Mancava veramente poco al giorno della partenza, più precisamente un paio d'ore. Misaki aveva già preparato la sua valigia dopo averci messo circa due ore per scegliere cosa portare. Quella sera avrebbe anche dormito a casa di Mei, cosicché la mattina potessero avviarsi insieme verso la stazione dei treni.
-A che ora partite?- domandò Natsuya, mentre spostava i capelli bagnati di Misaki da una spalla all'altra.
-Presto.
-Quanto presto?
-Non saprei, presto per Mei significa all'una di pomeriggio.
Misaki fece aderire la schiena al petto di Natsuya, al che lui cominciò a succhiarle leggermente una spalla. Il corpo della ragazza si rilassò al contatto delle labbra di lui con la sua pelle. Natsuya lo notò immediatamente ed avvolse le sue braccia attorno alla vita di Misaki. Una sua mano iniziò a farsi strada verso la sua intimità, ma lei lo fermò, afferrandolo per il polso. Si girò verso di lui, prendendo il suo viso tra le mani.
-Non possiamo di nuovo, Natsuya. Tra poco devo vedermi con Mei.
L'espressione imbronciata del ragazzo parlava chiaro.
-Eh? Devo aspettare una settimana?
-Proprio così.
Per quanto lo avesse voluto anche lei in quel momento, era costretta a trattenersi, altrimenti non avrebbe fatto in tempo ad andare da Mei.
Misaki si alzò da in mezzo alle gambe di Natsuya, dopodiché uscì fuori dalla vasca. Nonostante non fosse girata verso di lui, riusciva benissimo a percepire il suo sguardo sul proprio fondoschiena. Prese un asciugamano che avvolse immediatamente attorno al corpo, dopodiché si girò soltanto per scorgere Natsuya intento a guardarla con un sorriso beffardo stampato sulle labbra.
-Non male il tuo lato B da ventunenne.
Le venne da sorridere, ma si trattenne facendo finta di esserne infastidita.
-Maniaco, esci fuori da lì.
Subito dopo uscì dal bagno, dirigendosi in cucina. Dal frigo tirò fuori due bottiglie di birra, che successivamente aprì. Una la lasciò sul tavolo, mentre l'altra la tenne stretta tra le mani fino a quando non vide Natsuya uscire dalla camera da letto con soltanto una tuta addosso. Affiancò Misaki che era appoggiata di schiena sul tavolo e prese la bottiglia di birra che gli spettava.
-Sarà difficile aspettare una settimana se cammini per casa solo con un asciugamano addosso,- commentò lui, al che lei sorrise.
-Devi imparare ad essere paziente, Natsuya.
Avrebbe voluto dirgli che la stessa cosa valeva per lui, visto che camminava per casa solo con una tuta addosso. Misaki lasciò la birra sul tavolo per allontanarsi da lì, ma Natsuya la afferrò per un polso avvicinandola a sé.
-Non finisci la birra?- domandò, mentre le accarezzava la vita con una mano. Misaki sapeva benissimo quale fosse il vero significato di quella domanda. "Rimani ancora qui". Lei sorrise, scostandogli i capelli bagnati dalla fronte.
-Vado a vestirmi, torno subito.
Lui in risposta abbozzò una finta espressione imbronciata. Una volta in camera di Natsuya, Misaki raccolse i suoi vestiti da terra indossando l'intimo e successivamente i pantaloncini e la maglietta. Si guardò un'attimo allo specchio, dopodiché uscì fuori da lì. Tuttavia proprio mentre stava per rientrare in salotto, sentì Natsuya parlare con qualcuno al telefono.
-Chiyo, che succede?
Nel sentire quel nome, Misaki si irrigidì. Non vedeva quella ragazza dalla sera in cui aveva litigato con Natsuya. Smise di ascoltare la conversazione e quando questa finì, rientrò in salotto come se non avesse sentito niente. Tuttavia lui era fin troppo bravo a leggerle dentro.
-Oh, ti sei già vestita?
Misaki ignorò completamente quella domanda, riprendendo la bottiglia di birra in mano e fu in quel momento che Natsuya sospirò.
-Hai sentito, non è così?
-Solo il nome. Non è da me origliare.
Ovviamente Natsuya non si sarebbe mai giustificato per quella chiamata e tantomeno Misaki voleva lo facesse. Non era sicuramente gelosa fino a questo punto, ma ripensare a Chiyo e di conseguenza anche a quella sera, le faceva un certo effetto. Sapeva benissimo che Natsuya l'avrebbe buttata sull'ironia e non appena quest'ultimo abbozzò un sorriso provocatorio, ne ebbe la conferma.
-Sei gelosa per caso?
In risposta lei abbozzò lo stesso sorriso. Nessuno dei due durante la loro relazione aveva mai fatto scenate di gelosia. La nascondevano entrambi soltanto per il gusto di fare qualche battuta a riguardo più tardi, una volta soli. Tuttavia questa cosa sembrava essere cambiata adesso che entrambi erano capaci di esagerare con l'alcol.
-Di chi?
Natsuya rise leggermente con l'intenzione di stare al gioco di Misaki.
-Di Chiyo-chan.
-Chiyo-chan? Perché dovrei? È carina, avrà tanti ragazzi che le vanno dietro, non devo sicuramente preoccuparmi che possa scegliere te.
A quel punto Natsuya abbozzò una finta espressione imbronciata.
-Cosa vorresti insinuare? È impossibile che non cada ai miei piedi con questo fascino irresistibile.
-L'unica cosa irresistibile per lei sarà prenderti a pugni, altroché fascino.
Natsuya scoppiò a ridere nel sentire quelle parole. Sembrava essere veramente divertito, cosa che fece sorridere Misaki.
-A proposito, quando vai ad allenarti?- domandò lei cambiando discorso. Infatti Natsuya aveva iniziato ad allenarsi ogni pomeriggio in piscina assieme a Nao, Makoto e Sosuke.
Il ragazzo diede una veloce occhiata all'ora, dopodiché si allontano leggermente dal tavolo.
-Tra poco. Andiamo, ti do un passaggio.
Natsuya si mise addosso una maglia e prese il borsone che portava di solito in piscina per allenarsi. Misaki prese le sue cose, dopodiché uscirono entrambi fuori dall'appartamento.
Si avviarono verso la sua macchina e dopo aver messo in moto, Natsuya guidò prima fino all'appartamento di Misaki, dove quest'ultima prese la sua valigia e le altre cose da portare a casa di Mei. Non ci misero tanto nemmeno per raggiungere l'appartamento di quest'ultima.
-Grazie per avermi dato un passaggio,- disse dolcemente Misaki, al che Natsuya abbozzò il suo solito sorriso sfacciato.
-Mi merito qualcosa in cambio o no?
Lei lo guardò divertita, dopodiché si sporse verso di lui per prendergli il viso tra le mani e lasciargli un bacio a stampo sulle labbra. Dire che la sua espressione fosse delusa, era dire poco.
-Eh? Io non intendevo così.
-Ti chiamerò quando sarò a Kamakura.
Misaki stava per uscire fuori dalla macchina, ma prima che avesse potuto farlo, Natsuya la afferrò delicatamente per un polso facendola girare nella sua direzione. Fu lì che premette le labbra contro quelle di lei, senza lasciarle nemmeno il tempo di reagire. Il sapore di birra era percepibile su quelle di entrambi e si consumava sempre di più, ogni volta che queste si sfioravano. Era un bacio delicato, come al solito, ma il desiderio di non staccarsi mai era fin troppo avvertibile. Natsuya prese il viso di Misaki tra le mani, soltanto per approfondire ancora di più quel bacio. La sua lingua era calda e sapeva come intrecciarsi perfettamente con quella di lei. Si staccarono dopo alcuni secondi, non appena si ritrovarono entrambi senza fiato.
-Così va meglio,- disse lui col respiro ancora affannoso. Lei arrossì leggermente, spostando lo sguardo altrove.
-Idiota.
Misaki uscì dalla macchina assieme a Natsuya, che la aiutò a tirare fuori la valigia dal bagagliaio.
-Chiamami quando arrivi,- disse lui porgendole la valigia. Lei annuì.
-D'accordo.
Prese la valigia, dopodiché iniziò ad allontanarsi da lì. Non aveva sentito Natsuya mettere in moto, perciò era sicuramente ancora dietro di lei. Si fermò di scatto per poi girarsi verso di lui. Gli sorrise, al che lui ricambiò passandosi una mano tra i capelli. Odiava ammetterlo, ma quel ragazzo era fin troppo bello.Non appena Misaki bussò alla porta di casa di Mei, quest'ultima le aprì. Era appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto.
-Cazzo finalmente, la macchina di Natsuya era parcheggiata lì da almeno dieci anni. Ci stavate dando dentro?- domandò con fare malizioso, facendo arrossire Misaki più del dovuto.
-Non sparare stupidaggini e fammi entrare.
Mei scoppiò a ridere nel vedere la sua amica così, dopodiché si spostò per farla entrare.
Misaki sentiva che quella sarebbe stata una vacanza indimenticabile.
STAI LEGGENDO
Deadly Kiss || Natsuya Kirishima
Fanfiction-Non lasciare che parole come quelle ti tocchino se non mi vedi più nello stesso modo. -È ovvio che io non ti veda più nello stesso modo. Misaki Ayase vive di emozioni che sanno di quotidianità da ormai fin troppo tempo. Emozioni che verranno uccise...