Le lezioni di quel giorno si erano appena concluse. La folla di studenti nei corridoi continuava a crescere, rendendo il caldo più soffocante di quanto già non lo fosse. Ormai l'estate era alle porte e tra pochissimo sarebbero iniziate le vacanze. In quel momento Misaki stava cercando Mei proprio per parlare di cosa fare, ma di lei non c'era alcuna traccia. La ragazza stava iniziando a stancarsi di camminare con tutto quel caldo, ma soprattutto, in condizioni secondo lei a dir poco pietose. Sentiva che la pelle le si stesse appiccicando alla maglietta che aveva addosso, sensazione che reputava piuttosto fastidiosa. Sentiva che anche i capelli le si stessero appiccicando al viso, perciò decise di legarli in una coda bassa. Uscì fuori dall'edificio dell'università, ormai stanca di cercare la sua amica. Voleva soltanto tornare a casa e farsi una doccia per potersi rinfrescare. Tuttavia intravide subito i capelli rossi di Mei in lontananza. Stava parlando con una ragazza che Misaki non aveva mai visto prima, ma decise comunque di avvicinarsi per salutare.
-Mei,- la richiamò non appena era abbastanza vicina a loro. La ragazza dai capelli rossi si girò subito, con un sorriso stampato sulle labbra.
-Oh, piccola idiota! Dov'eri finita?
-Forse sono io a dovertelo chiedere.
In quel momento Misaki guardò la ragazza accanto a Mei. Ebbe la certezza di non averla mai vista prima, ma pensò subito che fosse carina. I capelli biondi e corti incorniciavano un viso veramente bello, minuto. Gli occhi erano color pece e sembrava stessero osservando Misaki con attenzione.
-Ah Misaki, lei è Chiyo,- disse Mei.
Subito dopo Chiyo si presentò.
-Sono Kawaragi Chiyo, piacere di conoscerti.
La sua voce emanava un filo di dolcezza che le si addiceva completamente.
-Ayase Misaki, il piacere è mio,- disse Misaki abbozzando uno dei suoi sorrisi più belli.
-Allora Misaki? Perché mi stavi cercando?- domandò Mei, ma quello non sembrava il momento migliore per parlare della vacanze.
-Niente di importante. Ne parleremo un'altra volta. Ci vediamo domani.
Mei abbozzò il suo solito broncio, che fece sorridere Misaki.
-Non puoi lasciarmi con questa curiosità fino a domani!
Ignorò quelle parole e salutò entrambe, dopodiché iniziò ad avviarsi verso casa sua.
Quando arrivò, la prima cosa che fece fu andare a farsi una doccia. Si rilassò completamente al contatto dell'acqua fredda con la sua pelle e rimase lì per un lasso di tempo indeterminato. Quando finì, si lasciò cadere sul divano con ancora l'asciugamano attorno al corpo e uno più piccolo attorno ai capelli. Accese la Tv e iniziò a cambiare i vari canali per trovare qualcosa di interessante. Trovò un canale su cui trasmettevano musica e decise di lasciare quello. Si alzò per andare a prendere qualcosa da mangiare e proprio in quel momento il suo cellulare squillò. Notò che la stava chiamando Nao, perciò decise di rispondere subito.
-Pronto?
-Yo.
Nel sentire la voce di Natsuya, sulle labbra di Misaki nacque un sorriso sincero.
-Nao, hai cambiato voce?
-Quanto sei simpatica, Misaki.
Il sorriso sulle sue labbra si allargò, tant'è che dovette trattenerlo per non iniziare a ridere.
-Allora? Cosa c'è?
-Hai da fare sta sera?
-Non penso.
-Vieni a casa di Nao? Pensavamo di invitare anche Mei.
Misaki ci pensò un'attimo. Non sembrava essere una cattiva idea.
-D'accordo. Per che ora?
-Per le 19:00.
Si salutarono, dopodiché Misaki chiuse la chiamata. Guardò subito l'ora al telefono. Erano le 16:00, perciò aveva ancora del tempo prima di uscire. Decise di asciugarsi i capelli ed indossare qualcosa di comodo, dopodiché dormì per circa due ore e mezza.
Quando si svegliò, mancava una mezz'oretta alle 19:00, perciò decise di iniziare a prepararsi. Indossò una gonna nera insieme ad una camicia bianca, che mise dentro alla gonna. Si sistemò i capelli, prese lo stretto necessario e una giacca per sicurezza, dopodiché uscì di casa. Non ci mise molto per arrivare a casa di Nao. Si trovava a cinque minuti sia da casa sua che da quella di Mei, quindi di solito si trovavano sempre tutti lì. Quando arrivò, si passò una mano sulla gonna, si schiarì la voce ed infine suonò il campanello. Non dovette aspettare molto prima che qualcuno le aprisse la porta.
-Misaki, eccoti finalmente,- disse Nao rivolgendole un sorriso leggero, che lei ricambiò subito.
La fece entrare e si avviarono entrambi in salotto. Lì oltre a Mei e Natsuya, trovò anche la ragazza che aveva conosciuto quello stesso giorno. Chiyo. Quest'ultima era seduta accanto a Natsuya e Nao sul divano, mentre Mei era seduta di fronte a loro su una sedia.
-Piccola idiota!- esclamò la ragazza dai capelli rossi, facendo nascere un sorriso sulle labbra di Misaki.
-Eccomi qui,- disse lei, sedendosi sulla sedia vuota accanto alla sua amica.
Incontrò subito lo sguardo di Natsuya, che la stava squadrando dall'alto verso il basso, soffermandosi sulle sue gambe nude. Quando lo riportò finalmente sul viso di lei, le sorrise leggermente.
Aveva veramente un bel sorriso.
-Misaki-san, stavamo proprio parlando di te,- disse Chiyo attirando l'attenzione di tutti, ma soprattutto quella di Natsuya, che sembrava non volesse che quest'ultima parlasse.
Misaki abbozzò un mezzo sorriso.
-Ah sì? E cosa avete detto di interessante?
-Che alle superiori eri veramente popolare,- disse Mei, al che Misaki rise leggermente.
-Quello ero Natsuya,- ribatté tranquillamente, guardando il castano con la coda dell'occhio, soltanto per scorgere la sua espressione imbarazzata.
-Proprio così,- accordò Nao.
-Andavate alla superiore insieme?- domandò Chiyo con un sorriso sulle labbra. Misaki annuì.
-Oh capisco, noi invece ci siamo conosciuti in America. Avevamo un rapporto piuttosto stretto, ci vedevamo sempre, solo che io poi sono tornata in Giappone per frequentare l'università.
Misaki abbozzò un'espressione indecifrabile. Il tono con cui Chiyo aveva detto quelle cose le diede l'impressione che stesse cercando di competere, ma decise di lasciar perdere, pensando che fosse soltanto frutto della sua immaginazione.
-Non c'è la Kirin?- cambiò argomento, facendo scorrere lo sguardo più volte sul tavolo pieno di birra Asahi e schifezze da mangiare. Si alzò in piedi e controllò di avere il portafoglio.
-Andrò a comprarle al combini.
Natsuya intervenne subito.
-Ci vado io, tu rimani qui.
Si alzò in piedi e si avviò immediatamente verso la porta di casa. Misaki osservò la sua figura scomparire dietro l'angolo, dopodiché si sedette. Quel ragazzo era veramente testardo.Allungò la mano per prendere un poki alla fragola da una ciotola, ma si bloccò quando intravide un portafoglio nero davanti al posto in cui era seduto poco fa Natsuya. Era sicuramente il suo. Senza dire niente lo prese e di corsa si avviò verso la porta di casa, dove c'era il castano intento a mettersi le scarpe. Lo osservò appoggiata al muro, tenendo il suo portafoglio sospeso a mezz'aria. Sapeva che prima di uscire controllasse sempre di avere il portafoglio e infatti, quando si toccò le tasche e si rese conto di non averlo, si girò per tornare in salotto. In quel momento vide Misaki con in mano il suo portafoglio e un sorriso innocente si stampò sulle sue labbra.
-Grazie,- mormorò, al che lei si avvicinò a lui.
-Grazie a te per aver deciso di andare al posto mio.
-Non avrei mai lasciato che uscissi vestita così, da sola, adesso che è buio,- disse lui, prendendo il portafoglio e mettendoselo in tasca. Misaki sorrise leggermente, avvicinandosi ancora un po' a lui. Prese la cerniera della sua felpa e la tirò su, quasi fino alla fine.
-Fa freddo adesso,- mormorò.
Improvvisamente Natsuya posò una mano su quella di lei, coprendola perfettamente. La prese in modo che Misaki lasciasse andare la cerniera e intrecciasse le sue dita con quelle di lui. Lei arrossì completamente a quel contatto, spostando lo sguardo altrove. Il calore della mano di Natsuya era così confortante da farle battere il cuore in una maniera più che familiare.
-Allora vado,- disse lui.
Lei annuì, evitando ancora di guardarlo negli occhi. Sentì soltanto la mano di Natsuya lasciare la sua, dopodiché la porta di casa aprirsi e successivamente chiudersi. Subito dopo tornò a guardare davanti a sé e sospirò. Odiava l'effetto che le faceva, ma non poteva farne a meno. Da quando avevano parlato quel giorno nell'appartamento nuovo, sembrava che qualcosa si fosse risvegliato dentro di lei. Detto sinceramente, non sapeva se esserne felice o avere paura. Si girò per tornare in salotto ancora assorta nei suoi pensieri, ma qualcuno davanti a lei la bloccò. Si trattava di Chiyo. Misaki cercò di risultare il più normale possibile, abbozzando un sorriso impercettibilmente falso. Da quanto tempo era lì quella ragazza?
-Chiyo-san, perché non sei con gli altri?
-Cosa c'è tra voi due?
Quella domanda spiazzò Misaki, ma mantenne un'espressione pacata. Li aveva visti quindi?
-Non sono cose che ti riguardano,- rispose cercando di sorpassarla, ma Chiyo posò una mano sul muro impedendole di passare.
-E invece sì. Tu non sai cosa è successo tra me e Natsu, non è così?
All'improvviso quell'espressione pacata che era sicura sarebbe riuscita a mantenere fino alla fine, venne rimpiazzata da una visibilmente scossa. Perché lo chiamava Natsu? Erano veramente così intimi?
Ma soprattutto, cosa era successo di così importante tra loro due da permetterle di chiamarlo così?
Sulle labbra di Chiyo nacque un sorriso compiaciuto. Sembrava essere contenta di aver messo in difficoltà Misaki, che se ne accorse subito. Non poteva perdere il controllo così. Doveva mostrarsi indifferente fino alla fine, visto che aveva il presentimento che quella situazione non sarebbe terminata presto. Se avesse ceduto soltanto davanti a questa misera provocazione, come sarebbe riuscita ad andare avanti?
Improvvisamente sul suo volto riapparve quell'espressione pacata.
-No e non mi interessa,- rispose sorpassando Chiyo dall'altro lato.
Quando tornò in salotto, Mei e Nao le chiesero se fosse tutto apposto, al che lei tagliò corto con un sorriso rassicurante. Dopo pochi minuti tornò anche Chiyo con lo sguardo fisso su Misaki, che fece finta di niente.
"Questa sarà una lunga serata", pensò.
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Deadly Kiss || Natsuya Kirishima
Fanfiction-Non lasciare che parole come quelle ti tocchino se non mi vedi più nello stesso modo. -È ovvio che io non ti veda più nello stesso modo. Misaki Ayase vive di emozioni che sanno di quotidianità da ormai fin troppo tempo. Emozioni che verranno uccise...