22. Ancora pochi metri

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Per non rischiare di essere riconosciuti da qualcuno, specialmente dalla mamma di Jimin, Jungkook e Taehyung comprarono due paia di occhiali da sole da quattro soldi con gli spiccioli che avevano in tasca e si calarono il cappuccio della felpa sulla testa. In quel modo forse sarebbero stati al sicuro.

“Allora, come facciamo? Ti ricordi in che punto della città è morta?”  domandò Taehyung accelerando il passo.

Jungkook controllò il nome della strada che stavano percorrendo e cercò di capire quale fosse il tragitto più breve per raggiungere quel posto.

“Da questa!” esclamò poi, indicando un viale alberato. I due amici attraversarono le strisce pedonali e si diressero da quella parte.

Jungkook continuava a controllare l'ora sul suo orologio e si torturava il labbro inferiore, poiché non era sicuro che fossero ancora in tempo. Non si ricordava con esattezza quando era avvenuto il fatto che aveva causato tutti i loro dolori.

Infine giunsero all'altezza della via dove di lì a poco sarebbe dovuta passare la madre di Jimin, diretta chissà dove per le sue compere.

Il buio stava calando velocemente e grandi nuvole grigie si addensavano sopra le loro teste, mentre l'aria era ancora piuttosto calda.

Jungkook e Taehyung ebbero un tuffo al cuore quando videro due uomini sull'altro lato della strada fermarsi e iniziare a discutere animatamente.

“Sono loro?” sussurrò Taehyung, con gli occhi sbarrati e la paura che iniziava a invaderlo.

Erano entrambi consapevoli del fatto che ciò che avevano intenzione di fare fosse rischioso e che c'era una discreta probabilità che fallissero. Tuttavia non avevano neanche il coraggio di immaginare che cosa sarebbe potuto accadere di tanto terribile in quel caso.

“Sì, non possono che essere loro: due uomini qualunque, ma che hanno rovinato le nostre vite. Curioso come agisca il destino a volte, non trovi?”.

Taehyung annuì, deglutì a vuoto e rilasciò un sospiro tremolante.

Nel frattempo i due uomini avevano alzato la voce e uno dei due, dalla stazza più imponente, all'improvviso diede uno spintone all'altro, facendolo così indietreggiare di qualche passo.

Alcuni passanti volsero il capo nella loro direzione, ma nessuno si avvicinò per fermarli.

I due uomini continuarono a urlarsi contro e a rivolgersi improperi sempre più pesanti. Iniziarono a spingersi con più forza e finalmente due persone si avvicinarono per separarli.

Uno dei due litiganti diede un cazzotto all'altro, che si piegò di lato incassando il colpo. Si picchiarono con violenza e a niente servirono gli interventi delle due persone che cercavano di tenerli lontani.

Infine uno di loro, quello più muscoloso, tirò fuori una pistola. Taehyung e Jungkook si rivolsero uno sguardo allo stesso tempo di paura e di incoraggiamento, poi attraversarono la strada, diretti verso i due litiganti.

Proprio in quel momento videro arrivare la madre di Jimin, che cercò anche lei di separarli. Era stata più veloce di loro.

“No, Jungkook!” urlò Taehyung, afferrando un braccio del suo migliore amico e spalancando gli occhi, disperato.

Aveva un brutto presentimento. Non voleva che Jungkook compisse niente di insensato o pericoloso. Piuttosto avrebbe rischiato lui, difatti aggiunse: “Lo faccio io”.

Il suo migliore amico, però, era più forte. Si divincolò dalla sua stretta e riuscì a liberarsi, per poi mettersi a correre. In poche falcate raggiunse il piccolo capannello di gente che si era riunita e si trovò di fronte all'uomo armato.

Fix Everything || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora