Jimin era sempre più stupito. Si continuava a chiedere dove Jungkook lo stesse portando, ma non diede mai voce alla sua curiosità, bensì si limitò a osservare la natura che li abbracciava da entrambi i lati.
Erano usciti da un pezzo dall'autostrada e in quel momento stavano percorrendo un sentiero stretto e malamente asfaltato. Quando giunsero in un piccolo parcheggio circondato da una folta vegetazione, Jungkook fermò la macchina e spense il motore.
“Siamo nel bel mezzo del nulla” commentò il biondo, scendendo dall'auto e girando su se stesso.
Il bosco era fitto, ma si riusciva comunque a intravedere il disco dorato del sole fare capolino tra le fronde degli alberi. I suoi raggi baciarono la pelle candida di Jimin, che chiuse gli occhi e si mise in ascolto dei piacevoli suoni della natura. Il silenzio era rotto soltanto dal cinguettio degli uccellini e dal lieve mormorio del vento tra le foglie.
“Beh, ciò significa che avremo questo nulla tutto per noi” scherzò Jungkook, mentre raggiungeva Jimin e lo osservava sorridendo.
“Ma ora che cosa facciamo?” domandò l'altro, aprendo gli occhi e incrociando lo sguardo del moro.
“Ci mettiamo gli zaini in spalla e ci addentriamo nel bosco. Poi ci fermiamo in un posto e montiamo la tenda”.
“La tenda?!” esclamò Jimin, portandosi una mano davanti alla bocca che gli si era involontariamente aperta.
“Sì, facciamo campeggio. Che c'è, non ti va?” domandò l'altro, improvvisamente preoccupato.
“No, mi va! Certo che mi va”. Jimin abbozzò un timido sorriso, poi si diresse verso il bagagliaio per prendere gli zaini.
Jungkook lo imitò, contento che al biondo la sorpresa fosse piaciuta.In realtà a Jimin non era solo piaciuta. Lui stava fremendo di gioia, pur cercando di non darlo a vedere.
“Il sentiero inizia lì” disse il moro, indicando un punto fra gli alberi.
I due giovani si sistemarono in spalla gli ingombranti zaini, che finalmente Jimin aveva capito a che cosa servissero, e si incamminarono in quella direzione.
Passeggiarono a lungo nel bosco, sudarono e faticarono. A volte si persero, a volte si fermarono stremati, ma non smisero mai di chiacchierare, ridere e scherzare.
Infine giunsero in un punto dove gli alberi lasciavano spazio a una piccola radura di erba verde e rigogliosa, delimitata da alti sempreverdi.
“Siamo arrivati” esclamò Jungkook soddisfatto. “Una volta sono stato qui con la mia famiglia. È un posto meraviglioso”.
“Già” concordò Jimin, osservando ogni dettaglio di quell'angolo paradisiaco, lontano anni luce dalla loro città. Era proprio situato nel bel mezzo del nulla, quindi era perfetto per loro.
Qualcosa già diceva a Jimin che quel posto sarebbe diventato il loro posto.
“Allora, montiamo la tenda e poi mangiamo?” domandò Jungkook, posando per terra il suo zaino e facendo un po' di stretching per riprendersi dopo le ore passate a portare sulla schiena il peso della tenda.
Jimin annuì e subito i due si diedero da fare. Sbagliarono per ben due volte a montarla, ma al terzo tentativo riuscirono nella loro impresa e poterono ammirare soddisfatti la loro piccola casa portatile.
Dopodiché si sedettero su un telo che avevano steso sul prato e tirarono fuori dagli zaini dei panini farciti da mangiare. Si gustarono la cena dopo la fatica dell'escursione di quelle ultime ore e osservarono il cielo tingersi di nero.
“Jungkook?” sussurrò a un certo punto Jimin, con il cuore che gli batteva forte per l'emozione.
“Sì?”.
“Voglio vedere le stelle. Dici che se stendessimo una sopra l'altra le coperte che ci sono negli zaini staremmo comodi?”.
Jungkook sbatté più volte le palpebre e per qualche secondo non rispose. Poi però sorrise e disse: “Ma certo! Qui le stelle si vedono benissimo e vedrai che non avremo freddo”.
Dopo aver acceso una candela e averla inserita dentro una lanterna che si era portato dietro, Jungkook aiutò Jimin a sistemare le coperte una sopra l'altra, creando così un giaciglio comodo e confortevole. Quindi si sdraiarono uno di fianco all'altro, sotto al cielo scuro punteggiato di milioni di stelle luminose.
Si avvolsero con le coperte e sorrisero, scoprendo che era vero che non avevano freddo. Quella notte l'aria era tiepida e gli strati di stoffa che proteggevano i loro corpi erano più che sufficienti per stare al calduccio.
“Jimin?”.
“Dimmi, Kookie”.
Jungkook si dimenticò di respirare. Il cuore gli batteva forte e un sorriso da ebete gli illuminava il viso nella notte buia. Sentire Jimin che lo chiamava Kookie era per lui tra le sensazioni più belle al mondo.
“Ti ricordi di quella sera che siamo stati al parco, sotto le stelle, e io ti ho proposto di venire ad abitare con me?”.
Quel ricordo che Jungkook si portava appresso dalla prima realtà era fortunatamente rimasto inalterato anche nella terza.
“Certo, è stato uno dei momenti più belli della mia vita. Come potrei dimenticarlo?”.
Jungkook si voltò su un fianco e ammirò il volto del suo amato, rischiarato in parte dalla luce della candela posizionata accanto al loro giaciglio e in parte dalla luce della luna che si intravedeva tra le cime degli alberi.
“Ti ricordi quello che ti avevo promesso quella sera?”.
Jimin sembrò pensarci su qualche secondo. “Oh... Credo di sì” sussurrò poi.
Nonostante il buio li avvolgesse come un manto di oscurità, Jungkook avrebbe potuto giurare di aver visto le gote del ragazzo tingersi leggermente di rosso.
“Ti avevo promesso che un giorno avremmo fatto l'amore sotto le stelle” disse tranquillamente il moro, sfiorando con i polpastrelli i soffici capelli biondi di Jimin.
“Lo ricordo” sussurrò l'altro. I suoi occhi erano improvvisamente più aperti del solito e la bocca tirata in un'espressione seria.
Il silenzio calò su di loro, un silenzio carico di attesa, eccitazione e aspettative, ma anche di paura.
“Jungkook... Posso dirtelo? Io non ti voglio sfiorare neanche con un dito se non posso dirtelo”.
“Dirmi cosa?” domandò il moro, corrugando la fronte.
“Dirti ciò che provo per te. Mi hai detto di aspettare che tu fossi degno di restarmi accanto, ma in realtà lo sei già”.
Jungkook non rispose, ma annuì lentamente.
Così Jimin sorrise e disse: “Io ti amo, Jeon Jungkook, ti amo con tutto il mio cuore. Sei la mia vita e non importa se in passato le cose fra di noi sono precipitate, io sono sicuro che d'ora in poi il nostro futuro sarà radioso. Io vedo in te una luce nuova, la leggo nei tuoi occhi e quella luce, qui, sotto le stelle, mi fa dire che credo fermamente in me e in te.
Jeon Jungkook... Kookie... io non posso vivere senza di te. Le nostre anime sono legate per sempre.
Quelle stelle, lì, sopra di noi, lo sanno bene e sai cosa ti dico? Se le stelle avessero voce, in questo momento starebbero cantando. Starebbero cantando canti di gioia”.Jungkook sorrise, poi prese una mano di Jimin e se la portò alla bocca, lasciandovi un tenero bacio.
Non sapeva che cosa rispondere. Non si era mai sentito più felice di così.
“Jimin” sussurrò, con il cuore pieno d'amore, così pieno che rischiava di scoppiare.
Angolo autrice:
Che teneri...
Come forse avrete notato questi ultimi capitoli sono molto più tranquilli. Mi pareva giusto dare un po' di respiro ai nostri due, dopo tutto ciò che hanno dovuto passare.Spero che vi piacciano ❤️
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Fix Everything || Jikook
Fiksi Penggemar[Completa] Dove Jungkook torna indietro nel tempo per rimediare a un errore commesso quando era fidanzato con Jimin. Nell'impresa è aiutato dal suo migliore amico Taehyung. Riuscirà a sistemare le cose o le peggiorerà ulteriormente? ▻ smut ▻ angst ...