40.Ciò Che Unisce,Separa.

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Pov's Carmine.
All'alba di un giorno nuovo aspetto notizie da Paola e da Massimo. Oggi avrebbero mandato qualcuno a ispezionare quella casa. Sono impaziente di sapere. Alcune cose poi neanche mi sembrano chiare. Ero convinto che fosse stata mia madre a prendersi di nuovo Futura e ora scopro che in realtà si trova in un'altra casa di una donna a me sconosciuta. Martina, la sua migliore amica, ha sicuramente visto Futura e sa dov'è ma dice il contrario. È tutto così confuso, io vorrei soltanto riabbracciare mia figlia e sapere cosa l'ha allontanata.

Pov's Futura.
Continuo a camminare ma improvvisamente sento Carmela chiamarmi. Mi giro subito e vedo che corre da me come una matta. Mi chiedo cosa sarà successo.

"Futura, aspetta devi sapere una cosa."  mi dice col fiatone.

"Carmela, ma che cosa è successo?"

"So la verità, so la verità! La devi sapere pure tu!" continua col fiatone.

"Ma che verità?" sono confusa.

Molto confusa. Un momento fa ci siamo salutate e adesso dice di dovermi raccontare la verità. Ma di che verità parla?

"Non possiamo parlarne qui, ci sentono tutti." si guarda intorno.

"Okay, allora saliamo da me e nessuno ci sentirà." apro la porta e anche se io sia convinta che Paola non c'è, entro attenta a non fare alcun tipo di rumore. Mi fa strano ritornare in questa casa e pensare che Paola potrebbe ritornare da un momento all'altro e dimenticarmi di essere stata lontana dalla propria famiglia, averla fatta preoccupare e adesso fare finta di niente.

"Futura scusami se ti ho costretto a farmi entrare, forse rischio a stare qua ma io dovevo dirtelo. Non me ne sono dimenticata... mi sono ricordata che volevi informazioni dalla tua famiglia."

"E allora? Carmela ti prego parla, io devo sapere... mio padre ha davvero ucciso mia madre?"

"No. Lui è una brava persona, Futura." mi dice con estrema sincerità.

"Ma quindi mia nonna ha mentito? Mi sono lasciata ingannare da lei e ho rovinato il rapporto con mio padre."

"Ci sono ancora altre cose che devi sapere." mi prende la mano e mi guarda preoccupata.

"Parla, non ne posso più di aspettare!"

"No, Futura aspetta. Non devo essere io a dirtelo. Va da tuo padre e fate una bella chiacchierata. Poi se ci sono altri problemi corri da me. Sai già dove vivo." mi dice questo per ultima cosa, poi mi abbraccia.

Va via e io rimango sola a casa di Paola. Cos'altro c'è di importantissimo che deve essere mio padre a dirmelo di persona? In cuor mio sento che devo parlargli anche se non sono sicura che anche questa volta vorrà parlarne. Ma voglio provarci, perché non ne posso più. Giuro che se neanche questa volta mi dirà la verità io chiuderò ogni tipo di rapporto con lui e tornerò a vivere con Paola, perché solo da lei mi sento tranquilla.

Prendo coraggio e vado a casa di mio padre. Arrivare a piedi fino casa sua mi ha aiutato a schiarirmi le idee. Adesso sono pronta e busso al campanello. La porta si apre e io e mio padre incrociamo gli sguardi. Lui scoppia a piangere e io rimango impassibile. Mi abbraccia fortissimo, poi mi guarda.

"Oh dio...sei tu, sei tu!" è felicissimo di vedermi e non è neanche un po' arrabbiato.

A questo punto non ce la faccio neanche io e scoppio a piangere. Lo abbraccio perché non voglio che mi veda piangere. Odio che mi si veda piangere, odio dimostrarmi vulnerabile, specialmente in questo momento vorrei mostrarmi forte.

"Non piangere, Futura.... stai qua con me andrà tutto bene." mi accarezza i capelli.

"Non andrà tutto bene se non la smetti di nascondermi la verità." piango a singhiozzi.

"Sì hai ragione, entra dentro."

Prima di parlarmi, mi fa sedere in cucina e si preoccupa prima di sapere cosa mi sia successo e perché sono andata via.

Me ne rendo conto solo ora di quanto sia imbarazzante per me parlare della mia fuga. Ho sbagliato ad andarmene di casa e me ne accorgo solo adesso. D'ora in poi cercherò di risolvere i miei problemi e non scappare da essi sperando che nessuno si faccia male.

"Tua madre... cioè mia nonna, qualche mesetto fa mi ha messo in allerta su di te." faccio fatica a parlare ma continuo perché l'occasione di riparlare di questo fatto con mio padre dubito che ci sarà.

Quindi gli racconto dal principio e a come sono arrivata qui oggi, a casa nostra. Gli ho raccontato che una donna mi ha ospitato grazie all'aiuto di una ragazzo che c'era all'IPM.Gli ho raccontato del perché ho spento il telefono per non ricevere chiamate ed evitare di sentirmi in colpa. Gli ho raccontato che sono stati giorni difficili e che a un  certo punto non ce l'ho fatta più e allora decisi di vedermi con Martina, raccontandole tutto.

"Me lo dovevo aspettare da tua nonna, quella è nata con il veleno. Tiene talmente tanto di quel veleno in corpo che vuole contagiare tutti quelli che le stanno attorno."

"Con me è stata così gentile." gli rispondo ancora molto confusa.

"Eh sì e pure 'na granda bugiarda! Futura io non ho ucciso tua madre se è questo quello che pensi dopo ciò che ti ha detto tua nonna... non l'avrei mai fatto e non ci ho mai pensato. Tua madre è stata travolta il giorno del nostro matrimonio da una macchina." afferma le sue parole con sincerità e glielo si legge negli occhi e dal tono di voce.

Sentire finalmente la verità sulla morte di mia madre mi chiarisce le idee. Solo dopo realizzo cos'è successo davvero a mia madre. È stata travolta da una macchina. Il giorno del suo matrimonio. E non ha più rivisto la sua famiglia. Suo marito. Sua figlia. Comincio a piangere ma infondo me lo aspettavo che sarebbe andata così oggi. È così ingiusto che una persona innocente debba morire. È da egoisti uccidere una persona e non pensare a sua figlia neonata e al fatto che dovrà crescere senza una madre.Mi chiedo se all'assassino gli è mai importato di tutto ciò e adesso spero che viva con i sensi di colpa.

Papà mi accarezza dietro la schiena per consolarmi e poi mi da un bacio sulla fronte. Ho la testa calata quindi non riesco a vederlo, ma so che trattiene le lacrime.

"Ti credo. - gli accenno un sorriso e poi mi asciugo le lacrime - ma allora perché sei andato in carcere?" gli chiedo.

Lui si irrigidisce ancora di più e sembra essere a disagio. Voglio che capisca che ormai non mi importa più di niente del suo passato e che può parlarmene tranquillamente tanto a me non importerebbe. Mi importa della persona che è ora e che è quando è con me.

"Ho fatto una cosa molto brutta."

"Sì ma adesso sei cambiato, lo so. Puoi dirmelo."

"Sì ma quello che ho fatto è davvero molto brutto. Ho ucciso mio fratello..."

Spalanco gli occhi e sento il cuore fermarsi, il mio corpo rabbrividirsi e non riesco neanche a parlare.

"Mi dispiace non avrei dovuto dirtelo."

"No, hai fatto bene. Mi rende felice sapere che mi stai raccontando la tua storia ma questo non me l'aspettavo." mi sento la testa girare.

"Futura, adesso ti fidi di me?" mi chiede, perché per lui è la cosa più importante questo.

Rimango zitta per qualche secondo e rifletto. Lui non è più così, si pente di quello che ha fatto e negli ultimi giorni che abbiamo trascorso insieme mi ha dimostrato che è cambiato. Quindi annuisco, perché sì, mi fido di lui.

"Mi fa piacere sentirlo. Ora perché non vai a riposare un po'? Avrai bisogno di riprenderti."

Annuisco ancora, poi vado dritta in camera mia, mi stendo sul letto con l'intento di dormire ma prima penso a un paio di cose. È buffo come il destino faccia il suo corso. Un giorno ti trovi nella casa di una signora per nasconderti e fuggire da tutti i tuoi problemi e il giorno dopo ti ritrovi faccia a faccia con tuo padre per poi scoprire che in realtà il cattivo della storia è mia nonna.

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05|12|2022
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️

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