Capitolo 61

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P.O.V. Katherine

Apro le persiane e respiro l'aria del mattino. Ahh... che bella giornata. Potrei stare qui tutto il giorno a godermi la vista ma purtroppo devo andare a scuola. È stato un week-end molto bello, l'ho trascorso praticamente con Christian. Ho avuto l'occasione di conoscere bene suo padre, è una persona seria ma allo stesso tempo molto socievole e gentile. Mi ha fatto sentire al mio agio, Christian è davvero fortunato ad avere un padre così. Mi è venuta in mente un pezzo della nostra conversazione

"Dunque stai per finire la scuola... cosa intendi fare dopo?" Mi chiede
"Vorrei studiare medicina per poter diventare medico" rispondo
"Ah si? Molto interessante. E pensi di potercela fare?" Questa domanda mi ha un po' colto di sorpresa.
"Sinceramente... si. Sono consapevole del fatto che non sarà facile e che dovrò fare molti sacrifici... però... credo in me stessa e questo per me è quello che conta" rispondo. Mi guarda restando in silenzio, anzi no, mi sta studiando. Oddio, ho forse sbagliato a rispondere? Non vorrei risultare presuntuosa o vanitosa, cavolo perché non risponde!!! Sto incominciando a sentirmi nervosa, guardo Christian in cerca di aiuto ma anche lui ha l'attenzione rivolta verso il padre.
"Complimenti, ottima risposta." Dice, sembra compiaciuto. Tiro un sospiro di sollievo, credevo di essermi messa in imbarazzo. Non so perché ma ho l'impressione che abbia qualcosa in mente.

Gli ho risposto in modo onesto, senza giri di parole e credo che abbia apprezzato. Era molto interessato nella cose che dicevo. Insomma, è stato tutto fantastico.

Dopo aver finito di sistemare l'armadietto, Christian mi accompagna verso il laboratorio di chimica.
"Questa è la mia fermata, ci vediamo a pranzo?" Chiedo
"Si" risponde, le sue braccia avvolgono il mio corpo. Ricambio l'abbraccio, posso rimanere così per sempre? Mi sento così rilassata e protetta... il mio cuore si ferma per un secondo. Vedo arrivare Xavier e ci sta guardando. Sto per avere un attacco di panico, è come se mi ritrovarsi di nuovo in quella maledetta festa. Le sue parole, il suo viso minaccioso... sto rivivendo tutto quanto. Mi stringo a Christian in cerca di sostegno, lo vedo entrare nel laboratorio. Oh cavolo, ora come farò?
"Che hai?" Mi chiede Christian preoccupato
"Niente. Ora... ora vado altrimenti arrivo in ritardo" rispondo, gli do un bacio sulla guancia ed entro velocemente. So che non mi ha creduto per questo sono corsa via. Guardo dov'è seduto Xavier, bene, mi sistemo dall'altra parte del laboratorio. Siamo lontani chilometri ma non sono ancora tranquilla. Entra il professore e iniziamo la lezione.

Suona la campanella dell'intervallo, sono state le tre ore di chimica più stressanti della mia vita. Ho preso appunti in modo disordinato e mi sono persa qualche pezzo, dannazione. Mentre tutti escono a fare la pausa io rimango in classe per sistemare il quaderno.
"Scusa, avresti gli appunti sugli acidi?" Chiedo a una mia compagna di classe
"Ehm no, scusami ma non sono riuscita a seguire la lezione" risponde
"Siamo in due" borbotto. Vuol dire che dovrò farmeli da sola leggendo sul libro. All'improvviso qualcuno mette il suo quaderno sul mio banco.
"Prego" dice una voce maschile, mi pietrifico sul posto. Era impossibile fuggire da lui.
"Grazie" dico senza guardarlo in faccia. Prende la sedia e si siede accanto a me. No no no, così non va per niente bene.
"Come stai?" Chiede. Ma vai al diavolo, stavo benissimo prima che arrivassi tu!
"Mmhhh... bene" rispondo scrivendo.
"Allora? Hai pensato alle mie parole?", siamo seri? Davvero sta mettendo il dito nella piaga? Ma che ho fatto di male per meritarmi questo? Lo ignoro, per colpa sua sono due giorni che non chiudo occhio. Ogni volta mi vengono in mente mille dubbi. Sono stanca. La penna con la quale stavo scrivendo scompare e sento una presa sotto il mento. I miei occhi ora stanno guardando la faccia tosta di Xavier.
"Così va meglio. Quindi?"
"No" rispondo a denti stretti. Non mi piace questo contatto.
"Bugiarda" dice ridendo
"Lasciami andare" dico seria, mi sta facendo male
"Devi capire che non sono io il cattivo. Io sto facendo tutto questo per te. Mi dispiace vederti assieme a un ragazzo che non ti merita" dice, vorrei un sacco tirargli una testata ma mi trattengo. Non voglio una sospensione e poi non è un comportamento che una signorina come me dovrebbe avere.
"Cosa ne sai te" rispondo
"Cosa ne so io? Tesoro ne so abbastanza per dirti che hai scelto lo stronzo sbagliato" risponde mollando la presa, mi allontano subito da lui. Strappa un foglio dal suo quaderno e ci scrive qualcosa sopra.
"Ultima possibilità. Se vuoi sapere la verità vieni stasera a questo indirizzo alle 22. Ora spetta a te scegliere" dice mettendomi il foglietto nella mano. Torna a sedersi al suo posto mentre io guardo il foglietto. Mi ha di nuovo messo la
pulce nell'orecchio. Lo metto nel portapenne e mi lascio cadere sulla sedia. Ora che diavolo faccio?

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