Febbre alta, occhi rossi, naso tappato, un mal di testa atroce, e continui starnuti, ecco come stava Taehyung.Era da una settimana che era partito quel patto e lui non aveva potuto usufruirne nemmeno per un giorno, anzi, più i giorni passavano e più lui stava male.
E mentre l'azzurro stava male, così male da non potersi quasi alzare dal letto, dall'altra parte c'era Jungkook che stava gioendo come se avesse vinto alla lotteria.
"Mamma... voglio la mamma." piagnucolò l'azzurro stringendo fra le sue braccia uno dei tanti cuscini, che si trovavano intorno a lui.
"Jeon Jungkook." disse dal nulla spalancando gli occhi, "Chiamatemi Jeon Jungkook ora." sbottò contro una delle cameriere, l'azzurro.
Nella sua stanza c'erano due cameriere, pronte ad aiutarlo, e lui ovviamente non poteva far altro che usufruire di loro.
"Il signor Jeon al momento è occupato." lo informò quasi spaventata, una delle cameriere dopo essere rientrata dentro la stanza dell'azzurro.
Taehyung sorrise, e quel sorriso bastò per far uscire di nuovo la cameriera.
E dopo nemmeno due minuti, entrò dentro la camera dell'azzurro, suo marito.
"Signor Jeon che diamine vuoi?" chiese Jungkook, avvicinandosi al letto matrimoniale.
"Cucinami la zuppa di pesce. Voglio la zuppa di pesce e tu la sai fare. Perciò vai e fammi stare meglio." ordinò l'azzurro con la guancia spiaccicata contro il cuscino.
Jungkook nel vedere suo marito così docile, sorrise, sentendosi felice del suo malessere, ma non perché volesse che Taehyung stesse male, ma perché in quella settimana l'azzurro era rimasto a casa.
E ogni volta che l'azzurro aveva bisogno di qualcosa, chiamava suo marito, come se in quello stato, lui si fidasse solo di Jungkook.
E questa era la verità, almeno, un tempo era così.
"Ti senti meglio? Vuoi che chiami di nuovo il dottore?" chiese leggermente preoccupato il viola.
"No Jeon, voglio solo un bel piatto pieno di zuppa di pesce." ripetè l'azzurro, non guardando nemmeno suo marito.
Jungkook trattenne un sorriso e senza dire altro, uscì dalla stanza dell'azzurro.
Taehyung si coprì il viso con un cuscino sentendosi in imbarazzo, senza alcun motivo preciso. Stava male è l'unico di cui riusciva a fidarsi, era suo marito.
Taehyung si sentiva stanco e questo lo portò a chiudere gli occhi e cadde in un sonno leggero. Ma quel momento di beatitudine durò ben poco, perché i suoi occhi si spalancarono a causa di un dolore atroce alla pancia.
"Cazzo." gemette contorcendosi fra le coperte.
"Ma per dio. I maschi non posso rimanere incinti, vero?" ringhiò Taehyung abbracciandosi la pancia.
"No signor Jeon. I maschi non possono rimanere..." e la ragazza non finì la sua frase, a causa dello sguardo omicida che l'azzurro le dedicò.
"Chiamate Jeon ora. Quel bastardo deve passare il mio stesso inferno." disse a denti stretti Taehyung.
"Signor Jeon..."
"Signor Jeon un cazzo. Sono il signorino Kim. Sbagliate un'altra volta e sarò felice di licenziarvi." disse serio, troppo serio.
"Il signor Jeon sta cucinando per lei in questo momento. Tra venti minuti arriverà." lo informò una cameriera, che era appena entrata dentro la stanza dell'azzurro.
"Per voi io mi merito tutto questo? Mi merito tutto questo dolore? Io Kim Taehyung, l'uomo più desiderato dell'intero mondo, merito di stare così male?" domandò l'azzurro piagnucolando come un bambino.
"No signore." dice piano una delle cameriere.
"Esatto cazzo. Esatto." sbuffò Taehyung.
"Potevo essere dentro la casa di qualcuno, a festeggiare per un affare andato a buon fine, invece? Sono dentro questa villetta a soffrire. Quando io non merito di stare male. Aish." continuò a lamentarsi l'azzurro.
E le cameriere nel vedere il ragazzo, lamentarsi come un vero bambino, dentro le coperte sfatte, cercarono davvero di trattenere una risata, che voleva abbandonare le loro labbra.
Taehyung era uno spasso da vedere, in quella settimana, lui con le sue lamentele aveva migliorato le giornate di tutte le persone presenti dentro quella villetta.
"In più la settimana prossima devo assolutamente presenziare alla sfilata di Gucci, in cui sono stato invitato. E ci andrò a tutti a costi. Perché io devo vedere la nuova collezione okay? Me lo merito." piagnucolò Taehyung.
Aveva davvero ricevuto un bel invito, e con le lacrime agli occhi lui aveva accettato, giusto una settimana prima.
"Taehyung mettiti su." disse il marito dell'azzurro, entrando con un vassoio tra le mani, con su un piatto pieno di zuppa di pesce e accanto al piatto c'era un bel bicchiere pieno di spremuta di melograno.
Taehyung subito si appoggiò alla tastiera del letto e sistemò il piumone sulle sue gambe. E Jungkook appoggiò il vassoio sulle gambe di suo marito e poi si mise a sedere.
"Dimmi com'è." ordinò il viola leggermente ansioso.
Taehyung lo guardò male e poi con una calma, che fece irritare il viola, afferrò il cucchiaio e con altrettanta calma infilò il cucchiaio dentro il piatto. Poi vedendo gli occhi spazientiti di Jungkook, soffiò velocemente sul cucchiaio e se lo portò alle labbra.
"Mh... ne hai fatte di migliori. Nella media." lo provocò Taehyung, prendendo un altro cucchiaio e portandoselo velocemente vicino alle labbra.
Jungkook sorrise senza farsi vedere e scosse la testa, osservando l'azzurro che stava mangiando così velocemente, che gli era salita la paura che si potesse strozzare.
"Stasera io devo uscire. Tu sai già che non puoi fare cazzate, giusto?" prese parola il viola, attirando tutta l'attenzione dell'azzurro.
"Scordatelo." tagliò corto Taehyung.
Se Taehyung non poteva uscire, valeva lo stesso per Jungkook.
"Come tu tornerai sul mercato quando ti passerà questo raffreddore, io posso fare lo stesso già da ora." spiegò Jungkook, in modo serio.
"Si hai detto bene, quando. Ma ora siamo sulla stessa barca, perciò non puoi uscire." ringhiò a denti stretti l'azzurro.
"Signor Jeon non dica cazzate. Stasera ho un appuntamento e non lo posso rimandare. È da una settimana che ti sto dietro, ora anche basta. Ho bisogno di uscire e tu sai per fare cosa. Come io non ti ho mai disturbato, tu adesso devi fare lo stesso." disse fermo il viola, facendo irritare suo marito.
"Io sono tuo marito, perciò tu, senza il mio permesso non vai da nessuna parte. Chiaro?" buttò fuori senza accorgersene nemmeno l'azzurro.
E solo quando capì le parole che gli erano uscite dalla bocca, l'azzurro si maledì da solo.
"Quindi adesso sei mio marito?" chiese divertito Jungkook, alzandosi.
Taehyung sbuffò, e alzò pure gli occhi al cielo e prima di rispondere, pensò a come uscire da quella situazione, al quanto irritante.
"Su contratto. E vai Jungkook. Vola libero, perché appena ritornerò sul mercato, ti ritroverai senza nessuno con cui divertirti." disse con un ghigno l'azzurro.
Jungkook si avviò verso la porta, e prima di uscire, si fermò e sorrise.
"Per come stai messo, il mercato sarà per ancora tanto tempo libero. Credi che dovrei vendere l'invito di Gucci, che ti hanno mandato insieme alla collezione di profumi?" lo provocò il viola e uscì prima di beccarsi un cuscino in faccia.
"AZZARDATI SOLO E TI PROMETTO CHE A SCAVARTI LA FOSSA SARÒ PROPRIO IO." urlò con tutta la voce che aveva, l'azzurro.
Jungkook ridacchiò, mentre scendeva tutto contento le scale. Finalmente stava uscendo, con il solo fine di divertirsi.
Tutto il contrario di suo marito che stava maledendo dio, gesù e tutti i santi.
STAI LEGGENDO
Married -kookv
Fanfiction{COMPLETA} Dove due giovani si ritrovano sposati a causa dei loro genitori. -smut -kookv -don't like? don't read.