Epilogo

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(Ci terrei se leggeste le note finali)

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(Ci terrei se leggeste le note finali)


Due anni dopo

Varcai la soglia del mio ufficio e mi chiusi la porta alle spalle. Era un venerdì pomeriggio e avevo finito la mia settimana lavorativa. Per quel weekend non ci sarei stato per nessuno, cascasse il mondo. Nessuno avrebbe rovinato la fuga romantica che avevo programmato. Nessuno.

Ma ovviamente, non avevo tenuto conto che la mia ragazza fosse una ritardataria nata e faceva sempre una gran fatica ad abbandonare il luogo di lavoro prima dell'orario di chiusura, non importava se fosse solo una misera ora.

Percorsi il corridoio e decisi di raggiungerla in ufficio. Nel tragitto incontrai Paul, che teneva tra le braccia una pila di fascicoli.

«Boss, in partenza?» mi chiese, con un sorriso.

«Magari. Ho come il sospetto che Hayley non sia ancora pronta» sbuffai.

«Deve rivedere un progetto con Taylor, ma credo che abbiano quasi finito.»

Annuii. «Mi raccomando, fai il bravo mentre non ci sono, intensi?» gli puntai un dito contro, come bonario ammonimento.

«Vedi di non farlo tu il bravo piuttosto» mi fece l'occhiolino, prima di chiudersi la porta del suo ufficio alle spalle.

Un sorriso mi spuntò sulle labbra, mentre scuotevo la testa.

Come se mi servisse lui per ricordarmi di fare l'amore con la mia forse futura moglie.

Gli diedi le spalle, attraversai la stanza e mi incamminai verso l'ufficio a vetri di Hayley.

«Ma cosa stai dicendo? È ovvio che ne sarebbe felice!»

Le due amiche davano le spalle alla vetrata e non si erano rese conto del mio arrivo.

«Non ne sono poi così sicura. Potrebbe aver cambiato idea, visto che non ne abbiamo più parlato e... Fanculo, aspetta.»

Hayley prese il cestino sotto la sua scrivania e vi piegò la testa all'interno, vomitandoci dentro. Mi fiondai da lei, tenendole indietro i capelli.

«Ma che succede?»

Hayley sussultò al suono della mia voce. «Jason! È tanto che sei qui?»

«Sono appena arrivato» portai una mano sulla base della sua schiena, cominciando a massaggiare, non sapevo nemmeno bene per quale motivo. «Hally, tutto a posto?»

«Deve avermi fatto male l'indiano di ieri sera» le passai un fazzoletto quando alzò lo sguardo nel mio.

Taylor dietro di me sbuffò. «Vado a modificare quelle foto che mi hai detto.»

«Ricordati che martedì c'è il servizio fotografico per la pubblicità della Yummy.»

L'aspetto di Hayley era spaventoso: il viso pallido, le guance un po' scavate. Possibile che stesse male da stanotte e non me ne fossi reso conto?

Il Linguaggio Segreto dell'AnimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora