Fix Everything || Jikook

30. I dettagli non sono importanti

Nei giorni seguenti Jimin fu molto impegnato con il trasloco. Aveva infatti deciso di tornare ad abitare insieme a Jungkook e per farlo doveva innanzitutto liberare il piccolo appartamento che aveva preso in affitto due mesi prima.

Fortunatamente molti oggetti non li aveva ancora nemmeno tolti dagli scatoloni, quindi non si trattò di un compito eccessivamente faticoso.

Dal canto suo, Jungkook dovette decidere come avviare la propria carriera nel mondo dell'arte. Si iscrisse a un paio di corsi per affinare la propria tecnica e si diede da fare per conciliare quel nuovo impegno con il suo lavoro d'ufficio, che aveva intenzione di portare avanti ancora per qualche mese.

Furono settimane difficili per entrambi, ma erano insieme ed erano felici, quindi non potevano chiedere di meglio.

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Un pomeriggio, mentre erano sdraiati sul loro letto matrimoniale e si riposavano prima di tornare alle loro solite faccende, Jungkook decise di liberarsi di un peso che si portava appresso da settimane.

Sebbene temesse di non venir creduto, non riusciva a sopportare l'idea di tacere una verità così importante al suo amato, perciò giunse alla conclusione di volergli raccontare dei viaggi nel tempo che aveva compiuto insieme a Taehyung.

Si mise su un fianco e per qualche secondo osservò in silenzio il profilo di Jimin, i cui occhi erano chiusi e il cui petto si alzava e si abbassava a un ritmo regolare, come se stesse dormendo.

“Jiminie?”.

“Mmh?” biascicò il biondo, accennando un tenero sorriso.

“Posso raccontarti una storia?”.

Il giovane aprì gli occhi di scatto e voltò il capo in modo da incrociare lo sguardo serio di Jungkook. “Una storia? E perché?”.

“Ne sento la necessità”.

“Oh, allora va bene. Ma solo se finisce con e vissero tutti felici e contenti”.

Jungkook rise e accarezzò una guancia del biondo. “Certo, è una storia con un bellissimo lieto fine”.

“Ottimo, allora sono tutto orecchi” esclamò l'altro ridacchiando. Poi si accoccolò più vicino al suo amato, il quale fece un respiro profondo e cercò le parole giuste per iniziare.

“Due ragazzi dai caratteri affini...”.

“Ma come! Non inizi con il C'era una volta...?”.

“Hai perfettamente ragione. Perdonami, sono stato un idiota” disse Jungkook stando al gioco. “Allora, c'erano una volta due ragazzi dai caratteri affini. Erano ottimi amici e andavano a scuola insieme.
Presto però si resero conto che la loro non era soltanto amicizia, bensì amore. Così i due ragazzi si fidanzarono.
Purtroppo dopo pochi mesi uno dei due perse la madre...”.

“No!” esclamò Jimin, dispiaciuto. 

Per poco Jungkook non scoppiò a piangere, rendendosi pienamente conto che solo grazie al suo intervento la storia che stava raccontando non corrispondeva alla realtà.

“Purtroppo sì. La madre del ragazzo venne uccisa da un colpo di pistola. Si trattò di un incidente, poiché la donna era intervenuta nel tentativo di separare due litiganti. Uno dei due era armato e...”.

“Mi sembra un po' irrealistica come cosa” sussurrò Jimin aggrottando la fronte.

“Invece è andata proprio così. Il ragazzo che aveva perso la madre, noi lo chiameremo M, con il tempo si chiuse in se stesso e il suo fidanzato, K, non sapeva come aiutarlo. Non riusciva a comprendere il suo stato d'animo e non riusciva a stargli accanto quanto avrebbe voluto.
Un giorno K andò in un bar per ubriacarsi e incontrò un amico suo e del suo ragazzo, M. I due amici bevvero insieme e poi si baciarono, soltanto a causa dell'alcol che avevano ingerito. Il problema, però, era che M aveva visto tutto”.