Capitolo 8

90 8 102
                                    

«Siamo incasinati» Jason si rigirò il cubetto di metallo tra le dita. Era steso sul letto di Percy, la porta della sua stanza era chiusa a chiave e i due civili erano fuori a cazzeggiare.
«Dove lo mettiamo? Non possiamo tenerlo nelle nostre stanze» il biondo fu daccordo con Percy.
«É troppo pericoloso tenerlo troppo vicino a te» gli disse «Lo nasconderò io, così sarai più o meno al sicuro»
«Jason ci sono anche io in questo casino»
«Senti: sei un pivellino, hai fatto tre missioni in tutto, hai finito l'accademia tre mesi fa. Io sono un agente da tutta la vita, sono più capace di difendermi e più pericoloso per i nostri nemici. I cassetti della scrivania dell'aula di greco sono molto doppi, sospetto di un doppiofondo e se ho ragione lo nasconderemo lì. Così lo potrò tenere sotto controllo e se mai dovesse succedere qualcosa tu dovresti stare bene».
Stava mettendo in pericolo la sua vita per lui? Carino da parte sua ma... Non poteva. Non poteva permetterlo.

«Jason sarai anche grande e grosso, ma rischi lo stesso. Mi é stata affidata questa missione, Grover si é fidato di entrambi quindi che ti costa trattarmi come se fosse un agente? Rischiamo insieme!»
Il biondo tamburellò le dita sulla gamba prima di sospirare «L'aula di storia é vicino a quella di biologia marina. Lo nasconderò lì e tu sarai abbastanza vicino per poter intervenire» Percy annuí.

Jason andò a nascondere l'oggetto, lasciando Percy solo con i suoi pensieri. La base non era più un posto sicuro, poteva fidarsi solo di un gruppo molto ristretto di persone. Dovevano limitare le chiamate, nascondere i dettagli più importanti, essere vaghi nei rapporti. Jason era stato daccordo con lui e questo lo rendeva orgoglioso di essere utile.

Si passò una mano sul viso. Ma a cosa stava pensando quando aveva accettato di entrare all'Accademia del Camp Half-Blood? Prima era un semplice studente universitario che aveva aiutato un uomo ferito in una sparatoria. Non poteva mica sapere che quell'uomo era un agente segreto!
“Sei stato coraggioso ragazzo” gli aveva detto la partner dell'uomo ferito “Ti va di rendere servizio al tuo paese?”. In un primo momento non ci aveva creduto e aveva riso, ma alla vista del viso serio della donna aveva capito che non scherzava.
Gli era stata data una settimana per pensarci, ma lui nooo! Doveva scegliere subito!

Ma non lo rimpiangeva.

Sorrise ricordando la sua vecchia vita e il sorriso di sua madre quando le diede la notizia.

Un rumore lo riscosse. «Ti va di fare un giro?» gli chiese Frank affacciandosi dalla porta. «Ci puoi giurare!» Percy prese la giacca e uscirono nel cortile.
Era tardo pomeriggio, l'aria era piacevolmente fredda e tirava un leggero venticello. «Da quanto tempo conosci Jason?» Percy scrollò le spalle «Poco. L'ho conosciuto un paio di settimane prima di venire qui. Tu e Will invece?»
«Da sempre. Sono nato a New York e fino a tredici anni ero il suo migliore e unico amico. Aveva problemi a socializzare, preferiva stare in camera e studiare medicina. Io però mi sono trasferito a Vancouver e ci siamo completamente persi. L'ho ritrovato qui, al fantastico college Olympus, l'anno scorso.»

«Gli piaceva così tanto medicina da rinunciare a ogni contatto col mondo?» chiese Percy perplesso.
«No» gli rispose il diretto interessato comparendo dal nulla con le mani nelle tasche della felpa bianca. «Ci sono persone che leggono libri per fuggire dal mondo. Li usano come un rifugio. Io leggevo i libri di anatomia, istologia e medicina in generale. Il mio orfanotrofio era gestito da molti medici che mi regalavano spesso libri del genere»
«Il tuo... Orfanotrofio...» Will annuí «Orfano a tre anni. Il figlio unico di due figli unici é rimasto orfano a tre anni e non si sapeva ancora cosa diavolo fosse successo. Ho studiato per un anno il caso dei miei genitori e grazie allo studio della medicina... Be' ho scoperto prima di tutti come sono morti»
Percy rimase zitto per un po'.

«Avevo dodici anni quando capii cos'era successo» Will abbassò lo sguardo «e meno male che avevo il mio migliore amico accanto».
Frank sorrise. Percy capì che l'uno si sarebbe beccato un proiettile nel petto per l'altro e sorrise anche lui vedendo come il canadese sfregasse il suo pugno sui capelli di Will, tenendolo bloccato col braccio.

«Che mi perdo?» il secondo biondo del gruppetto li raggiunse a passi veloci e diede il cinque a Will. «Scusa per quello che ti ho fatto» disse il dottore rosso in viso, ma Jason lo spintonò amichevolmente.
Lui e Percy si scambiarono uno sguardo d'intesa che fece capire al secondo che il cubo era nascosto.
Uscirono dal cortile del college e raggiunsero la città girando per i negozi, le piazzette e facendo un po' di casino.

Nonostante il loro lavoro fosse da adulti... Be' i più grandi di loro avevano ventisette anni! Vissero una serata da ragazzi normali. Serata che non avevano mai potuto vivere, nessuno di loro.
Ognuno era insegnante per un motivo.

Will era lì semplicemente per sopravvivenza. Aveva bisogno di quel posto per il cibo, per avere un posto dove stare. Insomma per vivere.
Frank perché... Be' con una laurea in lingue e in geografia non é che che si possa fare tanto altro.
Percy per aiutare Jason a tornare come un tempo.
E Jason... Jason era tra quelli che conosceva meglio Giove. Avevano bisogno di lui.

Ma per una volta quei pensieri non c'erano. Per una volta erano quattro semplici giovani adulti che se la spassavano.

E andarono avanti così, in tutta tranquillità. Finché non arrivò dicembre. E là iniziarono i casini veri e propri.

Demigods Passion Spies {HoO AU}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora