È passata una settimana da quella notte in bianco. Dopo che Paola mi ha fatto compagnia per pochi minuti in camera mia, io volevo cercare di dormire e far passare subito la giornata ma non ce la facevo. Ho passato la notte a sentire mio padre piangere e il comandante che lo consolava. Ho percepito il suo stesso dolore, mischiato a quello delle ferite e perché sicuramente gli mancava la mamma. Nessuno di noi due ne ha più parlato dalla mattina dopo.
Da quando sono uscita dall'IPM la mia vita mi sembra molto più complicata fuori che da rinchiusa. Qualcosa mi manca dell'IPM, mi manca svegliarmi e guardare il mare e mi manca incrociare il mio sguardo con quello di Ciro. Mi manca Nadia e il suo saper coinvolgere le persone. Ma non ci ritornerei mai più. Non mi sono mai sentita così imprigionata con me stessa, oltre ad esserlo per davvero.
"Futura allora io vado."
Giorno nuovo ma stessa cosa. È come se stessi vivendo lo stesso giorno da molti giorni. Mio padre lo vedo solo a cena e io a volte la sera esco per vedermi con i miei amici poiché è estate e penso solo a divertirmi. Vorrei che ci fossero parole nuove tra me e mio padre, invece ci ostiniamo a salutarci la mattina e a salutarci la sera. Lui mi parla sempre della sua giornata e mi importerebbe se a lui importasse. Ma non gli importa perché mi parla di quello che fa a lavoro per non dover affrontare il discorso lasciato in sospeso su mia madre.
All'inizio ero comprensiva, volevo capire il suo dolore ma a quanto pare è sempre stato lui a non capire i miei di dolori. Se cominciasse a parlarmi di mamma ne sarei felice e noi ci potremmo avvicinare ancora di più come ho sempre desiderato.
"Ok." gli rispondo seccata e ormai abituata.
Apre la porta ma prima di uscire ritorna indietro da me e mi da un bacio sulla guancia. È stato inaspettato e mi ha reso felice.
Guardo il telefono e vedo che Martina mi stava chiamando.
"Ciao, come stai?" le dico.
"Futura tu lo sapevi che Peppe è scappato prima ancora che lo prendessero?" era agitata e dal tono di voce sembrava avesse appena finito di piangere.
È spaventata e mi sento in colpa a non averglielo detto prima.
"Ma come lo sai?"
"Me lo ha detto lui. Ieri si è presentato sotto casa mia. Avevo paura che mi chiedesse di fare altro lavoro sporco per lui. Io non ci voglio ritornare all'IPM."
"Martina sta tranquilla non ci ritornerai. Che ti ha detto quindi?"
"Voleva vedermi. Ha provato a baciarmi ma io l'ho respinto."
"Davvero?"
"No, l'ho baciato io in realtà."
"Ma Dio Santo,Martina! Perché?"
"Perché se l'avessi respinto avrebbe comunque cercato di baciarmi."
"Vengo da te e ne parliamo da vicino." le ho detto e ho chiuso la chiamata.
Potevamo benissimo parlarne per telefono ma io ero sola a casa e mi annoiavo. Adesso avevo un buon motivo per uscire.
Sono uscita e lei era già fuori il suo palazzo per vedermi. Mi ha abbracciato fortissimo e io capendo la sua paura ho ricambiato.
"Entriamo dentro casa?" le chiedo.
Annuisce ed entriamo. Ci siamo sedute sul divano una di fronte all'altra e siamo rimaste in silenzio per ben due minuti per cercare di trovare le parole giuste.
"Cosa devo fare adesso?" mi ha chiesto.
Prima di rispondere la guardo dall'alto verso il basso per accettarmi che lui non le avesse lasciato segni o lividi lungo tutto il corpo.
"Ti sei messa in una brutta situazione, lo sai?" le dico.
"Sì, lo so ma non sapevo cosa fare. Per un attimo ho avuto paura che mi avrebbe chiesto cosa ci faccio fuori se l'ho coperto per il fatto del fratello. Ma non ha detto niente, abbiamo fatto solo l'amore. L'ho fatto per evitare il discorso ma anche perché lo volevo." ne parlava sottovoce perché imbarazzata e perché si sentiva in colpa.
"Cosa? Tu stai con Nadia, Martì." balzo sorpresa.
"Rivedere Peppe mi ha confusa. Poi Nadia non la vedo mai. E quando la vedo non possiamo andare oltre un bacio."
"È sbagliato quello che hai fatto. Stai con Nadia ma pensi a Peppe."
"Hai ragione, ma io lo desideravo." la voce inizia a tremare ma si trattiene a non piangere.
Faccio roteare gli occhi e sospiro. Pare che dopo tutto quello che ha passato non le è servito da insegnamento.
"Non hai imparato proprio niente." scuoto la testa lentamente irritata.
"Cosa devo fare?"
"Vuoi davvero che ti dica cosa fare? Cambierebbe qualcosa?"
Rimane in silenzio per pochi secondi, sospira e comincia a piangere. Si copre subito la faccia per non farsi vedere da me ma io l'avevo già vista.
Quando c'è Peppe di mezzo litighiamo sempre. Non riusciamo mai a ritrovare subito un chiarimento. Io non voglio perdere la sua amicizia e non voglio neanche che lei soffra. Mi fa male vederla così."Futura ti prego."
"Cosa vuoi che ti dica? Hai già fatto la tua scelta."
"Per favore, Futura. Io non ce la faccio più ho bisogno di te che mi dai forza."
Sospiro e abbasso un po' i toni per essermi resa conto di quanto stia male.
"Devi lasciare una volta e per sempre Peppe. Vedrai che starai bene."
"No, non posso. Io sto bene solo con lui." la sua voce tremolante mi rassegna.
Le prendo la mano e la stringo forte. La guardo negli occhi con uno sguardo tranquillo.
"Tu devi stare bene con te stessa." le dico.
Mi abbraccia e io ricambio.
"Non credo di farcela." cede a trattenersi e scoppia a piangere tra le mie braccia.
"Dobbiamo fa ancora un sacco di cose. Non ti puoi arrendere." le dico sinceramente.
"Ti voglio bene lo sai questo, no?"
Sorrido e annuisco.
"Anche io, tanto."
Credo sia una conversazione che non dimenticheremo mai. Per la prima volta Peppe ci ha unite e mai me lo sarei immaginato. Martina mi ha sempre aiutato e sarei una stupida a non essere io ad aiutarla adesso quando ne ha più bisogno.
________________________________
10|03|22
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️
STAI LEGGENDO
Futura Di Salvo.
FanficQuando il passato ritorna, niente è mai come sembra. Il presente è tutta una bugia e il futuro è incerto, probabilmente senza una via d'uscita e niente da sperare. Questa è la vita di Futura, che passo dopo passo impara a conoscere la sua vera stori...