Capitolo 13

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P.O.V. Katherine

Mi sveglio con fatica, ho pianto per tutta la notte. Faccio una doccia per svegliarmi bene. Ho un aspetto orribile, gli occhi sono gonfi e rossi. Il mio sguardo cade sul collo, no no non posso crederci... ho dei lividi enormi. Cerco di coprirli con il fondotinta ma ottengo il contrario. Decido alla fine di mettermi una sciarpa, spero che faccia fresco fuori altrimenti sarà un bel problema. Qualcuno bussa alla porta, apro e vedo che è Beth
"Wow, che bella cera che hai" mi dice.
"Uffa si nota così tanto?" Chiedo
"Cavolo si" prendo lo zaino e andiamo in classe. Ogni volta che passava qualcuno vicino a me sussultavo spaventata, mi sembra di vedere Aaron ovunque. E sono terrorizzata al solo pensiero di incontrarlo. Fortunamente non succede nulla. Il prof di scienze entra in classe, ci guarda uno a uno e sappiamo tutti che cosa starà per dire.
"Bene, siccome ieri non c'ero interrogo oggi, vediamo un po'... Cooper vieni alla lavagna" chiama proprio Beth all'interrogazione. La guardo allarmata ma mi fa l'occhiolino. A quanto pare ha deciso finalmente di aprire il libro.

Le ore di lezione sono passate velocemente, mi siedo a tavola insieme a Beth. Ho lo stomaco chiuso da ieri. Christian e i suoi amici si siedono dinuovo con noi, ormai è diventata un'abitudine.
"Ciao ragazze" dice William salutandoci. Christian si é seduto accanto a me, il che mi rende particolarmente nervosa... più di quanto io lo sia già. I ragazzi stanno parlando tra di loro mentre io cerco Aaron tra gli studenti. Non si è ancora fatto vedere e a dire la verità Vanessa mi è sembrata troppo calma. Beth mi sta guardando da prima
"Che c'é?" Le chiedo
"dimmelo tu, oggi sei particolarmente nervosa" mi dice.
"É solo una tua impressione" rispondo. Mi gratto il collo, questa sciarpa mi sta facendo morire dal caldo.
"Cosa diavolo é quello?" Dice Christian attirando l'attenzione di tutti.
"Eh?" Non capisco di cosa stia parlando.
"Togliti la sciarpa" dice guardandomi con i suoi occhi glaciali.
"No" rispondo, sono proprio sfigata. Come diavolo ha fatto a vederli? O ha un occhio attento oppure sono io che ho dato troppo nell'occhio. Serra la mascella, con uno scatto me la toglie scoprendo il mio collo. Cerco di coprirlo con la mano ma mi ferma. Passa l'indice sui lividi, i suoi occhi si incupiscono.
"É stato lui vero?" Chiede a denti stretti, ripenso a ciò che é successo. Abbasso lo sguardo, sento gli occhi pizzicare. Improvvisamente Christian si alza e va al tavolo di Vanessa
"Si mette male" sussurra Brian. Dopo 5 secondi torna da noi, mi afferra dal polso.
"Ma che stai facendo?" Dico. Mi trascina con sé, i suoi amici e Beth si alzano e ci seguono
"Lasciami" continuo a dire. Mi sta mettendo paura. Mi porta al campo di football, dove c'è la squadra che si sta allenando.
"Jackson!" Urla. Inizio a tremare, finalmente mi lascia il braccio. Aaron si avvicina insieme ai suoi amici.
"Che vuoi Foster?" Dice, ma quando mi vede inizia a ridere
"Sapevo che non avresti tenuto quella cazzo di bocca chiusa" mi dice.
"Io ti avevo avvisato" dice Christian, gli tira sul pugno così forte che cade a terra. Beth mi tira dal braccio per allontanarmi.
"Basta fermi" urlo terrorizzata. Gli altri giocatori cercano di fermarlo ma vengono presi a pugni. Christian si avventa su Aaron, che è per terra, cerca di difendersi ma lui é troppo forte. William, Brian e Evan lo afferrano dalle braccia per tirarlo via.
"Basta così lo uccidi" gli urla William
"Lasciatemi cazzo" risponde Christian spingendoli. Aaron si rialza, é sporco di sangue e non riesce a reggersi in piedi
"TI DENUNCIERÓ" Urla
"Fallo cazzo, lasciatemi dannazione" Christian si dimena ma i ragazzi lo tengono fermo. "Ringrazia che ci sono loro che mi stanno tenendo altrimenti non staresti respirando" dice. Lo portano via da li, io e Beth li seguiamo in silenzio.
"Basta lasciatemi" ringhia Christian. Finalmente lo lasciano andare. Cammina nervoso con le mani nei capelli, ma poi fa una cosa inaspettata. Urla e tira un pugno contro l'albero. Rimane fermo cosi, per dei secondi.
"È più grave di quando pensassi" sussurra William. Sono ancora scossa da quello che é successo, ma a vederlo cosi... sento il bisogno di andare da lui. Faccio un passo in avanti ma Evan mi prende il polso fermandomi.
"Aspetta un attimo" mi dice. Dopo un po' Christian si siede sull'erba e fissa il vuoto. Evan mi lascia facendomi segno di andare, mi avvicino piano piano e mi inginocchio davanti a lui. Ha le nocche sporche di sangue e le sue mani stanno tremando. Lo abbraccio...non credevo che avrei mai fatto una cosa del genere. Nessuno aveva mai mosso un dito per me, ne ho viste di tutti i colori qua dentro. E poi é arrivato lui, un ragazzo all'apparenza tenebroso e pericoloso, che picchia il mio incubo peggiore.
"Grazie" gli sussurro. Lo sento la sua schiena irrigidirsi e inspira forte, capisco di aver spagliato ad abbracciarlo. Non so cosa mi é preso, mi sembrava l'unico modo per aiutarlo. Ma quando volevo allontanarmi le sue braccia mi circondano intrappolandomi. Percepisco mille brividi nel corpo, é una sensazione che non ho mai provato prima d'ora. Sento che si sta calmando, il suo respiro diventa sempre più regolare. Mi allontano un po' e gli prendo la mano ferita
"Devi medicarla" dico.
"Non importa" risponde freddo. Mi da una mano ad alzarmi e se ne va. Ritorno dai ragazzi, William ha lo sguardo sorpreso.
"Dove sta andando?" Gli chiedo
"Conoscendolo in camera sua" risponde
"Beth, ci vediamo domani. Ciao ragazzi" dico salutandoli
"Aspetta vengo con te" dice William. Andiamo via ed entriamo nel dormitorio. Passiamo dalla portineria per prendere la cassetta del pronto soccorso, ho dovuto inventarmi una cavolata per convincere la governante a darmela.
"Ti ha spaventato vero?" Mi chiede d'un tratto
"Si"
"Eppure l'hai abbracciato" dice
"Ho sentito che ne aveva bisogno. Solo che non capisco perché mi ha difeso così, perché adesso e non prima"
"Ti posso assicurare che avrebbe voluto farlo molto prima ma... diciamo che é difficile da capire" risponde. Arriviamo davanti alla sua camera.
"Vai entra" dice William
"E tu?" Chiedo
"Ti ho accompagnata per non lasciarti sola. Ha più bisogno di te che di me." Risponde, mi lascia li. A realizzare cos'ha appena detto. Decido di bussare e aspetto una risposta che però non arriva, non riprovo più. Se vuole stare da solo rispetteró la sua scelta, mi giro per andare in camera mia ma la porta dietro di me si apre. Aspetto un attimo e con passo incerto entro dentro. É seduto sul letto, senza maglietta e si guarda le mani. Distolgo lo sguardo dal suo torace muscoloso e pieno di tatuaggi, sento il mio viso andare a fuoco.
"Non dovresti essere qui" dice.
"Si ecco... hai ragione... ehm...forse è meglio che vada. Si vado" dico balbettando, non riesco a formulare un frase decente. Mi guarda con i suoi occhi freddi come il ghiaccio e si sofferma sulla cassetta che ho in mano. Appoggio la mano sulla maniglia per aprire la porta e andarmene via. Che cosa cavolo mi è passato per la mente? Ovvio non mi vuole qui con lui, dopotutto mi conosce da pochissimo. Avvolte sono proprio stupida
"Resta" dice d'un tratto. Mi fermo subito "e puoi medicarmi la mano". Non so perché ma sorrido, sono felice che abbia accettato il mio aiuto. Mi guardo attorno per cercare una sedia, la prendo e mi siedo di fronte a lui. Mi da la mano, cavolo le nocche sono piene di schegge e si sta formando la crosta. Prendo l'acqua ossigenata e pulisco bene le ferite. Sento il suo sguardo trapassare il mio corpo
"Sei proprio strana" dice inclinando la testa
"Perché?"
"Fino a 2 giorni fa manco mi guardavi mentre ti parlavo e ora mi stai medicando la mano" risponde
"Mi sembra il minimo dopo quello che hai fatto"
"l'avrebbe fatto chiunque" dice
"E invece é qua dove sbagli"
"Mi stai dicendo che nessuno ti ha mai aiutato?" Chiede alzando un po' la voce
"A nessuno interessa aiutare una come me" rispondo fasciandogli mano. Sento un nodo alla gola, purtroppo é la verità. Rimane a guardarmi, come se mi stesse studiando.
"É quello che pensi tu"

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