15. Dove sta andando?

190 22 10
                                    

Il silenzio calò nella stanza e dopo aver aspettato il tempo necessario per accettarsi che i due adolescenti si fossero addormentati, Jungkook e Taehyung uscirono di soppiatto dall'armadio a muro.

Senza nemmeno rivolgersi uno sguardo o una parola attraversarono la stanza, passando tra i pezzi del puzzle e accanto al letto dove i due erano sdraiati, nudi sotto le coperte e profondamente addormentati.

Jungkook non riuscì a non gettare un'occhiata e si sentì stringere il cuore davanti a quella scena.

Jimin era rannicchiato contro il petto del moro e dormiva con le labbra leggermente dischiuse e una mano teneramente appoggiata sul suo braccio. Sembravano vulnerabili ma allo stesso tempo forti, perché erano insieme e si erano appena amati con grande intensità.

Per Jungkook non era stato eccessivamente imbarazzante ascoltare i loro gemiti e immaginare che cosa stesse accadendo. Tuttavia non poteva dire che non gli avesse provocato un leggero dolore al petto.

Non aveva pianto, ma aveva sentito il cuore farsi pesante e le emozioni prendere il sopravvento, nel buio dell'armadio a muro, mentre nelle narici aveva il profumo del suo amato.

Jungkook aveva ricordato e aveva sofferto.

'Jiminie, io sistemerò tutto' promise, lanciando un'ultima occhiata al ragazzo e buttandosi poi contro il quadro, seguito a ruota da Taehyung.

Spuntarono nella stessa cameretta, che però questa volta era vuota.
Nessuna scena d'amore, nessun Jimin e nessun Jungkook. Soltanto i mobili, le pareti azzurre e due viaggiatori che non sapevano più come tornare al presente.

Jungkook si voltò verso Taehyung e lo vide provato.

“Non mi guardare. È stato il momento più imbarazzante della mia vita”.

“Ti sei tappato le orecchie, vero?”.

“Ovvio, ma non è servito a molto” confessò il corvino scuotendo il capo e aprendo la finestra. “Allora, non vieni?” domandò spazientito, per poi scavalcare il davanzale e atterrare sul prato.

Jungkook sospirò e lo seguì, dopo aver afferrato l'immancabile penna dalla scrivania della camera di Jimin.

Appena giunsero in strada, videro il biondo insieme a Jungkook, Taehyung e gli altri loro amici del liceo. Facevano capannello attorno a Jimin e gli parlavano con un tono di voce dolce e sommesso, appoggiandogli ogni tanto una mano sulla spalla e sorridendogli con affetto.

I Jungkook e Taehyung del presente capirono subito a che momento erano arrivati. Così il corvino trascinò il suo migliore amico dietro un angolo della casa per non farsi vedere da nessuno e gli chiese: “Anche tu pensi a ciò che penso io?”.

“È il momento dopo il funerale della mamma di Jimin, vero?” fece Jungkook mordendosi un labbro, nervoso.

“Esatto. Eravamo passati tutti a casa di Jimin per stargli un po' accanto in un momento difficile come quello”.

“Lo ricordo bene, Tae. Questa cosa non fa che convalidare la mia tesi”.

“E sarebbe?” chiese il corvino alzando un sopracciglio.

“Stiamo andando sempre più indietro nel tempo e sinceramente mi chiedo fino a che punto voglia portarci il quadro.
Cos'è che dobbiamo cambiare? Io credevo di riprovare più volte a modificare il corso degli eventi durante la sera in cui Jimin mi ha lasciato, ma forse non è la cosa giusta da fare. Forse quel dipinto vuole che io faccia qualcos'altro” ragionò ad alta voce Jungkook.

“Lo penso anch'io. Sebbene possa sembrare assurdo, ho sempre avuto la sensazione che quel quadro sia dotato di sensibilità... È come se avesse una mente e dei pensieri, un piano, uno schema”.

Fix Everything || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora