Capitolo 17

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«STAI SCHERZANDO?» Hazel correva per i corridoi tenendosi il cellulare attaccato all'orecchio e investendo i vari agenti che passavano.
«Mai stato più serio, Haz. Se Nico era serio mentre parlava, allora sta facendo il doppiogioco.»
«Jason, starà facendo il doppiogiochista da cinque anni, sicuro che non abbia cambiato idea?»
«É possibile. Controlla il Cubo, se mi sbaglio allora abbiamo un piccolo problemino. Ma se non mi sto sbagliando, Nico é ancora un membro dell'equipaggio dell'Argo ll»

Hazel raggiunse la sala degli stalker, come la chiamava lei, dove si rintracciavano chiamate, si identificavano i soggetti, si controllavano le telecamere e un sacco di altra roba da stalker.

«La Rue!» chiamò e una ragazza robusta seduta alla sua postazione, palesemente annoiata. «Cerca di localizzare il Cubo. Adesso» ordinò con Jason ancora in chiamata. Clarisse cominciò a premere i tasti alla velocità della luce mentre sullo schermo si aprivano diverse finestre.

«Anche la cimice é accesa» le comunicò stupita Clarisse La Rue. «Si trova nell'edificio accanto all'Olympus. Ma non avevate disattivato tutto?» chiese.

Hazel fece un sorriso a trentadue denti e annuì «L'avevamo disattivato».
«Allora?» chiese Jason ansioso. La ragazza aveva le lacrime agli occhi per la gioia mentre diceva quella frase «Nico é dalla nostra parte».
Il più bel regalo di compleanno che avesse mai ricevuto!

Jason fece letteralmente i salti di gioia e abbracciò con forza Percy. «É dalla nostra parte! Abbiamo un infiltrato, Percy! Te ne rendi conto?».
Il moro non poteva realmente capire la gioia di Jason, ma vederlo così felice gli scaldò il cuore.
Leo si stava pentendo di tutto, Nico era dalla loro parte, il Cubo aveva la cimice accesa. Buone notizie su buone notizie.

Non avrebbe mai avuto il coraggio di dirgli che Piper, la sua fidanzata, non si pentiva di niente. Ma non doveva farlo per forza, no? E non l'avrebbe fatto. Giurò a se stesso di tenere la bocca chiusa su quella parte della storia.

«Può andare meglio di così?» gli chiese il biondo, ancora sorridente, mentre attaccava la chiamata con Hazle. Percy notò una piccola cicatrice sul labbro che non aveva mai visto, ma la lasciò perdere e sorrise anche lui. «Forse si».
Gli raccontò il resto della conversazione tra Leo e Piper, spiegandogli del Testimone. «Qualcuno che conosce tutti i loro agenti?» se possibile, Jason era ancora più felice.
«Si. Dobbiamo solo trovarlo. É un agente, ma questa é l'unica informazione che ho. Non so che tipo di agente, ne se é maschio o femmina, ne se é vecchio o giovane. So solo che in questo college c'è un agente della CIA che potrebbe aiutarci a smascherare i traditori nella nostra Agenzia».
Percy sorrise soddisfatto: aveva fatto una rima perfetta.

Certo: poteva andare tutto completamente storto, potevano succedere cose terribili. Restavano comunque due agenti segreti che vivevano nella casa affianco al loro nemico.

In quel momento decisero di non pensarci: uscirono da quella stanza e corsero alle lezioni dei loro amici. Alla fine era passata un'ora, la giornata scolastica era quasi finita.
Percy raccontò la bugia che aveva detto ai loro colleghi e perfino uno come Jason dovette ridere sonoramente.

«Allora ragazzi» Will li raggiunse fuori dalla sua aula di fisica appena finita l'ultima lezione. «Ora esigo una vera spiegazione».
«Niente, niente» parlò Jason. «Va tutto bene, ora ho solo fame».
«Ti gira la testa? Ti fa male?» il biondo scosse la testa. Will assottigliò gli occhi, poi sospirò «Siete strani».

Si diressero tutti e tre a mensa, subito raggiunti da Frank. Anche lui chiese a Jason come si sentisse ma ottenne le stesse risposte che aveva dato a Will. Decisero di dimenticare tutto, capendo che quei due non gli avrebbero mai detto la verità.
Si diedero appuntamento per quella sera fuori dalla pizzeria di Peppe perché per il resto della giornata sarebbero stato impegnati a dare una mano con i preparativi del ballo di quel sabato.

Percy tornò nella sua stanza e posò le cose che Frank gli aveva dato, così che lui potesse rimanere a mensa per organizzarsi con i ragazzi incaricati di preparare il ballo. Will aveva ordinato a Jason di riposare quindi venti minuti di discussione dopo, l'agente segreto biondo si era ritrovato nella stanza di Percy.

Il moro aveva collegato il suo computer alla cimice e al localizzatore del Cubo così poté sentire tutto. E quello che sentì non gli piacque granché. Quando arrivò Jason, glielo spiegò.
«Allora é proprio una fissa dei mafiosi» disse Jason con una smorfia. Un ballo per incontrare degli importanti compratori, esattamente come succede in tutti i film di spionaggio.

Un cliché, insomma.

«Si terrà il 21, quindi tecnicamente potremmo anche andarci. Potremmo parlare con Nico e fare delle scoperte» gli disse Percy. «E poi, un certo Ottaviano ha detto che é l'unico giorno in cui Giove sarà qui».
«Ottaviano» borbottò Jason «un idiota biondo ossigenato con la fissa di squartare i peluches». Si concentrò sull'idea di Percy, ma scosse la testa «Conoscono le nostre facce. E dubito che sia aperto a tutti. Siamo troppo pochi per organizzare un qualunque modo per entrare lì dentro».

Il ragazzo dagli occhi verdi annuì «É vero, però dobbiamo pur fare qualcosa. Nico ha voluto che lo sentissimo».
Il biondo annuí mordendosi il labbro «Potremmo chiamare una squadra e infiltrarci» propose. Percy si passò una mano tra i capelli, come faceva sempre quando era nervoso. «Prendiamoci un po' di tempo per pensarci» Jason annuí.

«Credo proprio che farò una visitina al mio migliore amico» disse prima di avviarsi verso la porta.
«Il tuo migliore amico? Hai intenzione di andare da Nico e presentarti nella base di Giove a caso?» era una cosa così stupida che Jason non poteva veramente essere serio.

Il biondo lo guardò «Percy, sto andando in bagno». Poi scoppiò a ridere per la faccia che stava facendo il moro.

Ridere. Era cambiato radicalmente da quella mattina. Era così facile guarire dai traumi?

Mentre si lavava le mani, la porta di aprì all'improvviso rivelando una ragazza. Una ragazza nel bagno dei ragazzi.

«Annie, che succede?» chiese preoccupato.
La ragazza bionda aveva le lacrime agli occhi mentre sussurrava con voce strozzata: «Un altro dei sette é andato da Giove...»

Demigods Passion Spies {HoO AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora