miei sentimenti. Mi sono sentita il corpo sopraffatto dalla pesantezza e quasi sicuramente non sapevo cosa dicevo.Perciò dopo essere ritornata a casa, ho rovistato tra i cassetti trovando finalmente la poesia che mi ha scritto.
Com'è brutto a cantare
con un'eclissi al cuore,
e più cerco di parlare
più non trovo le parole.
Tu non sei come le altre
che piangono per qualsiasi cosa,
tu sei la voglia di tornare.
Mi fai venir voglia di ballare con te
solo noi cuore a cuore,
sotto al chiaro di luna.Richiudo il fogliettino, lo riporgo al petto vicino al cuore e sorrido. Sono fregata.
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08|02|22
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️
scusate l'inattività.🤍
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Futura Di Salvo.
FanficQuando il passato ritorna, niente è mai come sembra. Il presente è tutta una bugia e il futuro è incerto, probabilmente senza una via d'uscita e niente da sperare. Questa è la vita di Futura, che passo dopo passo impara a conoscere la sua vera stori...