Capitolo 16

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Con Alex ho ripreso la stessa routine di sempre. Continuiamo a sentirci per telefono e qualche volta bisticciamo per il fatto che non ci siamo mai visti di persona dopo quasi tre mesi, ma io non riesco a stare un giorno senza sentirlo, ora mai è diventata una mia abitudine essenziale anche se non è la cosa più bella di questo mondo perché preferirei passare una giornata con lui al suo fianco, invece dei soliti messaggi e chiamate. Mi sono talmente affezionata a lui e credo di amarlo? È una cosa davvero grande, ma ci tengo troppo a lui, credo che se glielo dirò sembrerò ancora più stupida. Posso dire di fidarmi e che aspetterò per lui perché prima o poi dovremo vederci. Almeno spero.

-"Sophi ti ho portato un altro scatolone!" Mi informa mio fratello.
È sabato mattina e sto riponendo le mie cose negli scatoloni, almeno stasera potrò cominciare a sistemarmi nella mia nuova dimora.

Nel pomeriggio chiudo l'ultimo scatolone e Jacopo mi aiuta a portare tutto in macchina di nostro padre. Ultimamente sto cercando di costruire un buon rapporto con papà e stessa cosa Jacopo.
Dall'ultima discussione avuta con mia madre abbiamo ricominciato un po' a riparlarci, ma trovo ancora un grande rimorso verso i suoi confronti e sento ancora di non essere stata perdonata al cento per cento.

Arrivati all'appartamento vado in camera mia, appoggio uno scatolone per terra e noto che mio padre ha fatto mettere un letto matrimoniale wow! Passerò le notti a rotolare da un lato all'altro.
Comincio a disfare qualche scatolone e ripongo i miei vestiti nell'armadio, sistemo i libri su uno scaffale che c'è di fianco al letto e sul comodino ci piazzo la mia adorata abat-jour regalatami da mia nonna quando ero ancora piccina perché avevo paura del buio quando c'era il temporale.

Mi guardo intorno e mi accorgo che sono rimasti ancora quattro scatoloni.
Sono abbastanza stanca oggi, finirò di disfarli domani.
Raggiungo mio padre in cucina e lo aiuto a preparare da mangiare. Ceniamo chiacchierando tranquillamente come se la sua assenza non ci fosse mai stata e che non mi fosse mai mancata una figura paterna. Forse è meglio così, tutte le persone dovrebbero avere almeno una possibilità per ovviare ciò che si ha sbagliato nel passato, questo è ciò che penso.

Controllo l'ora e sono le nove di sera mi infilo il pigiama e mi butto sul letto e mando la buonanotte ad Alex. Non aspetto una sua risposta perché mi addormento subito.


Sento bussare alla porta di camera mia, è mio padre.
-"vuoi venire con me a fare colazione?" Mi chiede con voce allegra.
-"okay, mi preparo poi arrivo" dico ancora assonnata.
Controllo l'ora e sono le nove e un quarto, poi mi accorgo di avere anche un messaggio da parte di Alex

Alex: Buona notte, piccola!
Ti amo.

Sgrano gli occhi e balzo giù dal letto.
Magari l'ha detto scherzando? Ma quel messaggio è scritto con una serietà pari al cento per cento. Non ci posso credere! Ha detto veramente quelle due paroline.
Gli rispondo ricambiando quel "ti amo".

Mi tremano le mani, comincio ad agitarmi poi mi ricordo che mi devo muovere per prepararmi, mio padre mi sta aspettando.

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