Capitolo 15

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Esco fuori da scuola e saluto Ramona, oggi non prenderà il treno con me perché dovrà stare in giro con Davide.
Mi avvio per andare in stazione quando sento qualcuno tirarmi per il polso. Oddio, mi vogliono scippare la borsa! Strappo subito il braccio dallo sconosciuto, sto per darmela a gambe.

-"Aspetta Sophi!" Ah è mio padre, fantastico! A sto punto preferivo uno scippatore.
-"Che vuoi?" Gli rispondo scocciata.
Lui non dice una parola, aspetto qualche secondo.
-"Se non parli ora perderò il treno, quindi dimmi subito".
-"okay, okay non preoccuparti per il treno Sophi, oggi starai da me fino a cena. Ho già avvisato tua mamma.
Volevo solo parlarti. E come ti ho già detto in un modo o nell'altro voglio recuperare ciò che non avevo potuto fare precedentemente".

Annuisco e lo seguo. In macchina c'è un silenzio abbastanza imbarazzante e vedo che mio padre si sta agitando continuando a sfregarsi le mani sui pantaloni se va avanti così quando arriveremo a casa sua o a casa della sua amorosa saranno consumati.

-"Ma stiamo andando a casa tua o della segretaria?" Gli pongo una domanda, ma non ricevo subito una risposta perché ora mi sta lanciando occhiatacce.
-"Per prima cosa "la mia segretaria" ha un nome e si chiama Clara, seconda cosa stiamo andando a casa mia e mi sono sistemato da poco è ancora da arredare, terza cosa vuoi chiamare anche Jacopo?"
-"Capito... Mmm gli mando un messaggio e poi ti faccio sapere"
Mi sorride.

L'appartamento di mio padre è vuoto, diciamo, c'è solo un tavolo, un divano nero di pelle e qualche mobiletto. Continuo a guardarmi intorno immaginandomi tutto l'arredamento.

Mio padre mi sta scrutando -"Hai l'onore di arredare la casa!" Mi annuncia con una voce divertita.

-"oh, va bene grazie. Comunque Jacopo non potrà venire perché stasera starà dalla sua ragazza" mi siedo sul divano.
Esce dalla cucina con grandi passi e gli occhi sgranati.
-"Tuo fratello? Con la SUA RAGAZZA?" È rimasto sbalordito a quanto pare.
-"Certo! Non può mica stare forever alone per sempre! Poi non è un brutto ragazzo... È solo che non ci sa fare con le tipe"
-"Bhe meno male!" Comincia a ridere.

Non l'ho mai visto così mio padre, con un'aria spensierata e tranquilla. Giustamente perché non c'era mai.
Lo raggiungo in cucina, sta cucinando e sento il mio stomaco brontolare spero che stia preparando qualcosa di commestibile se no ordinerò una pizza.

Comincio ad annoiarmi, decido di farmi un giro dell'appartamento.
Dal salotto si collega un corridoio lungo in cui ci sono quattro porte. Ah però, per vivere da solo ha bisogno di così tanto spazio?
Apro la prima porta ed è una stanza piccola e credo che sia il suo studio o qualcosa del genere. Guardo nella seconda e in mezzo la stanza c'è un letto matrimoniale. Nella terza c'è un bagno. Quindi nella quarta stanza ci dovrebbe essere uno sgabuzzino o una cabina armadio? Apro la porta ed è un'altra camera da letto più una porta che conduce ad un bagno. Però in questa stanza non c'è nulla.
Magari è la camera per gli ospiti? O forse verrà qui Clara? O forse sfrutterà quella stanza per farci qualcosa altro, tipo una palestra? Torno da mio padre e mi siedo su uno sgabello di fianco all'isola della cucina e lascio a penzoloni le mie gambe.

-"Ma nella seconda camera da letto che cosa ci farai?"
-"Nulla, sta a te decidere. A meno che tu non voglia dormire per terra" gli scappa una risatina nervosa.
-"come scusa?" Sono disorientata dalla sua affermazione.
-"Sophi... Quella sarà la tua stanza"
-"Mi stai dicendo che verrò a vivere qui con te?!"
-"Sì, ne ho già parlato con tua mamma e lei è stata d'accordo. Tanto puoi sempre andarla a trovare non è tanto lontana, sono venti minuti di strada."
-"E perché nessuno ha chiesto il MIO parere?!" Bellissima sorpresa questa, ora decidono anche su questi fatti senza chiedermi niente.

Scendo dallo sgabello infastidita dalla loro decisione ed entro nella mia così detta stanza nuova. Mi siedo al centro del pavimento. Mi sdraio a pancia in giù e fisso il parquet. Perché a me?!

Sento vibrare il telefono nella tasca dei miei jeans, lo tiro fuori leggo il nome: Alex. Alzo gli occhi al cielo, non lo sento da un bel po' e appare sempre nei momenti peggiori come quella volta in cui mio padre se ne era andato di casa. Ma si mettono d'accordo quei due? Del tipo "oh sto per dire una cosa a mia figlia che probabilmente la devasterà! Preparati per consolarla!"
Gli rispondo.

-"Dimmi Alex"
-"Ciao piccola, scusami se sono sparito un'altra volta! Davvero perdonami"
-"Come vuoi, tanto poi dopo questa chiamata non mi risponderai più ai miei messaggi per una settimana" dico con un tono annoiato.
-"Piccola, credimi ho avuto una settimana piena!"
-"okay." Questa è la solita scusa.
-"Alex, voglio chiederti una cosa, ma devi essere onesto"
-"dimmi piccola"
-"Hai qualche sentimento per me?"
-"Sì" wow che record, sta volta si è degnato di rispondermi al momento a questo tipo di domande, ma cosa più importante prova qualcosa per me.
-"Sophi i-io t-ti... Scrivo più tardi perché ora devo andare a prendere mio fratello,
Ciao piccolina!" Riattacca.

Sento bussare alla porta.

-"Indietro!"
-"Sophi! Non sei divertente!"
-"E quindi? Significa che non puoi entrare!"
-"Guarda che ho hamburger e patatine!"
Cerca di persuadermi, ma non posso dirgli di no perché ho una fame da lupi.
-"Entra!"

Un profumino invitante invade la stanza, lui si siede di fronte a me e appoggia i piatti per terra. Cominciamo a mangiare.

-"Con chi parlavi prima?" Chiede mio padre incuriosito.
-"Con nessuno"
-"Ah, Alex non è nessuno?"
-"Ora origli pure le mie chiamate?!"
-"ops!" Comincia a ridere a crepapelle e non so come dopo un po' mi ritrovo pure io a ridere.

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