Capitolo 52

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P.O.V. Katherine

Apro gli occhi, non ho idea di quanto io abbia dormito però mi sento decisamente meglio. Trovo Beth seduta su una poltrona e sta guardando il suo telefono.
"Hey amica" dico. Lei mi rivolge subito l'attenzione.
"Hey, come va?" Chiede
"Bene dai" mi tiro su, ho la testa che gira un po'. Beth mi porge un bicchiere d'acqua. Guardo il bagno, avrei proprio bisogno di una doccia.
"I ragazzi non vedono l'ora di vederti" dice, sorrido. "prima però, ti aiuto a farti una doccia. So che ne hai bisogno"
"Questa cosa che mi leggi nel pensiero mi spaventa"

Esco dalla vasca, mi sono fatta un bel bagno caldo che mi è servito per rilassarmi. Avvolgo il corpo con un asciugamano.
"Tieni, questi sono i vestiti che ti ho preso" dice Beth entrando in camera. Mi rimetto l'intimo e indosso i leggins e la maglietta. Mi siedo sulla sedia e lascio che Beth mi asciughi i capelli con il phone. Mi sembra di essere tornata bambina, a mia zia piaceva tanto acconciarmi i capelli.
"Stai davvero bene?" Mi chiede
"Si, grazie per tutto Beth. Mi sei sempre stata accanto, non so cos'avrei fatto senza di te."
"Ci mancherebbe, le amiche servono a questo. Bene ho finito, ora devo solo più metterti la crema sui lividi"
"No faccio io stai tranquilla, vai da William. Sei stata con me tutto il tempo" dico, non voglio che lo trascuri. Stanno insieme e voglio che siano felici.
"Ma no! Sto con te"
"Beth, sul serio. Vai da lui, sto bene"
"Sicura?" I suoi occhi si illuminano
"Certamente" rispondo stringendole la mano. Mi da un bacio sulla guancia ed esce dalla camera. Tiro su la maglietta, metto un po' di crema sul dito e la spalmo, mi aiuto con lo specchio per vedere i punti dove devo metterla e per mia sfortuna la maggior parte è sulla schiena.
"Sul serio?" Borbotto. Non ci arrivo, più mi sforzo e più fa male. Questa si che è sfiga, forse dovevo lasciarmi aiutare da Beth. Pazienza, mi toccherà metterla più tardi
"Vuoi una mano?" Chiede una voce maschile inconfondibile. É appoggiato alla porta che pensavo Beth avesse chiuso.
"Si per favore" e io che pensavo di farcela da sola. Entra e chiude la porta, si avvicina a me e mi fa sedere sul bordo del letto. Gli passo la crema e tiro su la maglietta facendo attenzione a non soprirmi troppo. Lo sento respirare rumorosamente e so perchè.
"Ti fanno male?" Chiede
"Non tanto" mento per non farlo arrabbiare. Appena appoggia le dita sui lividi sussulto, ha le mani fredde. È molto delicato e sta facendo attenzione a non farmi male.
"Mi dispiace..." dice d'un tratto "è colpa mia" percepisco il suo dispiacere dalla voce
"Ti prego, non darti colpe che non hai"
"Ti avevo fatto una promessa" dice
"Che hai mantenuto"
"Non è vero, se l'avessi fatto non saresti in questo stato" risponde abbassandomi la maglietta
"Christian... non hai colpe, solo Aaron é il vero colpevole." Dico
"Se non avessi chiamato William al telefono, che cosa ti sarebbe successo?", ammetto che questa domanda mi ha colto di sorpresa
"Avrei cercato un modo per trovare aiuto" rispondo, lui sorride sarcastico
"Sappiamo entrambi che cosa sarebbe successo. Dovevo prevederlo"
"Non avresti potuto, Aaron è imprevedibile. Non sai mai a che cosa stia pensando fino a quando non te lo dice"
"Mi fa incazzare quando faccio promesse e non mantengo la parola" dice stringendo i pugni "avrei dovuto agire subito invece di aspettare che facesse la prima mossa" dice, si gira e sembra voglia andare via. Mi alzo velocemente per fermarlo ma un fitta al torace mi fa perdere l'equilibrio, mi appoggio sulla sua  schiena. Brava Katherine, meno male che dovevi evitare di fare movimenti bruschi.
"Katherine che succede?!" Chiede allarmato.
"La costola, mi fa male" dico a denti stretti
"Siediti"
"No no fa ancora più male, ora passa" rispondo, respiro profondamente e per fortuna sento che il dolore sta diminuendo.
"Va meglio?" Chiede preoccupato
"Si... ti prego,non andare via Christian. Voglio che tu sappia una cosa, sei l'unico che mi ha sempre difeso e aiutato. Grazie a te il mio incubo è finito, grazie a te ho la certezza che nessuno mi farà più del male. Me l'hai dimostrato, e te ne sarò grata per tutta la vita. " dico, lo abbraccio facendo piano a non farmi male. Lui ricambia circondandomi il corpo con le sue braccia muscolose, posso percepire il suo cuore tranquillizzarsi. Pace, protezione, affetto, sono emozioni che ho sempre voluto provare. Mi sento... completa, grazie a lui. Vorrei poter rimanere tra le sue braccia per sempre. Sciogliamo l'abbraccio, ma proprio quando stavo per fare un passo indietro lui mi prende dai fianchi per riavvicinarmi a lui.
"Ci tengo a te Katherine, non sai quanto. Non voglio che ti accada nulla" dice con voce roca. Mi guarda dritto negli occhi, sono luminosi. Sembrano tranquilli. Mi accorgo che ci stiamo avvicinando sempre di più. Il suo profumo mi annebbia la mente, sono incantata da quegli occhi color ghiaccio. Il mio cervello si è spento, è il cuore che comanda adesso. La mia fronte è appoggiata sulla sua, chiudo gli occhi. Sto facendo la cosa giusta? È tutto così nuovo per me, ho paura di star correndo. Non ho mai baciato un ragazzo, sto andando in ansia.
"Io..." non riesco a finire le mia frase che mi sento le sue labbra sulle mie. Ho sentito una scossa quando le nostre labbra si sono unite. Le sue mani possenti mi stringono dai fianchi tenendomi stretta, come se avesse paura che scappassi. Ora so cosa intendono le ragazze quando dicono di avere le farfalle nello stomaco. Sento il battito del mio cuore in ogni singolo millimetro del mio corpo, le mie mani iniziarono a sudare. Non sto capendo più nulla, nella mia mente c'era una vocina che mi ripeteva di rilassarmi... di lasciami andare. Spinta dal desiderio appoggio la mano sul suo petto, per poi farla salire sulla sua spalla muscolosa. Percorre la mia schiena ma all'improvviso tocca proprio il livido che mi fa più male.
"Aia aia aia" dico staccandosi subito da lui.
"Mi hai toccato il livido!"
"Mi hai morso il labbro!" Diciamo insieme. Ci guardiamo per un secondo e scoppiamo a ridere. Questa si che è bella, oh no... aspetta un secondo...GLI HO MORSO IL LABBRO!!! Ora che gli dico?
"Ehm..." ora si che sono in imbarazzo. "Scusa per il..." non riesco a formulare una frase completa.
"Tranquilla, scusami te" dice, cala il silenzio.  I suoi occhi azzurri sono puntati nei miei e mi imprigionano facendomi perdere il senso dell'orientamento e del tempo, entrando in una realtà dove esistiamo solo noi due. Per un attimo è come se nulla intorno a me esistesse. Appoggio la mano sul suo petto solpito, sento il suo cuore battere fortissimo, quasi quanto il mio.
"Voglio che tu sia mia Katherine, non sai quanto mi dia fastidio vederti con qualcun'altro che non sia io. Ma voglio andarci piano con te..." dice, queste parole non fanno altro che amplificare i miei sentimenti. Sorrido, perchè finamente ho trovato una persona che mi vuole, per quella che sono. E non mi importa se il ragazzo in questione è tutto tatuato, con un carattere difficile e poco raccomandato. Finalmente ho capito cosa voglio... lui. Christian Alaxander Foster.

At Least YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora