12.

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All'interno del bar si stava facendo sempre più caldo e Misaki necessitava veramente di uscire e prendere un po' di aria fresca. Inoltre, doveva andare in bagno. Per adesso aveva bevuto due birre e non aveva intenzione di andare oltre. Si scusò con Ikuya e gli altri, dopodiché cercò un cartellino che indicasse la porta del bagno. Lo trovò subito ed entrò in quello delle donne, da cui uscì qualche minuto dopo. Prima di tornare indietro dagli altri si fermò ad osservare la porta che c'era lì affianco.
Su di essa c'era scritto "uscita".
Probabilmente si trattava della porta sul retro. Controllò se avesse addosso il cappotto in pelle, ma non lo aveva. Non aveva nemmeno voglia di tornare e prenderlo, quindi decise di aprire subito quella porta. Percepì immediatamente l'aria fredda sulle sue gambe, che però non le fece alcun effetto. Percepì anche uno sguardo familiare su di sé. Incrociò quegli occhi color vermiglio che la guardavano attenti, sicuramente non in attesa di quel momento. Misaki aveva badato così poco a Natsuya quella sera, che non si era nemmeno accorta che non fosse più seduto con loro. Lei gli rivolse uno sguardo arrabbiato, al che lui rise leggermente, per poi tornare serio subito dopo.
-Hai veramente intenzione di rivolgermi quelle occhiate per tutta la vita?
-Non c'è nemmeno bisogno che te lo dica,- rispose lei, dopodiché chiuse la porta e si sedette sul marciapiede. Incrociò le braccia al petto e si strinse leggermente in modo da non avere freddo. Sentì Natsuya sospirare pesantemente, dopodiché silenzio totale. Era come se entrambi stessero aspettando che uno dei due rompesse il ghiaccio, ma nessuno aveva l'intenzione di farlo. Quel silenzio imbarazzante venne interrotto solo quando, dopo un po', non sentirono la porta aprirsi. Misaki non si girò neanche quando sentì quella voce sconosciuta parlare dietro di lei. In quel momento era l'ultima cosa di cui le importava.
-Natsuya-san, Nao-san ti sta cercando.
-Grazie. Adesso arrivo.
Dopo quelle parole sentì i passi di Natsuya avvicinarsi a lei e un qualcosa posarsi delicatamente sulle sue spalle.
Era la sua felpa.
Successivamente sentì i suoi passi allontanarsi. Quel gesto le fece battere il cuore più del dovuto. Sospirò pesantemente indossando quella felpa e stringendosi forte in essa. La annusò inconsciamente più volte per rendersi conto solo dopo di quanto le piacesse quel profumo. Come poteva rimanere arrabbiata con lui se poi faceva così?
Solo in quel momento Misaki si rese conto di non aver sentito la porta dietro alle sue spalle chiudersi. Si girò d'istinto e fu lì che intravide il ragazzo dai capelli rossi, che era seduto di fronte a lei prima. Si trovava davanti alla porta e la stava guardando come per dire, "io ti conosco". Soltanto lì Misaki decise di attivare il suo cervello e capire dove lo avesse visto. Ebbe un piccolo e insignificante flashback, che però in quel momento significò tutto.
Lei che era appena uscita dal bar della sorella di Asahi la sera in cui aveva litigato con Natsuya. Era andata a sbattere contro qualcuno e quel qualcuno era il ragazzo davanti a lei. Si ricordava dei suoi capelli rossi più scuri e poco più lunghi di quelli di Asahi.
Misaki spalancò gli occhi, sorpresa.
-Tu!- esclamarono contemporaneamente indicandosi.
-Mi hai fatto male alla spalla quella volta!
-Sei stata tu a venirmi addosso!
Nel vedere l'espressione seria del ragazzo davanti a lei, Misaki scoppiò a ridere. Lui nel vederglielo fare sorrise leggermente, lasciando intravedere i suoi denti appuntiti. Aveva un sorriso rassicurante.

L'ultima cosa che si sarebbe aspettata era che quel ragazzo si sedesse affianco a lei e iniziasse a parlarle come se si conoscessero da tempo. Aveva scoperto che si chiamasse Matsuoka Rin e da quello che poteva dedurre, era una persona veramente gentile. Parlarono di varie cose, dalla sera in cui si erano scontrati fino a ciò che facevano nella vita. Aveva scoperto che Rin puntava a diventare un nuotatore olimpico e che tra due giorni ci sarebbero state le selezioni nazionali a cui sia lui che altre persone lì presenti avrebbero partecipato, tra cui Natsuya.
-Quindi nuoterai i 100 metri farfalla e stile libero?- domandò Misaki, al che lui annuì. Aveva lo sguardo puntato sul cielo, mentre lei lo teneva su di lui.
-Anche se adesso non sento alcuna pressione, so che appena arriverò lì il mio cuore batterà all'impazzata.
-È normale che sia così, no? Anche io mi sentirei in quel modo se fossi lì.
Finalmente anche lui la guardò.
-Hai ragione. Verrai a vedere le gare allora?
Misaki ci pensò un'attimo. Non era una brutta idea perché avrebbe veramente voluto vedere Natsuya e gli altri nuotare dopo tanto tempo. Quando stavano insieme, guardava sempre i suoi allenamenti senza stancarsi mai. Le piaceva vedere come quel ragazzo facesse di tutto per diventare sempre più forte.
-Ci penserò.
-Capisco,- disse Rin per poi alzarsi in piedi.
Porse una mano a Misaki per aiutarla a fare la stessa cosa. Lei sorrise leggermente, dopodiché la afferrò. Quando decisero di tornare dagli altri, la mora aveva ancora la felpa di Natsuya addosso. Non appena si sedettero a tavola, sentì immediatamente il suo sguardo su di sè. Non voleva ridargliela, d'altronde non l'aveva mai fatto quando le prestava qualcosa. Aveva ancora delle sue felpe da qualche parte nell'armadio, sotto i vestiti invernali. Non le metteva mai, semplicemente perché aveva paura che il profumo che c'era sopra potesse scomparire. Tuttavia avrebbe dovuto ridargliela per evitare che qualcuno lì presente lo notasse.
-Dove sei stata?- domandò Ikuya, non appena Misaki si sedette al suo posto.
-Fuori.
Subito dopo, lo sguardo di quest'ultimo ricadde sulla felpa. Non disse niente, ma un leggero sorriso si fece spazio sulle sue labbra. Misaki arrossì leggermente, dopodiché si schiarì la voce pronta a cambiare argomento.
-Ho veramente voglia di un'altra birra.
-Avevi detto che non avresti più bevuto,- ribatté Ikuya.
-Posso scommettere che anche tu berrai non appena compirai 21 anni.
-Ikuya è un'atleta, Misaki-san,- ribatté Tonō.
-In effetti...- mormorò lei pensandoci un'attimo.
-Sei veramente stupida Misaki,- intervenne Ikuya facendo ridere sia Rin, che il ragazzo seduto accanto a lui, di cui non sapeva ancora il nome.
-Eh!? Porta un po' di rispetto per i più grandi.
Ikuya abbozzò un'espressione finta da cane bastonato.
-Adesso cosa farai? Mi picchierai?
Misaki incrociò le braccia al petto sorridendo leggermente.
-Non sono così cattiva da picchiare i bambini.
Quel battibecco continuò per quasi tutta la serata. Misaki si era fatta parecchie risate per le espressioni che faceva Ikuya, proprio come in passato.

Ben presto arrivò l'ora di tornare a casa, perciò uscirono tutti fuori dal bar. Erano quasi le 23:00 e Misaki stava riflettendo se prendere un taxi o meno, però prima di farlo avrebbe dovuto restituire la felpa a Natsuya. Lo stava cercando in mezzo a tutti quanti con la paura che se ne fosse già andato via.
All'improvviso lo intravide. Stava salutando Nao, ma subito dopo spostò lo sguardo su di lei come se lo avesse percepito. Come se fosse l'unica cosa che stava aspettando. Lei lo raggiunse subito. Non distolse lo sguardo dal suo nemmeno per un secondo.
-Grazie per la felpa, non ce n'era bisogno,- disse porgendogliela. Lui guardò prima la felpa e poi lei. La prese, dopodiché abbozzò un mezzo sorriso.
-Non è da te restituire felpe prestate.
Sorrise anche lei.
-Sei a maniche corte. Sarebbe un peccato se ti ammalassi prima delle selezioni nazionali, no?
Dopo quelle parole si girò senza dargli nemmeno il tempo di rispondere. Non voleva sentire cosa avesse da dire, perché in fondo era ancora arrabbiata con lui. Se ne erano andati quasi tutti tranne Rin e il ragazzo che era seduto accanto a lui.
-Buonanotte Rin-kun,- lo salutò fermandosi a pochi passi da lui.
-Misaki-san, vai da sola?
-Pensavo di prendere un taxi, ma non mi va di aspettare.
-Se vai in quella direzione, ti accompagno. Anche io devo prendere quella strada.
Misaki non disse niente, non perché non volesse, semplicemente Rin non le aveva dato il tempo di farlo.
-Allora ci vediamo Sosuke,- aggiunse, rivolgendosi al ragazzo accanto a lui. Quindi si chiamava così.
Subito dopo Rin affiancò Misaki. Iniziarono ad incamminarsi insieme parlando del più e del meno. Sembrava veramente che con quel ragazzo non ci si annoiasse mai, ed inoltre, la sua compagnia era piacevole.
-Di solito vado a mangiare in quel posto, il ramen è veramente buono,- disse Misaki indicando con lo sguardo "Ramen by Sora".
-Tokyo è grande, forse ci sono posti migliori in cui mangiarlo,- ribatté Rin, al che lei abbozzò un broncio.
-Non dirlo nemmeno per scherzo! Il ramen di Sora è il migliore!
Il ragazzo rise leggermente.
-D'accordo, d'accordo. Dovrò provarlo.
In quel momento arrivarono davanti al semaforo rosso, che separava Misaki dal condominio in cui si trovava il suo appartamento.
-Io devo andare di qua,- disse Rin indicando la sinistra.
-D'accordo. Grazie per avermi accompagnata.
-Sei sicura di poter andare da sola?
-Sì, il mio appartamento è lì davanti.
Il semaforo divenne verde. Misaki sorrise come per salutare Rin.
-Adesso buonanotte veramente.
Sorrise anche lui.
-Sì, buonanotte.
Dopo quelle parole entrambi proseguirono per la propria strada, senza voltarsi indietro.

Deadly Kiss || Natsuya KirishimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora