Prologo

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I'M BACKKKKK
Come al solito pubblico ogni giorno e sappiate che se avete idee più sensate per il titolo e per la trama sono ben accette perché veramente quello che ho messo é molto triste ahahah é una storia un po' più corta dell'ultima che ho scritto, ha tipo la metà dei capitoli però mi manderete a quel paese molto più spesso <3
MOLTE COSE NON CORRISPONDONO AI LIBRI ANZI MOLTISSIME

«Mi aveva chiamato?» chiese l'agente Underwood. La giovane donna dietro la scrivania annuí «Ho un veloce incarico per te: devi andare da Lui».
Grover annuí e la donna continuò «Quel bastardo si é fatto di nuovo vivo e... Nonostante il passato abbiamo bisogno di Lui per fermarlo»
«Signorina Chase, Lui non accetterà mai» ribatté Grover e lei annuí.
«Credi che non lo sappia, Grov? Ma insisti, provaci almeno» Grover annuí per niente convinto.
«Il suo partner sarà il pivellino di cui ti sei occupato fino al mese scorso. Ha fatto molti progressi: é adatto» continuò la donna dai capelli biondi e gli occhi grigi.
«Annabeth tu sei pronta a rivedere... Lui?» le chiese il suo amico, ma le scosse la testa e scrollò le spalle. «Non lo so. Se fallisci chiama l'agente Levesque, se ci riesci chiamala lo stesso».
Grover annuí poi uscì dall'ufficio lasciando Annabeth con i suoi pensieri. La sua mente tornò al passato e le sfuggì una lacrima.

L'agente del Camp Half-Blood (chiamato semplicemente CHB o Campo. Era un modo per dire che gli agenti erano dei mezzosangue: metà persone normali e metà spie) bussò alla porta della casetta. Gli aprí un uomo che sembrava sui quarant'anni, ma Grover sapeva che ne aveva solo 27.
Era grasso, molto grasso, non portava la maglietta quindi la sua pancia si mostrava in tutta la sua grandezza; aveva i capelli lunghi fino alla metà della schiena e la barba fino alla fine del torace. Aveva una bottiglia di birra quasi vuota in mano, gli occhi un tempo pieni di vita erano spenti, il sorriso era palesemente forzato.

«GROVEEER!» esclamò con un sorriso a dir poco tirato. Grover non riuscì a tirarsi indietro e lo strinse forte, ma lui lo respinse abbastanza velocemente. Odiava il contatto fisico. «Vieni entra» lo invitò l'amico e il giovane non se lo fece ripetere due volte. La casa era oggettivamente piccola: aveva un letto messo davanti a una TV, un tavolino su cui mangiare e un piccolo bagno. Ma era ordinato, pulito. Più o meno.

Il pavimento era cosparso di bottiglie di birra e vino, la spazzatura ne era piena fino all'orlo. Grover non si stupí. Non era la prima volta che andava a trovarlo. Vide il cibo che gli aveva portato l'ultima volta poggiato sul tavolo, nel punto esatto dove l'aveva messo tempo prima.
«Non stai mangiando.» gli disse. Il padrone di quella casetta si sedette sul letto fatto e sospirò «Non ho mai fame»
«Devi mangiare»
«Mangio! Uno snack ogni tanto...» sussurrò l'ultima frase. Grover sospirò «Di questo passo morirai».
Gli occhi dell'amico brillarono leggermente «Magari...»
«Non fare così» lo supplicò Grover «Non puoi fare così. Tu sei forte, hai portato alla fine le missioni più impossibili, puoi superare...»
«No» lo interruppe «Non posso».

Grover sospirò, ma non disse niente.
«Tuo padre é tornato.» disse semplicemente.
Lui lo guardò con occhi sbarrati dalla rabbia «Quell'uomo. Non é. Mio padre.»
«Chiamalo come vuoi, abbiamo bisogno di te.» disse diretto, ma Lui scosse la testa «Mi sono ritirato».
«Hai esplicitamente detto che ti saresti preso una pausa di un anno e mezzo; di diciotto mesi. Non di cinque anni»
«Grover non posso...» sospirò
«Agente...»
«Non. Chiamarmi. Agente» sibilò.
«Ti stanno cercando! Lui ti sta cercando e presto ti troverà. In un modo o nell'altro dovrai affrontarlo.»
«La pistola é sempre carica» gli rispose scolandosi mezza bottiglia di birra in pochi sorsi.
«Ah si? E riuscirai a sparare?»
«Come non ci riuscirei qui, non ci riuscirei nemmeno in missione».

Grover si abbassò per raggiungere la sua altezza «Avresti una mano. Un pivellino accanto a te che non vede l'ora di mettersi alla prova»
«Si così quel coso che si fa chiamare "padre"...»
«No, non succederà» lo interruppe l'amico «Darebbe la sua vita per salvarne un'altra, non ti lascerebbe mai».

Gli occhi del ragazzo davanti a lui si riempirono di lacrime «Non te ne andrai finché non accetto vero?»
Lui sorrise «Hai centrato il bersaglio.»
L'altro abbassò la testa «Mi giuri che non se ne andrà?»
Grover annuí «Te lo giuro sulla mia vita».
L'altro annuí lentamente. «Ti odio.»

L'amico gli diede una pacca sulla spalla.
«Lo so. Forza Agente Grace. É ora di perdere qualche chilo.»

Demigods Passion Spies {HoO AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora