14.

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Quella stessa sera Misaki si svegliò di scatto dopo circa due ore. Erano le 23:00, la Tv era ancora accesa e il mal di collo causatole dal divano era lì presente, proprio come si aspettava. La coperta che aveva addosso prima di addormentarsi, adesso era per terra. Prese il telecomando e spense la Tv, dopodiché si alzò e andò a prendere qualcosa per alleviare quel dolore al collo. Aprì un cassetto a caso della cucina e trovò una di quelle medicine in grado di far sparire il dolore in circa un quarto d'ora. La diluì con l'acqua, dopodiché la bevve. Tornò a sedersi sul divano e prese in mano il telefono notando di avere dei messaggi da parte di Mei, mandati una decina di minuti prima. Aprì i messaggi e un sorriso si stampò sulle sue labbra.

Mei
Sono tornata a casa sana e salva, Kisumi-kun mi ha accompagnata. Comunque, ti va di vederci al Blue Heaven sabato? 
Mei
Offro io.
Mei
E poi, ho una sorpresa per te.

Wow, ci stai già dando dentro con Kisumi?
Comunque, a che ora?

Misaki non dovette aspettare molto prima di ricevere una risposta.

Mei
Ti prendo a pugni sabato.
Alle 20:00.

Sorrise nel leggere quella risposta, dopodiché diede la conferma a Mei e lasciò il telefono sul tavolo. Chissà di quale sorpresa si trattava? Era veramente curiosa di scoprirlo, visto che sapeva come fossero le sorprese di Mei. Quella ragazza era capace di presentarsi a casa sua anche alle due di notte, con in mano del ramen di Sora e delle birre da bere. Le piaceva questa parte di lei. Proprio in quel momento qualcuno suonò al campanello per tre volte di fila senza dare a Misaki il tempo di andare ad aprire. Solitamente a fare così era Mei quando aveva troppe cose in mano, che potevano caderle da un momento all'altro. Misaki si affrettò ad aprire con un sorriso stampato in faccia. Quando però al posto di Mei si ritrovò davanti Natsuya, quel sorriso sparì. Il suo cuore accelerò il battito nel vederlo lì, davanti a sé.
-Misaki.
-Natsuya, perché sei qui?
Solo in quel momento il ragazzo alzò gli occhi su quelli di lei. Misaki non riuscì a fare a meno di notare quello sguardo disarmante sul volto di Natsuya, segno che voleva qualcosa. Quel familiare senso di impotenza si fece spazio dentro di lei, rimpiazzando tutta la rabbia che fino a quel momento aveva provato nei suoi confronti. Il ragazzo fece un passo in avanti, ma perse subito l'equilibrio, appoggiandosi con tutto il suo peso sulla porta di casa. Misaki capì subito in che stato si trovava. Era ubriaco.
-Natsuya, perché hai bevuto?- domandò con fare preoccupato, abbassandosi alla sua altezza.
-Non preoccuparti, ho bevuto soltanto tre birre,- biascicò lui.
-E non dovrei preoccuparmi? Reggi meno di me.
Provò ad aiutarlo a rimettersi in piedi, ma sembrava che Natsuya non avesse intenzione di farlo.
-Per favore, alzati. Chiamerò un taxi.
Il castano si sollevò all'istante, senza l'aiuto di Misaki. Fece un altro passo in avanti, diminuendo completamente la distanza tra di loro.
-Sono venuto qui per te, per parlarti. Non per tornare a casa.
Aveva ancora quello sguardo sul volto, cosa che Misaki non riusciva veramente a reggere. Sospirò, dopodiché chiuse la porta dietro alle spalle di Natsuya. Si allontanò leggermente da lui, aderendo perfettamente con la schiena alla parete alla sua destra.
-Va bene, dimmi quello che hai da dire, ma poi torna a casa.
Evitò di guardarlo negli occhi, ma sentiva i suoi passi farsi più vicini. All'improvviso percepì le sue braccia muscolose avvolgerle corpo.
Aveva un buon profumo.
Il calore del suo corpo era piacevole come al solito, ma Misaki provò a dimenarsi comunque, soltanto per orgoglio. Tuttavia non sembrava che Natsuya avesse intenzione di allontanarsi.
-Misaki, mi dispiace, mi dispiace per tutto.
Nel sentire quelle parole smise di dimenarsi. Gli dispiaceva per cosa? Cosa intendeva con "per tutto"?
-Mi odio per essermi trasferito senza averti nemmeno salutata, per averti detto cose orrende.
Quelle parole la colpirono come uno pugno in pancia. Era come se le mancasse il fiato, non riusciva a dire niente. L'unica cosa che fece fu ricambiare quell'abbraccio. Strinse con forza la maglietta di Natsuya e piano piano si lasciò cadere per terra senza mai staccare la schiena dal muro. Tirò con sé anche lui, che rimase abbracciato a lei con la testa sul suo petto. Misaki fece scivolare le dita più volte in mezzo a quei capelli castani così disordinati.
-Non scusarti, sono io a doverlo fare.
Sentì Natsuya stringere più forte il suo corpo.
-Perché non dovrei? Ti ho ferita.
-Anche io ho ferito te.
-Mi ferisci quando ti vedo con Rin. Quella sera sei andata a casa con lui, no? E oggi alle selezioni nazionali eri ancora con lui. Hai guardato soltanto la sua gara, vero?
Misaki si maledì mentalmente per aver pensato che non l'avrebbe vista nemmeno per caso, ma in quel momento non le importava. Voleva che Natsuya capisse che era andata lì per vedere anche lui, per sostenerlo anche se da lontano.
-Ti ho visto nuotare, sei migliorato molto, moltissimo,- ammise abbracciandolo ancora più forte.
All'improvviso sentì le mani di Natsuya farsi spazio sotto la sua maglietta, dove iniziò ad accarezzarle la schiena con le dita. Le sue mani fredde erano in pieno contrasto con la pelle calda di lei, il che le fece venire i brividi. Ci fu un momento di silenzio in cui si sentivano soltanto i loro respiri, ma che Natsuya ruppe subito dopo.
-Hai un buon profumo.
Continuava ad accarezzarle la schiena con una delicatezza indescrivibile. Non c'era alcuna malizia in quel gesto; si concentrò soltanto sulla schiena, senza passare su altre parti del corpo. Misaki non riusciva a descrivere quanto le piacesse quella sensazione. Non si allontanò, era come se in quel momento dipendesse completamente da lui. Non le importava se adesso non riusciva più a provare rabbia nei suoi confronti, alla fine era sempre così. Era ancora troppo innamorata di lui per poterlo odiare e adesso ne era pienamente consapevole. Era inutile cercare di allontanarlo, alla fine l'avrebbe sempre accolto a braccia aperte, nonostante tutto. Non sarebbe mai riuscita a dimenticarlo, nessuno avrebbe mai potuto rimpiazzarlo. Natsuya, la persona che era in grado di tirare fuori il lato più forte di Misaki, sarebbe rimasto sempre il suo punto debole.

-Batte ancora così forte quando sei con me?- sussurrò lui, al che lei arrossì. Natsuya era consapevole dell'effetto che le faceva, perciò non gli avrebbe mai dato una risposta.
-E il tuo?- ribatté istintivamente, facendolo allontanare di scatto da lei. Natsuya prese con delicatezza la mano di Misaki e la poggiò sul petto, a sinistra. Aveva un'espressione completamente seria sul viso in quel momento. Misaki riusciva a sentire il battito cardiaco velocizzato del ragazzo che aveva davanti e la sua mano stringersi sempre di più attorno a quella di lei.
-Pensi che abbia senso?- domandò lui, prendendo la mano di Misaki per mettersela sulla guancia, senza smettere mai di tenerla.
-Cosa?- ribatté lei confusa.
-Ci facciamo sempre così male...tu ti arrabbi con me e mi ignori, mentre io mi chiudo in me stesso.
Misaki si morse il labbro inferiore, quasi fino a farlo sanguinare. Era vero. Quello che aveva detto era completamente vero, ma lui era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento. Natsuya osservava quell'espressione disperata senza battere ciglio, come fosse ipnotizzato.
-Perché mi guardi così? Non fai altro che farmi innamorare di te ancora di più,- mormorò lui, impedendo a Misaki di parlare. Riusciva soltanto a sentire i propri battiti farsi sempre più veloci per via di quelle parole. Stava dicendo la verità?
-Non mentire.
Fu l'unica cosa che riuscì a dire.
Natsuya lasciò andare la mano di Misaki che aveva tenuto fino a quel momento, posizionando questa volta la sua sulla guancia di lei. L'accarezzò delicatamente.
-Come potrei mentire dopo essermi trattenuto così tante volte con te? La tua espressione arrabbiata o disperata che sia, mi fa innamorare di te.
Lei deglutì rumorosamente. Solo grazie a quelle parole capì il motivo per cui il ragazzo davanti a lei odiava la sua solita espressione arrabbiata.
In quel momento Natsuya si avvicinò disperatamente a lei, abbastanza da farle intendere cosa avrebbe voluto fare. Le punte dei loro nasi si sfiorarono così come le loro labbra. Lui teneva lo sguardo puntato su quelle di Misaki e lei stava facendo la stessa cosa, ma sembrava che nessuno dei due volesse approfondire quel contatto. Per qualche interminabile secondo rimasero così.
Tuttavia a farlo fu proprio Natsuya. Misaki venne subito assalita dalla sensazione familiare delle sue labbra morbide e calde, che non fece altro che farle battere il cuore in una maniera fuori dal normale. Le loro labbra iniziarono a muoversi in sintonia; non era niente di aggressivo, Natsuya la baciava con la stessa delicatezza di sempre. Era passato fin troppo tempo dall'ultima volta in cui avevano assaporato l'uno le labbra dell'altro. Mentre una mano di Natsuya era posizionata sulla guancia di Misaki, l'altra iniziò ad accarezzarle una coscia. Si staccarono entrambi soltanto per potersi abbracciare ancora una volta. La testa di Natsuya era appoggiata nuovamente sul petto di Misaki, mentre lei lo stringeva a sé.
-Non sai quanto mi sei mancata,- sussurrò lui.
-Adesso sono qui.

Deadly Kiss || Natsuya KirishimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora