2. Voglio soltanto rimediare

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“Cazzo, non dirmi che lui c'entra qualcosa con tutta questa storia” sbuffò Taehyung infastidito.

“Ma quindi mi credi?” domandò Jungkook smettendo di dondolare sull'altalena e sperando con tutto se stesso che Taehyung si fosse finalmente convinto del fatto che lui non era lì per raccontargli cazzate.

“Se credo alle tue cazzate? Ovviamente no, anzi, volevo proprio chiederti che cosa ti fossi fumato ieri sera. Devo ammettere che ha avuto un bell'effetto...”.

Jungkook sbuffò esasperato, per poi alzarsi dall'altalena. 

Si era illuso che Taehyung riuscisse a credergli, quando in realtà anche lui, se gli avessero raccontato una cosa del genere, avrebbe riso a crepapelle. 

Insomma, una macchina del tempo? Da quando in qua quella roba fantascientifica era reale?

Jungkook non sapeva perché quel quadro lo avesse portato nel passato e in realtà non gli interessava neanche saperlo. 

L'unica cosa di cui era sicuro era che ciò che aveva vissuto era reale e che quel piccolo salto nel passato che aveva fatto la sera prima non era stato un sogno o una fantasia. In quel momento era lucido, lucidissimo, ma Taehyung non riusciva a crederlo.

Tuttavia Jungkook non era disposto a cedere tanto facilmente. Doveva ottenere il suo aiuto a qualsiasi costo, anche a costo di trascinare quel ragazzo fino a casa sua.

Così, dopo aver fatto qualche passo per il giardino, intorno al suo amico ancora seduto tra i fili d'erba, si voltò e, soppesando attentamente le parole, mormorò: “Non ti chiedo di credermi, Tae. Ti chiedo di fidarti di me, anche solo per poche ore. Voglio che tu venga con me fino a casa mia e veda il quadro, così capirai che ho ragione...”.

“E per che cosa?” sbottò Taehyung alzandosi in piedi e raggiungendo l'amico, che intanto manteneva il capo chino, troppo imbarazzato per incrociare di nuovo lo sguardo dell'altro. “Anche supponendo che ciò che mi stai dicendo sia vero, cosa che dubito seriamente, come d'altronde farebbe qualsiasi essere umano dotato di un po' di cervello... Che cosa ottieni? Perché viaggiare indietro nel tempo, eh? Dimmi, JK, qual è il tuo scopo?”.

Jungkook alzò per un attimo gli occhi e si spaventò nel vedere l'espressione inferocita di Taehyung. 

Aprì la bocca per rispondere, ma non riuscì a emettere nessun suono, per la paura che il corvino accogliesse le sue parole con rabbia e scetticismo.

Jungkook voleva soltanto un po' di fiducia e di comprensione. Per lui non era facile avere sulle spalle il peso di una scoperta del genere e si era illuso che condividere la novità con Taehyung gli avrebbe alleggerito il carico. 

Invece sembrava aver ottenuto l'effetto opposto. Jungkook era a un passo dallo scoppiare a piangere per la frustrazione.

“Voglio soltanto rimediare al mio errore”.

“Quale errore? Quale dei tanti?” ribatté acidamente Taehyung.

Jungkook digrignò i denti e gli diede uno spintone, facendolo così indietreggiare di qualche passo.

“Ma che ti prende?” esclamò l'altro, allibito. Non era da Jungkook usare le maniere forti.

“Se mi stai ad ascoltare, invece di incazzarti per ogni singola cosa che dico...”.

“Bene, allora dimmi tutto, ma non posso prometterti che starò al tuo gioco” esclamò il corvino addolorato, come d'altronde ogni volta che lui e Jungkook litigavano.

“Voglio tornare indietro nel tempo per rimediare all'errore che ho commesso anni fa, quello che ha rovinato le cose tra me e Jimin. Voglio sistemare quella piccola cosa, quella soltanto. Non sopporto più il peso del rimorso e non ne posso più di chiedermi ogni giorno che cosa sarebbe successo se io quel giorno non avessi agito come un idiota. Tae, io non riesco a vivere così! Sapere che ho la possibilità di rimediare...”. Jungkook si interruppe. Il suo mento tremava e le lacrime supplicavano di uscire.

Fix Everything || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora