11.

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Miracolosamente Misaki non era in ritardo quel giorno. Aveva organizzato nei minimi dettagli quanto avrebbe dormito, per poi svegliarsi e potersi preparare con tutta la calma del mondo. Inoltre voleva risultare un minimo rispettosa nei confronti di Nao, che sarebbe venuto a prenderla per andare insieme al bar della sorella di Asahi. Non vedeva l'ora di incontrare di nuovo le persone che avevano fatto parte della sua vita in passato, ma il pensiero che ci sarebbe stato anche Natsuya la frenava. Se due giorni fa era completamente sicura del fatto che niente e nessuno avrebbe rovinato il suo umore quella sera, adesso aveva seriamente paura che sarebbe potuto succedere. Tuttavia dipendeva tutto da lei. Non avrebbe dovuto badare a Natsuya, ma al contrario, avrebbe dovuto pensare a tutte le altre persone che sarebbero state lì.
Decise di indossare un vestito nero a maniche corte, che le arrivava sopra il ginocchio. Prese con sé anche il suo solito cappotto di pelle in modo da non avere freddo una volta tornata a casa. Si sistemò i capelli e come al solito, prese lo stretto necessario. In quel preciso istante sentì qualcuno suonare al campanello. Si affrettò ad aprire, visto che non voleva far aspettare Nao.
-Non mi aspettavo saresti stata in anticipo,- disse quest'ultimo sorridendo.
-Non sembra vero nemmeno a me. Andiamo allora?
Nao annuì, dopodiché Misaki chiuse a chiave la porta dietro di sé.
Iniziarono ad avviarsi piano piano verso il bar, l'uno affianco all'altro. Misaki non riusciva veramente a nascondere la sua ansia del momento e Nao se ne accorse subito.
-Misaki, sei veramente sicura di voler andare?
Lei sospirò.
-Non posso sicuramente tirarmi indietro adesso.
-Ricordati che non esisterà solo Natsuya in quel posto.
-Ma lo sai benissimo che nella mia testa sarà così.
Questa volta fu Nao a sospirare, il che fece allarmare Misaki. Non voleva farlo preoccupare o addirittura annoiare coi suoi discorsi. Abbozzò subito un sorriso rassicurante e iniziò a camminare al contrario, in modo da guardarlo in faccia.
-Ho veramente voglia di bermi una Kirin.
Nao le sorrise, il che fu un vero sollievo per lei.
-Basta che non esageri.
-Non chiedermi l'impossibile,- ribatté facendo ridere il suo amico. Rise leggermente anche lei, tornando a camminare normalmente.
Ci fu un momento di silenzio tra i due in cui entrambi avevano lo sguardo rivolto verso il cielo. Non era un granché, il buio stava calando come sempre e le stelle stavano iniziando ad apparire, ma c'era un qualcosa di estivo nell'aria che gli dava un aspetto più bello. Misaki pensò che forse quello sarebbe stato il momento più tranquillo che avrebbe sperimentato quella sera, perciò se lo godette al massimo.

Fu Nao a risvegliarla dai suoi pensieri. Erano appena arrivati davanti al bar della sorella di Asahi, ma lei aveva continuato a camminare, tant'è che Nao dovette richiamarla per farla tornare indietro. Prima di entrare, quest'ultimo la guardò come per cercare approvazione. Lei gli rivolse un sorriso rassicurante come per dirgli di aprire quella porta ed entrare.
Una strana tachicardia si era impossessata di lei, che però diminuì non appena entrarono dentro al bar. Quell'atmosfera tranquillizzante era ancora lì, come la prima volta in cui ci era entrata. C'erano pochissime persone, ma quando spostò lo sguardo alla sua destra, i suoi occhi si spalancarono leggermente. Due tavoli erano uniti e circondati da varie persone di cui riconosceva la maggior parte.
-Misaki-san, Nao-senpai!- esclamò Asahi indicandoli. Tutti i presenti si girarono nella loro direzione, il che non fece altro che mettere in imbarazzo Misaki. Tra tutti quei volti cercò subito il suo e lo trovò in un istante. La stava già osservando con un'espressione seria in viso. Lei lo fulminò con lo sguardo, dopodiché lo spostò altrove.
-Misaki!?- esclamò Ikuya indicandola. Misaki lo osservò per un attimo, rendendosi conto di avere davanti un Ikuya cresciuto e non più un bambino. Abbozzò uno dei suoi sorrisi più belli, dopodiché si avvicinò a lui.
-Ikuya, ma sei veramente tu? Ero rimasta a quando avevi ancora 14 anni,- lo prese in giro solo per il gusto di osservare la sua espressione imbarazzata.
-Adesso ne ha 19,- disse il ragazzo accanto a lui, che Misaki notò solo in quel momento. Non l'aveva mai visto prima, ma sembrava essere una persona gentile. I suoi occhi verdi oliva erano coperti da un paio di occhiali e aveva i capelli castani.
-Misaki-san, no? Io sono Tonō Hiyori, piacere di conoscerti,- aggiunse, al che lei gli sorrise.
-Il piacere è mio.
Salutò anche Makoto e Haruka. Il primo abbozzò uno dei suoi soliti sorrisi che non facevano altro che scaldarti il cuore. Haruka invece abbassò leggermente la testa come per salutarla.
Finalmente decise di prendere posto. Si sedette al secondo tavolo, nel mezzo. Alla sua destra c'era Ikuya, alla sua sinistra Makoto, mentre davanti c'erano due ragazzi che non aveva mai visto prima. Decise di ordinare una birra, al che Ikuya la guardò male.
-Stai dando un pessimo esempio da senpai.
Lei gli sorrise leggermente.
-Mi dispiace aver urtato la tua sensibilità da bambino.
Ikuya si imbarazzò ancora una volta.
-Non sei simpatica.
Lei rise leggermente.
Aveva sempre avuto un bel rapporto con Ikuya. Si divertivano a prendersi in giro a vicenda, ma Misaki era quella che riusciva a farlo imbarazzare senza mai stancarsi. Lo vedeva veramente come suo fratello minore.
-Wow Ikuya, ti fai prendere in giro da una ragazza?- lo provocò Asahi attirando anche l'attenzione di Misaki, che precedette Ikuya nel rispondere.
-Non da una ragazza qualsiasi, ma dalla sua sorellona!
Asahi scoppiò a ridere insieme a Kisumi, che aveva sentito tutto. Il ragazzo accanto a lei invece si imbarazzò più del dovuto, coprendosi il viso per il rossore.
-Hai finito di fare la simpatica?
-Forse.
Misaki rise ancora bevendo un sorso della sua birra. Soltanto in quel momento di distrazione si prese la briga di guardare per bene i ragazzi davanti a sé. Uno stava parlando con Tonō e a dir la verità, era carino. Aveva dei lineamenti del viso ben definiti e degli occhi celesti veramente belli. Accanto a lui c'era un ragazzo dai capelli rossi con in mano il telefono, ma che stava guardando tutto fuorché quello.
Teneva lo sguardo puntato su Misaki senza aspettarsi che lei lo avrebbe incrociato totalmente per caso. Si guardarono per pochi secondi, che sembrarono un'eternità. Aveva l'impressione di averlo già visto da qualche parte, ma non riusciva a ricordarsi con precisione dove. Distolse lo sguardo senza nemmeno provare a sforzare la sua mente.
-A proposito...- mormorò Ikuya attirando l'attenzione di Misaki, che con lo sguardo lo incintò a continuare. Quest'ultimo fece un respiro profondo prima di riprendere a parlare.
-Come va con mio fratello? Insomma, non voglio stressarti, era solo per...
Ikuya era chiaramente a disagio per averglielo chiesto. Non voleva ferirla, ma desiderava saperlo a tutti i costi.
-Va tutto bene,- mentì.
Ikuya sembrava sollevato nell'aver creduto a quella bugia, mentre Misaki si sentì in colpa per avergliela detta. Però se era l'unico modo per non farlo preoccupare, l'avrebbe rifatto altre mille volte.

Per circa due ore, Misaki continuò a godersi la serata senza esagerare con l'alcol. In quel lasso di tempo l'immagine di Natsuya non aveva nemmeno sfiorato la sua mente, il che non sapeva se la rendesse triste o felice. Sapeva soltanto che quella serata stava procedendo per il verso giusto, proprio come avrebbe voluto.

Deadly Kiss || Natsuya KirishimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora