67.Scoprire La Verità.

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Pov's Futura.
Devo ancora realizzare ciò che è successo.
Mi sorgono tante domande e mille pensieri vagano per la mia testa.
Ciro sta in ospedale e io sono con lui nella sua stanza d'ospedale. Sta dormendo. Ha avuto un arresto cardiaco per aver respirato troppo fumo dell'incendio. I dottori dicono che alcune vie respiratorie si sono danneggiate e preferiscono tenerlo sott'occhio.

Più lo guardo e più mi viene da pensare: è stato lui ad appiccare l'incendio? oppure è stato qualcuno che conosceva? se sapeva che c'era un incendio, datosi che si è precipitato subito a casa mia per accettarsi di mettermi in salvo, perché non mi ha avvisato prima? oppure è passato per di lì e ha visto l'incendio e ha subito pensato di aiutarmi? io non lo so e vorrei sapere qualcosa ma finché lui dorme la verità non si saprà.

Penso anche alla mia casa distrutta da tutto quel fuoco e a tutti i ricordi di mia madre inceneriti. Non mi rimane più niente di lei, nemmeno più una fotografia. La mia camera era il centro della mia vita. Avevo tante belle cose che preferivo conservare: le poesie di Ciro, l'ecografia, le mie foto con Martina. Tutto andato perduto. Tutto incenerito.

"Signorina, i cinque minuti sono passati." mi informa l'infermiera.

Le ho chiesto cinque minuti per stare sola con Ciro, ma non gli ho parlato per tutto il tempo. Sono rimasta ferma a guardarlo e ho pensato.
Ora è il momento di andare. Esco dalla stanza e vedo Carmela tra le braccia di Edoardo.

Passo davanti a tutti e due ma saluto solo Carmela. Edoardo invece mi cruccia con lo sguardo ma io rimango impassibile. So che lui c'entra qualcosa, lo sento. Oltre a lui mio padre non ha nemici e non ha problemi. Sono i Conte il nostro problema, ma certezze non ce ne sono finché Ciro non si risveglia.

Raggiungo mio padre e Rosa. Finalmente abbiamo l'opportunità di parlare dopo che le acque si sono calmate.

"Adesso dove andiamo?" gli chiedo.

"Andiamo da Naditza e Filippo." mi risponde.

Annuisco e quindi saliamo in auto per dirigerci da loro. Solo io e Rosa rimaniamo in casa con Nad, mentre papà e zio Filippo escono per risolvere alcune questioni con la casa incendiata.

"Come stai piccerè?" mi chiede Nad.

"Non lo so, sto pensierosa. E sono preoccupata per Ciro."

"Ma da quando sei fidanzata con Ciro Conte?" mi chiede Rosa particolarmente sorpresa.

"Siamo stati insieme, poi ci siamo lasciati perché le cose non hanno funzionato tra di noi." ancora una volta mi ritrovo a parlare di questo argomento quando invece preferirei non ricordarmene e andare avanti.

"Tu li conosci i Conte, vero?" chiede Nad, riferendosi a Rosa.

Rosa annuisce.

"Una volta eravamo un'unica famiglia. I Conte e i Ricci insieme, i più temuti di Napoli." dice ricordando i vecchi tempi.

"Hai detto proprio bene, i più temuti." ribatte zia Nad.

Continuano a parlare e io intanto mi allontano e raggiungo il balcone di casa. Non mi va di sentirle parlare di queste cose, dovrebbero soffermarsi sulle cose importanti e perché non lo fanno? Come fanno a non preoccuparsi della casa distrutta? Dove staremo adesso io e mio padre? Non possiamo permetterci una nuova casa proprio adesso. Mi sento in dovere di fare qualcosa e aiutare mio padre: perché se non lo faccio io, allora chi altro lo farà?

"Futura, tutto bene?" mi chiede Rosa raggiungendomi anche lei fuori al balcone.

"No, Rosa. È tutto un casino! Ciro sta in ospedale perché la nostra casa si è incendiata. Non sappiamo chi sia stato e ho perso tutta la roba a cui tenevo." dico con voce tremolante.

Futura Di Salvo. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora