Capitolo 20

67 3 0
                                    


Sento i miei piedi doloranti a causa dei tacchi, dico ad Andrea che mi vado a cambiare le scarpe e quindi ritorno al nostro tavolo. Per fortuna che mi son portata dietro le Vans! Le indosso e sorrido alleviata dal dolore.

Decido di prendermi una boccata d'aria e mi avvio verso l'uscita del locale.

Ad un tavolo noto due ragazzi che stanno ridendo di gusto per un loro amico che è ubriaco e che sta facendo l'esibizionista. Ma il volto di uno dei due mi è molto familiare, moltissimo.
Mi fermo di scatto. Il mio cuore comincia a battere a mille, le mie gambe sono completamente diventate di piombo e rimango ferma in quel punto della sala. Eccolo, colui che mi ha fatto innamorare perdutamente, colui che ha imparato a conoscermi in pochi mesi; lui, la persona a cui mi sono confidata sin dall'inizio e ho iniziato ad aprirmi permettendogli di entrare nella mia testolina in subbuglio.
Ora ho due opzioni: dirigermi verso di lui dopo mesi e mesi che ho sempre voluto vederlo di persona e trascorrere del tempo al suo fianco o darmela a gambe per l'ansia.
Comincio a camminare verso la sua direzione e più mi avvicino più sento il cuore battermi più forte e credo che tra poco mi si spaccherà la cassa toracica. Sono quasi vicina, continuo a fissare intensamente il mio obiettivo, i nostri sguardi si incontrano, eccoli lì i suoi bellissimi occhi color nocciola e quel sorriso perfetto da farti andare su di giri. Alzo una mano per dirgli ciao, ma il suo amico, credo che sia il suo migliore amico, quello della foto profilo di whatsapp, gli dice qualcosa e si alzano entrambi prendendo sottobraccio il ragazzo ubriaco per portarlo fuori dal locale.
Ma che diamine! Ancora pochi passi e sarei stata da lui, ma mi avrà notata? Gli ho fatto un cenno con la mano, ma lui non mi ha ricambiata. Vorrei scaraventare una di queste sedie al suo migliore amico. Okay, forse sto esagerando, non posso prendermela con lui perché dovevano portare via il ragazzo che stava dando spettacolo.
Senza accorgermene sono fuori dal locale, mi guardo intorno e vedo solo un gruppetto di ragazzi.

Li vedo, stanno salendo in macchina e alla guida c'è Alex.

Mi immagino una scena di qualche film in cui io chiamo un taxi ed esclamo come una dannata "segua quella macchina!". Ma credo che sarà impossibile.

Mi siedo su una panchina vicino l'entrata del locale, stringo i pugni e sento pizzicare gli occhi. Non ora, non devo piangere. Forza Sophi.
Eppure ero convinta che mi avesse notata, tutti erano a ballare e i tavoli erano quasi vuoti, io ero l'unica che si stava dirigendo verso quella direzione e i nostri sguardi si erano pure incrociati ne sono più che sicura.

Il telefono mi vibra nella tasca dei jeans.

Alex.

-"Pronto?"
-"Ciao piccola mia!"

Rimango sbalordita dalla sua tranquillità. Ma cosa gli prende a questo ragazzo?
Mi limito a sospirare.

-"Piccola? Ci sei? Tutto a posto?"

Sta facendo sul serio? La collera mi sta salendo fino alle stelle. Ora voglio delle spiegazioni.

-"NO che non è a posto Alex!" Urlo
-"C-c-cosa è successo?" Mi chiede balbettando con un filo di voce, come se avesse avuto paura della mia reazione.
-"Non fare il finto tonto! So che eri anche tu alla festa e te ne sei andato poco fa con il tuo migliore amico e un altro ragazzo che a momenti non stava più in piedi per il troppo bere. Sai, stavo venendo da te per salutarti, farmi presente dopo mesi e mesi. So perfettamente che mi avevi vista! Invece di venire da me hai preferito andartene, potevi almeno ricambiare il mio saluto, ma neanche quello! Perché per te è troppo impegnativo! Per te è troppo faticoso anche trovare del tempo per la persona che ami, ma vedo che l'occasione per andare ad una festa c'è l'hai."
-"Ma che diamine stai farneticando?!
Io non ti ho vista da nessuna parte! Sì ero ad una festa e quindi? E a questa festa non c'eri Sophi!" Ora è lui che sta urlando. Tutto questo mi sta mandando il cervello in confusione. Forse ha ragione, forse non mi aveva visto sul serio.
Rimango in silenzio finché Alex ricomincia a parlare.

-"Fatti viva quando avrai la testa a posto, non arrivare subito alle conclusioni Sophi." Le sue parole sono talmente ghiacciate che mi sono saliti i brividi lungo la spina dorsale.

Riattacca alla chiamata.

È passata quasi un'ora e sono ancora seduta su questa panchina. Ho continuato a fissare le mie scarpe come se fossero la cosa più interessante di questo mondo. Mi sento una patetica. Davvero, ma che diamine mi è preso?
Ha ragione sul fatto che non devo arrivare subito alle conclusioni e forse non mi aveva visto davvero, ma non gliela do per vinta per il fatto che il tempo per andare ad una festa c'è l'ha e invece per passare del tempo con me, no.
Mi devo fidare ancora di lui?

Arrivata a casa mi cambio e mi butto sul mio letto, mio padre sta già dormendo e lo sento ronfare.
Cerco in tutti i modi di trovare una posizione per addormentarmi, ma nulla.
I miei pensieri ricadono tutti su Alex. Da una parte mi sento un po' in colpa, devo assolutamente chiedergli scusa e togliermi questo peso di dosso.

Ora ho in mano il telefono e sono nella rubrica. Lo chiamo nonostante sia già troppo tardi. *Tu sei pazza!* Sì di lui.
Dopo un po' di squilli mi risponde con una voce rauca ed assonnata.

-"Ciao Alex, scusami per la reazione di prima. Davvero, sai che non resistevo più da tempo e la voglia di vederti mi assillava ogni giorno di più. Non so come fai tu a lottare contro questo ossessionato pensiero.
Quando ti avevo visto volevo cogliere l'occasione a tutti i costi. Ma a quanto pare la sfiga mi perseguita. Chiedo umilmente perdono.
Ah voglio essere onesta con te... Hai ragione sul fatto che non devo saltare subito alle conclusioni, ma mi sembra strano che tu continui a respingere i miei inviti ad uscire quando poi ti ritrovo ad una festa e su questo vorrei delle spiegazioni anche se so già quale sarà la tua risposta, cioè che sei sempre occupato e hai da fare.
Sappi che io voglio stare con te, ma non ce la faccio più a rimanere attaccata solo ad un telefono, io ho bisogno della tua presenza, io ti amo." Ho detto tutto ad un fiato, il mio cuore sta battendo all'impazzita come se avessi appena finito di partecipare ad una corsa ad ostacoli. Spero solo che sto qui non si sia addormentato dopo il mio lungo discorso.

-"Piccola, tranquilla è tutto okay. Ti chiedo scusa pure io per prima.
Ti amo. Però se vuoi che continui ad amarti smettila di chiamarmi alle due mezza del mattino."
Mi scappa una risatina.

-"Okay, però non mi hai dato delle spiegazioni Alex."

-"mmm non posso dirtelo ora, piccola."
Mi risponde sussurrando.

-"Perché no?" Mi lamento.

Non ricevo risposta, ma sento solo i suoi profondi respiri. Cavolo! Si è addormentato.
Sto attaccata ancora per un po' al telefono solo per sentirlo. Sembro una stalker con disturbo ossessivo e compulsivo.

Chiudo la chiamata.

Per lo meno ho risolto una piccola parte di ciò che è accaduto prima, ma non mi ha ancora dato una valida giustificazione per il fatto che non può uscire con me. Forse è meglio tralasciare come ho sempre fatto, ma prima o poi salterà fuori di nuovo questa discussione.

Finalmente mi addormento anche io.

MaybeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora