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Le ore trascorse nella biblioteca dell'università erano passate velocemente. Il sole stava già tramontando, lasciando dietro di sé varie sfumature di arancione in cielo. Era una vista talmente bella da far distrarre Misaki e costringerla a guardare fuori dalla finestra posizionata dietro alle spalle di Mei e Nao. Si erano accordati che avrebbero passato l'intero pomeriggio a studiare e così fu. Tutti e tre mostravano chiari segni di stanchezza, il che significava che fosse ora di andare via. Mei si stiracchiò le braccia, mentre Misaki e Nao misero via le loro cose.
-Che ne dite se andassimo a mangiare qualcosa?- propose la ragazza dai capelli rossi, ma Misaki non aveva poi così tanta fame. Voleva solo tornare a casa, sdraiarsi sul suo letto e dormire.
-Per me va bene,- rispose Nao.
-Io passo per questa volta,- disse invece Misaki, facendo nascere un'espressione imbronciata sul volto di Mei.
-Traditrice.
La mora le sorrise.
-Non fare così, la prossima volta pagherò io.
Quando uscirono dall'università, si avviarono verso un chiosco mobile di cibo da strada in cui il ramen era veramente buono. Si chiamava "Ramen by Sora" e a trovarlo erano state Misaki e Mei. Una sera mentre stavano tornando dal Blue Heaven completamente ubriache, decisero di sedersi lì e mangiare qualcosa. Da quel momento quello era diventato il posto in cui andavano a mangiare regolarmente. Non appena arrivarono lì davanti, Misaki salutò Mei e Nao per poi proseguire per la sua strada. Casa sua si trovava un po' più avanti, perciò non dovette camminare molto.
Salì le scale che l'avrebbero portata al suo appartamento, che si trovava al terzo piano. Nel condominio non avevano messo a disposizione un ascensore, perciò fare le scale mille volte al giorno stava iniziando a diventare pesante. Iniziò a frugare nella sua borsa per trovare le chiavi e si fermò solo quando seppe di essere davanti alla porta. Non appena le trovò, alzò lo sguardo incontrando due occhi color vermiglio intenti a scrutarla attentamente.
-Misaki.
-Sei diventato uno stalker?- domandò lei con un filo di ironia fin troppo udibile nella voce. Per un'attimo pensò di essersi addormentata in piedi per la troppa stanchezza, ma dopo aver sfregato gli occhi notò che era ancora davanti a lei. Non stava sognando.
Era appoggiato con la schiena sulla parete esterna dell'appartamento e teneva le braccia incrociate al petto, come se fosse lì da tempo. Per quale motivo si trovava davanti a casa sua? Ma soprattutto, come aveva scoperto il suo indirizzo?
Molto probabilmente era riuscito a farselo dire da Nao senza che quest'ultimo se ne rendesse conto.
Natsuya rise leggermente.
-Sei sempre molto simpatica.
Misaki non rispose e si avvicinò tranquillamente alla porta, nonostante fosse tutto fuorché tranquilla. Non si aspettava di incontrarlo così dal nulla, soprattutto non davanti al proprio appartamento. Provò ad infilare la chiave nella serratura, ma avere Natsuya lì accanto la rendeva talmente nervosa da farle tremare la mano. Sembrava che il castano non avesse intenzione di andarsene fino a quando lei non gli avrebbe chiesto spiegazioni.
-Perché sei qui?- domandò bruscamente, incontrando il suo sguardo. Lui innalzò un angolo della bocca, soddisfatto, ma subito dopo si ricompose e si schiarì la voce.
-Volevo ringraziarti per l'altro ieri. Mi dispiace averti causato problemi...
-Non mi hai causato problemi, va bene così,- rispose lei, poiché Natsuya non aveva niente di cui scusarsi. Era stata lei ad avvicinarsi e aiutarlo, senza che lui le dicesse niente.
-Allora lascia che ti offra da bere. Mi hai pagato le birre e il taxi, voglio sdebitarmi.
In quel momento Misaki aprì la porta di casa sua, dopodiché rivolse un mezzo sorriso a Natsuya.
-Ho da fare, sarà per un'altra volta.
Non voleva cedergli. Voleva dimostrare a sé stessa che niente le faceva più lo stesso effetto.
Non poteva andare a finire come a casa di Nao.
Non sentendo nessuna risposta da parte sua cercò di entrare dentro casa, ma la voce di Natsuya la fece bloccare sul posto.
-Mi odi così tanto?
Nel sentire quelle parole, il corpo di Misaki si irrigidì per qualche secondo. Si girò lentamente verso di lui, psicologicamente pronta ad incrociare quello sguardo disarmante, ma non fu così. Natsuya la stava guardando con un'espressione seria, come se avesse veramente voluto capire ciò che Misaki pensava di lui.
Lei non lo odiava. Come avrebbe potuto?
Odiava soltanto il fatto che fosse ripiombato nella sua vita dal nulla, facendole capire di non aver dimenticato niente di lui. Se per non cedergli ogni volta avesse dovuto sforzarsi, allora avrebbe fatto prima a lasciarsi andare.
-Non c'è bisogno che tu dica qualcosa, ho già capito,- disse Natsuya risvegliandola dai suoi pensieri. Si girò pronto per andare via, il che provocò una leggera fitta al petto di Misaki. Non voleva che se ne andasse via così.
Non voleva, ma non fece nulla per fermarlo.
Osservò la figura di Natsuya allontanarsi da lei fino a scomparire dietro l'angolo. Rimase immobile per qualche secondo davanti alla porta aperta del suo appartamento, dopodiché entrò. Raggiunse camera sua e si buttò a peso morto sul letto. Chiuse gli occhi, con la speranza che sarebbe riuscita ad addormentarsi.

Passò un'ora, ma Misaki non si addormentò. Continuava a rigirarsi nel suo letto cercando una posizione comoda, ma senza risultato. Non era la posizione ad impedirle di dormire, ma i suoi pensieri che erano continuamente rivolti a Natsuya. Non riusciva a darsi pace per averlo lasciato andare via con la convinzione che lo odiasse. Perché sì, era arrivato a quella conclusione e glielo aveva fatto intendere chiaramente. Sospirò, dopodiché si mise seduta sul suo letto. Doveva fare qualcosa. Doveva andare da lui e mettere in chiaro le cose, subito.
Si fece una doccia, dopodiché indossò un paio di pantaloncini e una maglietta a caso. Sopra di essa mise una felpa nera per non avere freddo. Prese lo stretto necessario, dopodiché uscì di casa. Fece qualche passò in avanti per poi fermarsi subito dopo. Una domanda le venne spontanea: di preciso, dove stava andando?
Non sapeva niente di lui in quel momento, né dove si trovasse, né se fosse con qualcuno. Non sapeva se fosse da Nao o se stesse dormendo in qualche bar a caso. Poteva tranquillamente cercare il suo numero di telefono, ma sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di chiamarlo. Si massaggiò le tempie cercando una soluzione. Dove poteva essere a quest'ora?
Le passò per la mente di andare a cercarlo in ogni bar della zona, ma subito dopo le si stampò davanti l'immagine della scritta "Blue Heaven" con quelle poche lampadine che ancora funzionavano.
Forse Natsuya era lì. Forse si stava bevendo qualche birra di troppo, per poi essere pronto ad addormentarsi sul bancone. Misaki era un po' titubante, ma era l'unica possibilità che aveva. Doveva solamente andare lì e controllare, altrimenti se ne sarebbe tornata a casa. "Non ho niente da perdere", pensò.

Riprese a camminare con un passo più deciso e rapido rispetto a prima. Ormai sapeva a memoria la strada per il Blue Heaven, tant'è che il suo corpo reagiva ancor prima che la sua mente potesse fare qualcosa. Prese la stradina che l'avrebbe portata lì e non appena arrivò, si fermò a fissare la porta. Nonostante fosse di vetro, non riusciva a intravedere bene l'interno. Doveva entrare per forza.
Non appena entrò, si guardò attorno con aria circospetta osservando prima i tavoli uno per uno, con la speranza di incontrare il viso di Natsuya anche solo per sbaglio. Tuttavia non era lì.
Subito dopo spostò lo sguardo sul bancone. Intravide Andou-san intento a servire l'unica persona seduta davanti a lui. Da dietro sembrava essere un uomo sulla cinquantina, perciò Misaki distolse lo sguardo. Lo fece scorrere più volte lungo il bancone, ma di Natsuya non c'era alcuna traccia.

Deadly Kiss || Natsuya KirishimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora