~Capitolo 29~

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A tavola parlavamo di ciò che stava accadendo nel paese, effettivamente non poche famiglie si stavano unendo.

T/n:”Quindi Estela si è sposata con Eric?!”
M:”Si, è successo questa mattina”
C:”Incredibile! E pensare che l’ho lasciata ieri!”
M”Evidentemente aveva un amante”
T/n:”Un momento…ma chi è Eric?”
M:”Il ragazzo con cui hai passato la serata al matrimonio di Dolores, non ricordi?”
C:”Era troppo ubria- stanca…stanca per farlo” cambiò immediatamente la frase accorgendosi della presenza di mia madre, lo ringraziai con lo sguardo.
T/n:”Oh…già ora ricordo…mamà queste empanadas sono deliziose!” dissi nervosamente per poi portarmi il cibo in bocca, era meglio cambiare discorso.

M:”Hai intenzione di sposare mia figlia?” per poco non mi strozzai con ciò che stavo mangiando, l’aria si fece tesa.
T/n:”Mamà!”
M:”Insomma, dopo aver passato una notte insieme di solito…”
T/n:”Lo stai mettendo in imbarazzo!” notai che Camilo era diventato rosso in viso, e batteva nervosamente le dita sul tavolo.
C:”Señora…mi serve il consenso di sua figlia per farlo”
Rimasi a guardarlo, lui poneva il suo sguardo su di me, poi sorrise.
M:”Quindi tu vorresti sposarla?”
C:”Amo vostra figlia dalla prima volta in cui l’ho vista señora”
Sentì le guance e le orecchie bruciare, deglutì rumorosamente.
T/n:”Io…io vado a…vado a prendere il quesillo”
Mi alzai frettolosamente dalla tavola, li sentivo parlare ma non capivo ciò che dicevano, forse era meglio così.

Tornata a tavola, con il vassoio d’argento tra le mani, smisero subito di parlare.
M:”Spero ti piaccia il quesillo”
C:”Lo adoro señora!”
Rispondevano quesì con nervosismo, che cosa gli prendeva?
T/n:”Tutto bene?”
C:”Si!…si…sì tutto bene!”
T/n:”Ehm…va bene…”

Dopo il pranzo salutammo mia madre per dirigerci a casa Madrigal.
C:”Sarei felice se venisse da noi a cena señora”
M:”Ci sarò”
T/n:”Allora a dopo mamà”
Le sorridemmo e ci incamminammo verso la Casita.

La camminata fu piuttosto silenziosa, devo dire che ne rimasi sorpresa, decisi di spezzare quel silenzio decisamente imbarazzante.
T/n:”Di cosa avete parlato tu e mia madre? Vi siete zittiti non appena sono arrivata”
C:”Oh…niente di importante, sai: tratta bene mia figlia, vedi di non farle niente di male, mi fido di te…insomma, cose così”

Ne rimasi leggermente stranita: mia madre che diceva ciò a Camilo Madrigal?
Si fidava nettamente di lui, non mi aspettavo davvero che facesse così, preferì cambiare discorso.

T/n:”Certo che il sole è cuocente oggi”
C:”Si, mia madre starà ancora saltellando per la notizia di noi due assieme, ti ha sempre apprezzata, non ne capisco il motivo” ridacchiò leggermente dandomi una leggera spinta con il gomito.
T/n:”Non ne capisci il motivo eh?”
C:”No, davvero, chissà come fai a piacerle” continuò a ridacchiare mentre prendeva la mia mano con la sua, quel contatto mi fece arrossire.

T/n:”Piaccio a molte persone”
C:”Se è vero dovrò stare attento”
T/n:”Geloso?” il mio tono si fece più basso.
C:”Cosa te lo fa pensare?” disse evitando il mio sguardo.
Eravamo nel centro del villaggio, molte persone ci guardavano stranite al nostro passaggio, lui le controllava una ad una.
Se qualcuno mi guardava per tempo che a lui sembrava troppo lanciava un’occhiataccia al diretto interessato, e questi, come sentendosi minacciati da mali ben più grandi di un ragazzo appena diventato uomo, abbassavano subito lo sguardo o lo salutavano con cortesia.

Devo ammettere che mi piaceva, mi piaceva eccome.
Mi faceva sentire protetta, come se nessuno avrebbe potuto scalfire la corazza impenetrabile che lui mi creava, era come se fossi invincibile.

Presto arrivammo davanti alla grande casa colorata, che era la nostra destinazione.
Subito le porte si aprirono vedendoci, e di corsa ci si presentarono davanti quattro figure: Alejandro, Antonio, Dolores e Isabela.

A:”Tìa! Andiamo a giocare?”
I:”Non ancora niño, la tìa ha qualcosa da raccontarci prima”
C:”Certo che siete invadenti eh”
I:”Preferisci raccontarcelo tu Camilo?”
C:”Vi lascio alla vostra chiacchierata señore, io, Antonio e mio nipote abbiamo da fare”
T/n:”Da fare?”
C:Si, andiamo al villaggio mi vida, torneremo per cena, non preoccuparti!” mentre lo diceva si allontanava, seguito da suo fratello e dal bimbo.
Che cosa aveva di così importante da fare per andarsene appena arrivato a casa?
Esclusi l’opzione di un’amante, perché avrebbe dovuto portare i bambini con lui?
Davvero non capivo…

D:”Aww”
T/n:”Cosa?”
I:”Andiamo al villaggio mi vida, non preoccuparti” imitò la sua voce, il che mi fece ridere.
I:”Da quando è così dolce?”
D:”Da quando si è innamorato di T/n”

Non mi interessai molto del discorso, ero davvero interdetta, che cosa stavano facendo?
T/n:”Cosa fanno al villaggio?”
I:”Niente di che”
D:”In realtà-“ l’altra ragazza le diede una gomitata per fermarla.
D:”Oh- mh”
T/n:”C’è qualcosa che devo sapere?”
I:”No, piuttosto andiamo in camera mia, hai delle occhiaie!”
Mentre lo diceva mi spingeva per le spalle, trascinandomi in avanti, eravamo diretti in camera sua.

Arrivate ci posizionammo sul letto come già in precedenza avevamo fatto, lo facevamo ogni volta che Camilo combinava qualcosa, questa volta avevo molto da raccontare, le due non vedevano l’ora.
La riccia iniziò a spazzolarmi dolcemente i capelli, chiedendomi in continuazione se mi facesse male, mentre l’altra cercava una crema nella sua cesta.

Si misero a lavoro, io non proferiva parola.
I:”Allora?”
T/n:”Beh…”

Angolo me ;)
Ehhh come mi faccio attendere, chiedo immensamente venia.
Purtroppo sto avendo molte idee per un’eventuale prossima storia, e per quanto riguarda questa, ho purtroppo perso ispirazione.
Ma come ho già precisato la storia è quasi finita, quindi forse è un bene che mi vengano idee per altre storie no?
Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto e byeeee 🤍✨

𝙸𝚝 𝚠𝚘𝚞𝚕𝚍 𝚋𝚎 𝚊 𝚜𝚑𝚊𝚖𝚎 𝚗𝚘𝚝 𝚝𝚘 {Camiloxreader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora