42.Distanti Col Cuore.

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Il giorno dopo sono ritornata a casa mia. Mio padre stava seduto sul divano, probabilmente mi ha aspettato sveglio tutta la notte. Non mi limito a fare rumore, voglio che mi veda in casa.

Si gira di scatto quando chiudo la porta e si avvicina subito a me.

"Sei ritornata già? Pensavo che questa volta facessi passare un anno." si comporta da menefreghista.

"Scappare non porta a niente. Me ne sono andata perché speravo che al mio ritorno tu mi dicessi tutta la verità. Ma adesso non me ne importa più." sono delusa e mi sento distante da lui.

"Quindi non vuoi saperlo? E possiamo ritornare alla normalità?" mi chiede.

"È ovvio che voglio saperlo. Tu sei l'unico che può dirmi la verità."

"No, non è vero." risponde vago, guardando il pavimento per non incrociare il mio sguardo.

Il mio cuore batte all'impazzata per la troppa rabbia che sto trattenendo. Rimango in silenzio ma in realtà vorrei continuare ad urlargli contro. Questo vuol dire che non è l'unico che sa la verità e che anche tutti gli altri mi hanno mentito.

"Paola quindi sa tutto?" sto per piangere dal nervosismo ma resisto.

Mio padre ha annuito ed è rimasto lì, davanti a me, senza dirmi niente. Non si è preoccupato di abbracciarmi, non si è degnato di chiedermi scusa. Ma questo l'ho notato solo dopo, perché la mia mente adesso è offuscata solo da altre cose.
Le persone che amo mi hanno tradito. Tutti hanno pensato di non dirmi niente per il mio bene. Eppure "per il mio bene" adesso ci sto soffrendo.

"Cosa mi nasconde Paola?"

"A momenti sarà qui. Voglio che parliamo una volta e per tutte. Ci saranno anche Filippo e Nad."

"Che c'entrano loro? Non mi dire che anche i tuoi amici mi hanno nascosto qualcosa!"

"Calmati. Loro non c'entrano niente. La colpa è solo mia."

"Bene, menomale che lo sai. Guarda a che vita mi sono ridotta pur di stare con te. Pensavo mi avrebbe reso felice ma tu mi stai facendo solo soffrire!"  provo tanta rabbia.

Suonano al campanello e va ad aprire. Ovviamente sono chi stavamo aspettando.

Paola è la prima ad abbracciarmi. Ho potuto notare il sollievo e la gioia nei suoi occhi, ma non ho ricambiato l'abbraccio e non l'ho nemmeno salutata.

"Sono contenta che stai bene." mi dice.

"Sì, lo so."

Filippo mi vede strana, si avvicina a mio padre per sapere cosa fosse successo.

"Perché sta incazzata? Avete litigato?" gli dice.

"Sì, ieri se n'è andata di nuovo. Stamattina è ritornata e ora vuole sapere la verità."

"Fa bene a stare incazzata. Te l'ho sempre detto che non le faceva bene tenerla all'oscuro di tutto."

"Chiattì, per favore. Già mi sento in colpa, ormai ho capito. Siete qui per un motivo."

"Ma che ci vuoi mettere in mezzo? Devi essere tu a dirle la verità. Lei sa di sua nonna Sara e che fine ha fatto? Lo sa che le hai messo il cognome di Nina?"

Mio padre scuote la testa e mi guarda rattristato.

"Filì, e ja basta. Non lo vedi come sta?" interviene Naditza.

"Possiamo per favore sederci? Vi offro un caffè." dice poi mio padre.

Mi siedo sul divano come tutti gli altri. Paola cerca di avvicinarsi ma io mi allontano per dispetto. Sembra essere confusa e non sa del perché del mio atteggiamento. Sono arrabbiata e non voglio parlare con nessuno. Non voglio parlare con nessuno a meno che non si tratti di dirmi la verità. Mio padre ritorna in salone e offre il caffè a tutti. Fa poi un sospiro lungo, guarda prima me, poi cerca conforto in Massimo e in Filippo. Il comandante è il primo a parlare, perché capisce che mio padre è in difficoltà.

"Futura è inutile girarci intorno. Penso che lo sai perché siamo qui."

"Sì, e voglio sapere tutto. Voglio sapere cos'altro mi nascondete e chi sa la verità." dico e guardo poi Paola.

Paola allora capisce che io so qualcosa sul suo conto e continua dunque il discorso.

"Ok, allora senti a me dispiace ma ti ho nascosto tutto per il tuo bene. La famiglia di tuo padre è molto pericolosa."

"Questo lo so. Ma perché continuate a dirmi che è per il mio bene? Non lo vedete in che situazione ci troviamo ora?" alzo i toni ma la mia voce è rotta dal dolore.

"Hai ragione abbiamo sbagliato ma queste sono cose che tu adesso non puoi capire. Ammetto di aver sbagliato anche quando ti ho detto che non so niente di tua madre, perché io la conoscevo." mi guarda pentita.

Io aggrotto le sopracciglia delusa. Avrebbe potuto raccontarmi di lei quando stavo male, ne poteva approfittare e invece ha preferito dire bugie su bugie per colpa di mio padre che non voleva si sapesse qualcosa.

"Io non capisco questo cosa c'entra con la famiglia di mio padre! Papà... lei era mia mamma perché mi hai nascosto anche questo?" rivolgo lo sguardo su mio padre.

"Perché ai tempi pensavo fosse la cosa giusta da fare." resta serio anche davanti al mio pianto.

"Io non riesco a capire... hai permesso anche che io non avessi nessun ricordo di mia madre? Chi razza di padre lo farebbe mai?" comincio ad urlare adesso, affaticata dal pianto.

"Futura, tua madre è più vicina a te di quanto pensi." interviene il comandante per sistemare la situazione.

"Questo cosa vuol dire?" sono sempre più confusa.

"Tua madre faceva di cognome Esposito, io no invece." continua mio padre.

Rimango confusa ancora per qualche secondo. Poi realizzo. Quando il comandante ha detto che sono più vicina a mia madre di quanto pensassi è perché io ho il suo cognome, non quello di mio padre.

"Ho il cognome di mia madre allora... e perché?"

"Perché non volevo fossi una Di Salvo, come me."

"Quindi non mi volevi come figlia?"

"No Futura non incominciare a farti film, tuo padre ti ama è per questo che non ti ha dato il suo cognome." interviene poi improvvisamente Filippo che per tutto il tempo è rimasto in silenzio.

"Io molte cose so di aver sbagliato nella mia vita, ma ad averti dato il cognome di tua madre non me ne pento. Essere una Di Salvo è una maledizione e io non voglio il tuo male." finalmente mio padre comincia a mostrare qualche emozione e cerca di interagire con me, avvicinandosi un po' alla volta.

"Io sono Futura Di Salvo." pronuncio queste parole con un misto di emozioni improvvise nel mio corpo.

Per tutta la mia vita ho sentito che mi mancasse qualcosa ma non sono mai riuscita a capire cosa. Sentivo sempre un vuoto e in qualche modo non mi sentivo appartenente al mio mondo. Per anni ho cercato di capire cosa fosse, ma non ci sono mai riuscita perché da sola non avrei mai potuto.
Adesso che so chi sono mi sento rinata e mi sento di essere qualcuno nel mio mondo. Me ne sono resa conto da sola e soltanto col tempo ho capito finalmente il dolore di mio padre. Il suo descrivere in modo dispregiativo la propria famiglia mi spinge a pensare al peggio di quanto io già ne avessi pensato. Però non lo potrò mai capire e mi dispiace tantissimo per ciò che ha passato, tanto da farmi cambiare cognome e paragonarlo ad una maledizione.

Pov's Carmine.
Finalmente la mia bambina sa la verità. Tutta la verità. Non ho più niente da nasconderle e mi sento un peso in meno sul petto. Sentirle dire che è una Di Salvo in realtà, mi si gela il sangue. Non volevo questo, ma ormai è andata così. Non sono preoccupato di niente se non del fatto che ormai lei non si fida più di me. Ho sbagliato e non me lo perdonerò mai. Ho perso l'amore una volta e l'ho perso anche per la seconda. Sono un codardo, un vigliacco e un testardo. Forse è per questo che continuo a dire bugie per evitare problemi, perché la mia famiglia aveva ragione, io sono un piecoro e lo sarò per sempre.

Riesco soltanto ad annuire lentamente poi la guardo angosciato perché non so adesso cosa pensa di me.

Se n'è andata via d'improvviso. Questa volta glielo concedo. Ha saputo tutto in poco tempo e questo l'avrà traumatizzata o non lo so. Non so cosa pensare. Sono spaventato.

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06|01|2023
lasciate una stellina per il prossimo capitolo.⭐️

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