Capitolo 36

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Capitolo 36

P.O.V. Christian

Gli ultimi quattro giorni a Miami sono stati i migliori. Me li sono goduti per bene e sono serviti per schiarirmi le idee. Brian è stato molto d'aiuto, è riuscito a farmi smettere di pensare ai problemi e cose varie. Ecco perchè tengo molto ai miei amici, sono gli unici disposti a tutto pur di farmi stare bene. Vorrei non essere stronzo con loro, perchè avvolte mi accorgo di essere freddo e distaccato. Però so che mi accettano per quello che sono e non per quello che ho, ed è difficile trovare amici cosi. Prendo lo zaino, la roba che mi serve per il dormitorio e vado a scuola. Se penso che sto per incontrare di nuovo Xavier mi viene il nervoso, non riesco nemmeno a guardarlo in faccia talmente lo detesto. Non dovrò stare al suo gioco, lo devo ignorare al 100%. Non posso avere altri problemi anche perché questa volta mio padre non chiuderà un occhio e poi, non ho tempo da perdere con gente del genere. Parcheggio e raggiungo la classe. Trovo William ad attendermi, lo saluto con abbraccio fraterno. Ieri volevo andare a casa sua ma ero troppo stanco.
"Ciao fratello, allora? Com'é andata?" Chiede. Ho deciso di non dirgli nulla mentre ero in viaggio per non farlo preoccupare e sinceramente... certe cose vanno dette di persona.
"Lascia stare che per poco non ci rimettevo il culo" dico. Di queste 5 ore di lezione ne avrò fatte 2, ultimamente sto avendo solo sostituzione. Ne ho approfittato per raccontare tutto a William e Evan. Sono rimasti senza parole, giá... sfido chiunque a fare ciò che ho fatto io e Brian.

Suona la campanella della pausa pranzo, non ho ancora visto Katherine e... Xavier. Se lui é qui per vendicarsi userá qualsiasi cosa o chiunque per farmi del male. Questo vuol dire che tutte le persone che mi circondano potrebbero finire nel suo mirino e non deve succedere. Per mia fortuna incontriamo le ragazze per il corridoio. Brian le abbraccia entrambe mentre gli altri le salutano con due baci sulla guancia. Io mi limito a un semplice "ciao" e lo so che é da stronzi ma non ho la stessa confidenza che hanno con i miei amici. E poi, io non mostro nessuna emozione in pubblico se non la rabbia. Quella ormai fa parte di me.  Andiamo con loro a mangiare, Katherine è indietro da sola, dai Christian, puoi ancora rimediare. Devo cogliere l'occasione
"Come stai?" Chiedo affiancandola.  Sento immediatamente il suo profumo dolce, il mio cuore sta battendo piú forte del solito. Ma perchè divento ansioso quando devo parlare con lei?
"Bene grazie, tu?" Risponde
"Tutto bene" non so cosa aggiungere, non ho problemi a parlare con le persone ma con lei divento come dire... timido. Non so cosa dire, sono un tipo molto diretto e schietto, dico ciò che penso e non mi importa se è una cosa bella o brutta. Invece con Katherine è come se avessi il timore di dire qualcosa di sbagliato. Ci sediamo e incominciamo a mangiare, mi sono mancati questi stupidi dibattiti a pranzo. Lancio uno sguardo all'entrata e vedo l'ultima persona che avrei voluto vedere oggi. Ha sempre quella camminata da menefreghista, ha messo su un po' di massa muscolare ma apparte questo, non è cambiato di una virgola. Come se si sentisse osservato si gira verso di me. Sento la rabbia salirmi e il corpo scaldarsi. Stringo i forte pugni, voglio andare lì e togliere quell'espressione strafottente dalla sua faccia. Esce mantenendo il contatto visivo con me. È chiaro che mi sta sfidando. Ora basta mi sono trattenuto abbastanza. Mi alzo e lo raggiungo a passo veloce. Qualcuno mi sta seguendo ma non mi importa. Esco dalla scuola e lo trovo appoggiato al muretto.
"Che cazzo ci fai qui!" Ringhio fermandomi a pochi centimetri da lui
"Sono venuto a trovare un vecchio amico" risponde
"Basta prese per il culo! Dimmi che cazzo vuoi da me" urlo spingendolo. Sono al limite della pazienza. Vedere la sua faccia mi fa incazzare ancora di più.
"Il mondo non gira attorno a te amico" dice sorridendo. Ora basta, non mi trattengo piú, gli sferro un pugno sullo zigomo
"NON CHIAMARMI AMICO" dico. Stavo per gettarmi su di lui e fargli provare tutto il dolore e la rabbia che sento ma vengo fermato dai ragazzi. Xavier si rialza, mi sono scordato che adesso é un pugile e ha imparato incassare i colpi ma non ha ancora visto nulla. Non sono più il Christian di un paio d'anni fa e non vedo l'ora di farglielo vedere.
"Lasciatelo, sono anni che aspetto questo momento" dice Xavier.
"Stai zitto!" Dice William. Mi stanno tenendo veramente bene perché sanno che se gli metto le mani addosso lo uccido.
"Te lo ripeto per l'ultima volta, che cazzo vuoi!?" Chiedo. Sento le mie mani tremare, voglio scaricare tutto il nervoso su di lui.
"E me lo chiedi pure? Per colpa vostra mi sono fatto 2 anni in carcere. E adesso la pagherete tutti ma tu Christian... giuro che ti rovinerò. Ti pentirai di ciò che hai fatto!" Dice Xavier, ha la vena del collo gonfia.
"Lasciatemi! Che cazzo ti ho fatto io? Mi volevi dentro ma il tuo fottuto piano è fallito. E io ti dico una cosa... ti conviene sparire finché sei in tempo perchè se l'altra volta ti ho rotto due costole, ora ti romperò qualcos'altro. Ho detto lasciatemi!" Continuo a dimenarmi ma non vogliono lasciarmi andare
"Staremo a vedere" dice Xavier ridendo. Se ne va e io mi pento di non avergli spaccato la faccia quando ne ho avuto l'occasione. Mi siedo per terra e mi metto le mani nei capelli.
"Io lo uccido... lo uccido giuro..." continuo a dire, sento una stretta al cuore. Lui era una delle persone più importanti della mia vita finché non ha deciso di voltarmi le spalle. Questo gesto mi ha fatto stare male ma ha alimentato la fiamma che non si spegnerà mai.
"Calmati Christian, per favore" dice William. Respiro rumorosamente, sto impazzendo. Ogni santa volta mi devono far arrabbiare e sono stufo di stare così. Il passato mi sta divorando e ostacola il futuro. All'improvviso sento la suoneria di un telefono. Ci guardiamo confusi, non è nostro. Mi guardo attorno... una cosa attira la mia attenzione: una macchina parcheggiata vicino a noi. C'é un riflesso non molto chiaro ma a me basta un dettaglio per farmi capire di essere nella merda più totale. Katherine e Elizabeth sono nascoste lì e ci stanno ascoltando.
"Ci hanno seguiti" dico a bassa voce. Adesso si che sono veramente arrabbiato. Non tollero la gente che ascolta le conversazioni altrui, e voglio sapere cosa hanno sentito. Senza fare rumore vado esattamente dietro di loro.

P.O.V. Katherine

Beth mi trascina in mezzo a due macchine, penso che sia una pessima idea. Non dobbiamo ficcare il naso nei loro affari, se avessere voluto coinvolgerci ci avrebbero informate. Siamo troppo vicine, qualsiasi rumore
"Bath andiamo via ti prego" sussuro ma lei mi tappa la bocca con la mano
"Shhtt... ascolta e basta" dice a bassissima voce. Non é giusto quello che stiamo facendo... se ci scoprono non so come potrebbero reagire
"Lasciatemi! Che cazzo ti ho fatto io? Mi volevi dentro ma il tuo fottuto piano è fallito. E io ti dico una cosa... ti conviene sparire finché sei in tempo perchè se l'altra volta ti ho rotto due costole, ora ti romperò qualcos'altro. Ho detto lasciatemi!" Urla Christian, la sua voce la riconoscerei ovunque. Cosa diavolo ho appena sentito??
"Staremo a vedere" risponde Xavier, sentiamo dei bisbigli che non riesco a capire.
"A quanto pare Christian ha un conto in sospeso con Xavier" dice Beth. D'un tratto il telefono di Beth inizia a suonare
"Cazzo" impreca premendo velocemente il tasto per spegnerlo. L'avranno sentito?
"Andiamo via veloce" dico nervosa, ma quando ci giriamo per andarcene rimango pietrificata trovandomi Christian davanti. Beth sbianca in volto e io inizio a sudare freddo. Io lo sapevo dannazione... Serra la mascella, i suoi occhi sono freddi e micidiali, vorrei sotterarmi pur di non subire quello sguardo pauroso. Nessuno osa dire una parola, i ragazzi ci raggiungono e ora si che mi sento morire dentro.
"Cosa avete sentito?" Chiede Christian con tono serio, mi vengono i bridivi...
"Giusto l'ultima frase, ora togliamo il disturbo" risponde Beth, cosi sta solo peggiorando la situazione
"Non volevamo... origliare..." sussurro, non ho il coraggio di affrontarlo ne di sostenere il suo sguardo.
"Non potevate farvi gli affari vostri!?" Dice Christian alzando la voce. Stringo la mano a Beth, voglio andare via.
"Anzi sapete che vi dico? Non siamo stupide, sappiamo che state nascondendo qualcosa e pensavamo che fossimo amici" risponde Beth, é arrabbiata. Si é vero, loro hanno sbagliato però la colpa è anche nostra.
"Non siamo tenuti a dirvi tutto e me ne frego di quello che avete sentito. E non siete tenute ad essere nostre "amiche" dice mimando le virgolette
"Christian basta dai" dice William ma lui lo fulmina con lo sguardo
"Basta un cazzo, loro ascoltano le nostre conversazioni e tu mi dici di smetterla? Voi... avete tradito la nostra fiducia" dice puntandoci un dito contro, sembra ferito ma anche deluso. 
"Andiamo Beth" dico
"Oh bene, scappa dai problemi come fai sempre." Dice, questa frase è come uno schiaffo.
"Io... non scappo. Li evito" rispondo.
"A quanto pare invece sei una calamita"
"Stai esagerando" ribatte Brian, ma Christian lo ignora
"Prenditela con me e non con lei, sono io che l'ho trascinata qui e a quanto fare ho fatto bene. Ogni cavolo di volta che vi facevamo una domanda facevate i vaghi e le vostre risposte erano "no niente", ma ripeto... non siamo stupide" Ribatte Beth.
"Era il modo più educato di dirvi di farvi i cazzi vostri" dice acido, basta non posso stare qui ad ascoltare. Mi sono sbagliata su di lui e mi pento di aver abbassato le difese con una persona del genere.
"Messaggio ricevuto" dico girandomi per andare via
"Ti ho detto che non mi devi voltare le spalle mentre ti sto parlando!" Dice, ora non devo abbassare la testa, voglio dire quello che penso perchè sono stanca di essere presa in giro. Proprio da lui... io non me l'aspettavo.
"Ero preoccupata per voi, non volevo che vi metteste nei guai con Xavier perchè a non piaceva nemmeno a me ma dopo quello che ho sentito... quello che gli hai fatto... mi sono sbagliata su di te, pensavo fossi diverso ma non hai fatto altro che confermare ciò che le persone dicono su di te." Dico, i miei occhi bruciano ma non voglio piangere. Lui trattiene il respiro, non si aspettava tutto questo ma era da quando ha picchiato quel ragazzo in discoteca che penso a ció.
"Dunque è cosi che la pensi... ti ho giá detto che me ne sbatto dell'opinione altrui perció... pensi che mi importi cosa pensi tu?" Risponde con un sorriso che mette i brividi.
"No, perché so detto da me non é niente... ma va bene cosi" e questa volta vado via senza voltarmi.

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