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Faceva abbastanza freddo quella sera. Misaki aveva addosso una tuta e una felpa di Natsuya. Lui stava camminando davanti a lei con una maglietta a maniche corte addosso.
-Non hai freddo?- domandò lei, al che lui si girò per guardarla.
-Certo che no!- esclamò rivolgendole un sorriso rassicurante. Lei però lo guardò poco convinta.
-Non ti hanno insegnato che non è bello mentire?- domandò, solo per il gusto di prendersi gioco di lui. Non dovette nemmeno aspettare per vedere la sua reazione fin troppo esagerata.
-Non sto mentendo!
Lei sorrise nel vedere quel broncio sul suo viso, dopodiché lo affiancò. Avvolse una mano attorno al suo braccio, percependo subito il contrasto con la sua pelle fredda.
-Certo, come dici tu,- mormorò, continuando a guardare la strada davanti a lei. Sentì però lo sguardo di Natsuya su di sé, che era una delle sensazioni più piacevoli che potesse mai provare. Amava avere i suoi occhi addosso, la facevano sentire indescrivibilmente sicura.
All'improvviso il ragazzo afferrò con delicatezza la mano di Misaki e fece intrecciare le loro dita. Le fece scivolare entrambe nella tasca destra della felpa che lei aveva addosso. Quel gesto fece accelerare il suo battito cardiaco, come ogni volta in cui la prendeva per mano. Tuttavia decise di non darlo a vedere e di buttarla sull'ironia.
-Quindi avevi veramente freddo?
Sentì un "tsk" da parte sua, il che voleva dire che lo stesse piano piano portando all'esasperazione. Sentì una leggera stretta intorno alle sue dita, che lei ricambiò accarezzando col pollice il dorso della mano del ragazzo.
-Volevo soltanto tenerti per mano.

La fastidiosa suoneria del telefono era troppo irritante per le orecchie di Misaki, che nel sentirla nuovamente aprì gli occhi. Era la quinta volta che qualcuno la stava chiamando nel giro di un quarto d'ora, durante un serata tranquilla. Era distesa sul suo letto a pancia in giù e si rifiutava categoricamente di compiere qualsiasi movimento, che richiedesse un minimo di energia. Tuttavia decise che se il telefono avesse squillato una sesta volta entro un minuto, avrebbe risposto. Iniziò a contare i secondi e quando arrivò a 56, il telefono squillò nuovamente. Sospirò, dopodiché allungò la mano verso il comodino per prenderlo. Non guardò nemmeno chi la stesse chiamando prima di rispondere.
-Misaki piccola idiota! Finalmente mi hai risposto!- esclamò Mei, al che Misaki sorrise. Si sentì sollevata nel sentire la voce della sua migliore amica, forse perché era l'unica persona con la quale avrebbe voluto parlare in questo momento.
-Scusa, è successo qualcosa?
-Niente di niente, volevo solo chiederti se ti andasse di vederci al Blue Heaven tra poco. Non hai da fare, vero?
Misaki fece cenno di no con la testa, come se Mei avesse potuto vederla. D'altronde anche se avesse avuto qualcosa da fare, l'avrebbe costretta ad uscire.
-Vediamoci lì tra mezz'ora,- disse alzandosi di scatto dal letto. Si accordarono, dopodiché Misaki chiuse la chiamata.
Si era già fatta la doccia, perciò non ci mise tanto a prepararsi. Indossò un paio di jeans, una maglietta nera e sopra di essa la sua giacca verde scuro. Prese lo stretto necessario, dopodiché uscì di casa. Venne subito assalita dal pensiero di incontrare Natsuya sapendo di non poterlo evitare per sempre. Adesso che era presente anche nei suoi sogni, non riusciva a fare a meno di pensarlo spesso. Da giorni aveva i suoi occhi color vermiglio impressi nella mente, che la guardavano con quello sguardo disarmante. Non riusciva a liberarsene, tant'è che sembrava essere quasi una maledizione.

Quando prese la stradina che l'avrebbe portata al Blue Heaven, un senso di tranquillità si impossessò di lei. Poteva dire che quel posto fosse quasi la sua benedizione. Non appena arrivò, aprì subito la porta. Come al solito si guardò attorno per vedere quanta gente ci fosse, dopodiché rivolse la sua attenzione al bancone. Andou-san era già lì, ma di Mei nessuna traccia. In effetti Misaki si era presentata con dieci minuti di anticipo. Nel frattempo decise di prendere posto davanti al bancone e di ordinare una tazza di caffè. Non era l'ideale berlo di sera, ma in quel momento sentì di non riuscire a bere qualcos'altro fuorché quello.
Dopo circa cinque minuti, Mei arrivò.
Lei e Misaki si erano conosciute il primo anno di università e da lì avevano iniziato ad instaurare un legame profondo. Era un'amicizia semplice, composta sia da bei momenti che da litigi. Mei era quel tipo di persona che all'esterno faceva intravedere i suoi lati peggiori, come per vedere se le persone l'avrebbero mai accettata. Misaki lo aveva fatto e così Mei le permise di conoscere anche i suoi lati migliori. Era una persona confortante, gentile, dolce, ma a modo suo.
-Piccola idiota!- esclamò sedendosi accanto alla mora, che in risposta abbozzò un'espressione indecifrabile.
-Quando la finirai di chiamarmi così? Misaki è più corto.
-Non mi interessa. Andou-san, una birra qui!
Misaki rise leggermente. Quella ragazza era un vero uragano.
Le due chiacchierarono abbastanza, perdendo quasi la cognizione del tempo. Finiva sempre così; avevano tanti argomenti di cui parlare fino allo sfinimento, tant'è che si dimenticavano anche di ciò che le circondava.
-Tra poco inizieranno le vacanze estive. Sai già cosa fare?- domandò Mei, bevendo un sorso dalla sua seconda bottiglia di birra.
Misaki ci pensò un'attimo, ma non le venne in mente niente. Di solito ci pensava due giorni prima dell'inizio della vacanze perché riusciva a percepire meglio l'atmosfera estiva.
-Non lo so ancora.
-Allora che ne diresti se andassimo al mare?
Misaki ci pensò nuovamente. Non sembrava essere una brutta idea, l'avrebbe sicuramente presa in considerazione.
-Non sembra male come idea, però...
Smise di parlare quando notò che la sua amica non le stava più prestando attenzione. Infatti, era concentrata a guardare qualcosa dietro alle sue spalle. Anche Misaki si girò, per poi pentirsene subito dopo. A distanza di due posti da lei c'era seduto Natsuya. Stava dormendo con la testa appoggiata sul bancone, mentre tre bottiglie di birra erano appoggiate accanto a lui. In quel momento due domande le vennero spontanee:
uno, reggeva veramente così poco l'alcol?
Due, da quanto tempo era lì?
Non si trovava lì all'arrivo di Misaki, perciò era sicuramente arrivato dopo.
-Regge veramente così poco quel tizio?- domandò Mei, mentre a Misaki venne da ridere.
-Mei, hai per caso visto quando è arrivato questo ragazzo?- domandò, ma lei scosse la testa in segno di negazione.
Misaki decise di ignorarlo con la speranza che si sarebbe svegliato prima o poi. Passò circa una mezz'oretta ed era ora per Mei di tornare a casa. Misaki la salutò dicendole che sarebbe rimasta lì ancora per un po', senza dirle il motivo. Non aveva mai parlato di Natsuya a Mei, perciò dirle che sarebbe rimasta lì per lui non le sembrava una buona idea.
Il castano stava ancora dormendo beatamente nella stessa posizione di prima. Misaki lo osservò per qualche minuto. Aveva un'espressione veramente rilassata in viso e le sue guance si erano colorate di un leggero rosso per via della sbronza. Le veniva da sorridere nel vederlo così, ma mantenne un'espressione seria solo per dimostrare qualcosa a sé stessa, che nemmeno lei sapeva cosa fosse.
Decise però che l'avrebbe svegliato.
Si avvicinò a lui e poggiò una mano sul suo braccio scuotendolo leggermente, ma senza alcun risultato. Provò un po' più forte, ma nemmeno facendo così ebbe un segno. Stava per perdere le speranze, ma quando Natsuya sollevò improvvisamente la testa dal bancone, Misaki tirò un sospiro di sollievo. Stava per dirgli qualcosa, ma nel vedere il sorriso sfacciato che aveva sulle labbra, si bloccò istintivamente.
-Sto sognando?- mormorò lui, socchiudendo leggermente gli occhi per guardare meglio Misaki. Lei sospirò.
-Non stai sognando, sei solo ubriaco.
Natsuya aprì leggermente la bocca, sorpreso.
-Adesso però vai a casa, sembri un barbone- disse lei, al che lui stranamente obbedì. Provò ad alzarsi, ma barcollò e perse l'equilibrio. Misaki lo trattenne, per evitare che cadesse.
-Non riesco a camminare,- disse guardando la ragazza come un cane bastonato. Lei sospirò di nuovo, evitando il contatto visivo.
-Ho notato.

Misaki decise che l'avrebbe accompagnato a prendere un taxi. Pagò il caffè e le birre di Natsuya, dopodiché lasciò che lui si sostenesse su di lei. Nonostante l'odore di birra, si riusciva comunque a sentire il profumo della sua acqua di colonia. Quando uscirono, fortunatamente c'era già un taxi. Misaki aiutò Natsuya ad entrare, dopodiché lo fece anche lei. Disse al tassista l'indirizzo di casa di Nao, dopodiché gli mandò un messaggio, spiegandogli la situazione. Quest'ultimo dopo essere guarito raccontò a Misaki che stava ospitando Natsuya, visto che non aveva ancora trovato un appartamento in cui stare. Ciò diede anche un senso al motivo per cui quel giorno era a casa sua. Durante tutto il tragitto, Natsuya dormì con la testa appoggiata sulla spalla di Misaki. Lei non si mosse nemmeno di un millimetro per la paura di svegliarlo. Qualche volta lo guardava con la coda dell'occhio, soltanto per scorgere la sua espressione rilassata. Quando arrivarono davanti al condominio in cui si trovava l'appartamento di Nao, lui era già sotto ad aspettarli. Misaki svegliò delicatamente Natsuya, che obbedì all'istante.
-Grazie per averlo aiutato Misaki, ci vediamo domani,- disse Nao, al che lei lo rassicurò.

Dopo aver detto al tassista il proprio indirizzo, Misaki rivolse lo sguardo fuori dal finestrino riflettendo su quanto avesse sbagliato a bere quella tazza di caffè.
"Adesso non ho più sonno", pensò.

Deadly Kiss || Natsuya KirishimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora