Epilogo

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Due anni dopo

“Avanti, perché non sei ancora andato a vedere la mostra?” domandò Seokjin con la bocca piena di cibo.

“Non ho avuto tempo!” si giustificò Namjoon, versandosi del vino nel bicchiere.

“Certo, dicono tutti così...”.

“Non importa, Nam. Dura ancora due settimane” lo tranquillizzò invece Jungkook, sfoggiando un adorabile sorriso.

I sette amici si trovavano a casa di Taehyung e stavano pranzando in compagnia. Il principale argomento della conversazione era la mostra che si teneva in uno dei musei della loro città, in cui erano esposti anche alcuni quadri di Jungkook.

Il moro, infatti, dopo aver lasciato il proprio lavoro d'ufficio aveva faticato molto per immettersi nel mondo dell'arte, ma dopo numerosi sacrifici era riuscito a coronare il suo sogno. Ormai era un pittore riconosciuto e il suo talento era ammirato da molti. Si parlava tanto di lui e di sicuro la sua bravura sarebbe soltanto aumentata con il passare del tempo.

Jimin era il suo fan numero uno ed era fierissimo di lui.

“Io ci sono andato qualche giorno fa insieme a Tae. Ci è piaciuta moltissimo” disse Yoongi. I suoi capelli erano ancora dello stesso color verde menta, il suo preferito.

“Già, ma secondo me i migliori restano quelli a casa tua e di Jimin” disse Taehyung con un sorriso furbo.

“Mi pare giusto. Quelli hanno un valore immenso per loro due” commentò Hoseok, servendosi ancora da mangiare.

Jimin e Jungkook si scambiarono un'occhiata complice. Avevano molto a cuore i quadri che decoravano le pareti della loro casa, sia perché alcuni li avevano dipinti insieme, sia perché certi ricordavano loro della loro giovinezza.

In particolare uno di essi aveva un significato importante: quello in cui era raffigurato Jimin, il quadro che aveva dato vita al loro amore, il quadro che aveva portato Jungkook indietro nel tempo e aveva rivoluzionato le loro esistenze.

C'era voluto molto tempo per Jimin per credere alla storia di Jungkook, ma non perché non si fidasse di lui, bensì semplicemente perché era una storia troppo fuori dal comune per non destare sospetti.

Alla fine, però, aveva accettato quella versione come verità effettiva e al suo amore per il fidanzato si era aggiunta un'immensa gratitudine per avergli salvato la vita, averla salvata a sua madre e averla ridata alla loro storia d'amore.

Dopo aver finito di mangiare, i giovani amici erano assai presi dalle loro chiacchiere, così Jimin e Jungkook si alzarono da tavola e annunciarono che sarebbero andati a prendere una boccata d'aria in giardino.

Era una giornata di primavera. Un lieve venticello accarezzava le gote dei due fidanzati e scompigliava dolcemente i loro capelli.

Jimin si diresse verso l'altalena che oscillava nel vuoto, attaccata a un ramo di un albero in un angolo del giardino della graziosa casetta di campagna del loro amico Taehyung. Jungkook lo seguì sorridendo.

Jimin si sedette e il suo amato gli diede alcune spinte sulla schiena per farlo dondolare, proprio come avrebbe fatto con un bambino.

“Più veloce, Jungkook!” esclamò Jimin, per poi scoppiare a ridere, imitato dal moro.

Per qualche minuto restarono così, uno che volava in alto sull'altalena, l'altro che lo spingeva poggiandogli delicatamente le mani sulla schiena.

Era una scena tenera e semplice, ma i loro cuori erano colmi di felicità, quella felicità che si nasconde nei momenti più spensierati e nelle cose più piccole.

A un certo punto Jungkook mise le mani sulle due corde dell'altalena, causando quindi il rallentamento del dondolio di Jimin.

“Perché l'hai fermata?” domandò il biondo, mettendo il broncio.

Jungkook non rispose, ma gli cinse la vita con le braccia e lo sollevò di peso, nonostante l'altro scalciasse e lo pregasse di metterlo giù. Lo trasportò per qualche metro, poi lo adagiò sull'erba. Per vendetta Jimin gli afferrò un braccio, così da tirarlo con sé.

Senza mai smettere di ridere i due si rotolarono sul prato, in un vortice di arti.

Quando poi si ritrovarono uno sopra l'altro, capirono che non era il momento giusto e si diedero una calmata, rimettendosi a sedere. I loro sguardi, però, si erano fatti pieni di desiderio e d'amore.

Jungkook posò una mano su una guancia di Jimin e gliela accarezzò, sorridendo felice.

“Non ho bisogno di altro, Jiminie. Ho solo bisogno di te. Sarai il mio punto di riferimento per sempre? Me lo prometti?”.

Jimin sorrise e posò una mano sul petto di Jungkook, così da sentire il suo battito accelerato.

“Sposami, Kookie”.

A quelle parole il moro ebbe un tuffo al cuore e si sentì quasi svenire. Per un attimo credette di aver capito male, ma lo sguardo del suo amato esprimeva perfettamente ciò che lui con la voce aveva appena dichiarato.

“Tu... tu vuoi diventare mio marito?” sussurrò Jungkook, iniziando a tremare per l'emozione.

“Sì, Kookie. Io ti amo e ti amerò per sempre”.

Una lacrima solitaria scivolò lungo la guancia di Jungkook.

“Allora? Mi vuoi sposare oppure no?” domandò Jimin per prenderlo in giro, mentre giocherellava con una ciocca dei capelli scuri dell'altro.

“Ma che domande fai?” rise Jungkook, per poi tornare serio e sussurrare. “Mi vuoi sposare, Park Jimin? Tu vuoi davvero sposare me?”.

Era semplicemente incredulo. Nonostante tutto ciò che avevano vissuto, quello era un passo che aveva spesso sognato, ma in cui non aveva mai sperato troppo.

Sentire Jimin esprimere a voce alta quel suo desiderio di legame era più bello di quanto avesse potuto immaginare. Era una cosa ultraterrena, di una bellezza paradisiaca. Quel momento era perfetto.

“Sì, Kookie, io voglio sposare te” rispose Jimin con gli occhi pieni di lacrime.

“E io non chiedo altro, amore mio, se non di essere la tua felicità” disse Jungkook, per poi posare delicatamente le labbra su quelle del biondo e chiudere gli occhi per assaporare quel momento divino.

Con una mano dietro alla nuca di Jimin e le labbra premute contro le sue, Jungkook si concesse di ripensare alla sua vita.

I ricordi delle tre realtà che aveva vissuto gli volteggiarono nella mente e si fusero nell'immagine di Jimin, il suo amore, il giovane per il quale il suo cuore non aveva mai smesso di battere.

Il loro amore era vivo, il loro amore era eterno e il tempo non poteva fare nulla, perché non aveva potere su di loro.

Gli anni sarebbero passati, ma per Jeon Jungkook e Park Jimin il tempo non valeva niente.

Per loro il tempo era nulla e l'amore era tutto.

Fine.

Angolo autrice:

Okay, sto piangendo. Questa storia ormai è parte di me e sapere che è conclusa mi spezza il cuore :')

Non so come esprimere la mia gratitudine verso di voi, che avete letto, votato, commentato. Mi avete regalato tantissimi sorrisi ❤️

Spero che questa storia vi sia piaciuta e spero di avervi trasmesso delle emozioni.

È stato impegnativo scriverla, non posso negarlo, ma anche entusiasmante! Ricordo tutte le sere che ho passato a scervellarmi su come potessero fare i viaggi nel tempo senza che ci fossero troppe incongruenze :)
Ancora adesso a dir la verità non so se fila tutto liscio.

Per quanto riguarda le storie future, ne ho in mente decisamente troppe e il tempo per dar loro vita non è molto. Però vi annuncio che sto già lavorando a una Jikook ambientata nel passato :)
Spero che vi possa interessare!

Ancora grazie ❤️

Fix Everything || JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora