9. È una sorpresa

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Cosa mi è saltato in mente?

Era tutto il giorno che mi ripetevo come un mantra quella domanda, ma non riuscivo a dare una risposta sensata.

Avevo preso una botta in testa? Ovvio che no.

Avevo subito una lobotomia? Certo che no.

Mi ero improvvisamente rincretinita? Sì, quello sì, perché ormai era appurato che quando avevo Jason troppo vicino non ragionavo più di tanto. Quello stronzo si era approfittato del fatto che fossimo vicini per invitarmi a cena, come se avesse saputo che qualsiasi resistenza era andata a quel paese. Che faceva, mi leggeva nel pensiero per caso? Aveva già capito quali erano i miei punti deboli? Non che ne avessi più di tanti, comunque, ma in quel momento lui era uno dei più grandi.

Lo sapevo che prima o poi saresti tornata in te.

Ma adesso non posso più tornare indietro, vero?

Direi proprio di no, ci rimarrebbe male e passeresti pure per la stronza.

Be', qual è il problema, tanto già lo pensa, quindi dargli una conferma in più o una in meno, mica cambia qualcosa.

Non avevi mica detto che tanto dovevate solo parlare?

Sì, è vero, ma mica posso rischiare di fare qualcosa di cui mi pentirei.

Oh, sia mai!

Sprimacciai un cuscino con un po' troppa convinzione e lo buttai sul letto in malo modo. Non ero esattamente dell'umore adatto, ma ringraziavo il fatto che Jensen, Betty, Noah e la moglie se ne fossero andati e mi stessero dando qualcosa con cui occupare la mente, perché altrimenti avrei rimuginato ancora di più su quello che mi attendeva quella sera. Mi dispiaceva che se ne fossero andati, in quelle poche settimane avevamo legato ed era stato piacevole passare del tempo con loro, ma in quel momento la loro partenza era davvero una manna dal cielo. Se fossi rimasta a casa, in panciolle, senza niente da fare, probabilmente avrei dato di matto.

Sei sempre molto melodrammatica.

Tu avresti dovuto fermarmi!

Ma infatti io ti ho chiesto se ne eri sicura.

Avresti dovuto insistere!

Oh, andiamo! Smettila di metterti sulla difensiva, che tanto l'hanno capito anche i muri che tempo che entrerai da lui e ce l'avrai a pochi metri, ti scioglierai come neve al sole.

I miei stessi pensieri tacquero a quell'affermazione e mi bloccai sul posto di riflesso. Il mio alter ego non aveva poi tutti i torti e ormai era inutile negare l'evidenza. Potevo oppormi, ribellarmi quanto volevo, ma quella era la realtà dei fatti.

Ok, ma niente baci.

E chi ti dice che proverà a baciarti?

Be', nessuno poteva darmi l'assoluta certezza che Jason ci avrebbe provato, ma, insomma, aveva dato svariati segnali che sembravano far capire che quella fosse la direzione a cui andavano i suoi pensieri.

Ti stai facendo un sacco di pippe mentali, lo sai?

Mi sembra di essere tornata quindicenne, mi odio.

Sbuffai pesantemente, mentre lisciavo le lenzuola e mi assicuravo che fossero ben tirate. Quello era un altro enorme campanello d'allarme, erano almeno dieci anni che non mi facevo tante seghe mentali e non mi facevo prendere da determinati tipi di pensieri. Era preoccupante, se non addirittura agghiacciante che quell'uomo mi stesse rincoglionendo tanto. Mi diedi una manata in fronte.

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