This is my girl

487 7 0
                                    

Aprii gli occhi.
-ti amo anch'io-disse.
Nicola corse ad abbracciarlo e Francesco ricambiò, i suoi amici sì avvicinarono e io stetti immobile.
Arrivarono i medici a fargli una visita. Andava tutto bene, lo avrebbero tenuto in osservazione un altro paio di giorni e poi lo avrebbero lasciato tornare a casa se tutto fosse andato bene.
Nicola era andato con Matteo e Davide al bar così restammo soli io e Francesco.
-La mamma di Nicola lo sta abbandonando, ti aveva scritto e il tuo cellulare lo avevano i ragazzi per scrivere ai tuoi.-dissi.
-Ah,okay, sarà molto più difficile ora. Grazie per esserti presa cura di lui-mi disse.
-Ma tranquillo, ne sono stata contenta almeno pensavo ad altro, se serve te lo tengo volentieri anche per i prossimi giorni-dissi.
-Sarebbe perfetto,grazie. Hai mangiato?-chiese.
-Qualcosina ma ora preoccupiamoci di te. Mi dispiace aver tenuto Nicola a casa da scuola oggi ma era abbastanza scosso.-dissi.
-Hai fatto bene, in fondo dovrai prendere queste decisioni anche in futuro-disse ma non ci feci troppo caso.
-Non saprei cosa avrei fatto se tu non ti fossi risvegliato...-dissi piangendo.
-Mi dispiace, andrà tutto meglio, sono qui ora-disse.
-perché?-chiesi.
-Cosa?-chiese.
-perché hai scelto me, tra tutte le persone al quale potevi dare il tuo cuore perché proprio io-chiesi.
-Non lo so, forse perché sei strepitosa e mi hai fottuto il cuore-disse. Sorrisi.
-Ti amo-dissi. Adesso sorrise lui.
-Anch'io-disse.
-parlando di cose serie, domani ho intenzione di tornare a scuola visto che stai meglio e credo di far tornare anche Nicola se a te va bene.-dissi.
-Si,va bene. Dovrò firmare la giustificazione immagino e poi io in realtà ti avevo già segnalata come persona che poteva andare a prendere Nicola a scuola quindi non dovrei rifarlo.-disse.
-Perfetto-dissi.
-per la situazione casa tua: in dispensa c'è ancora tanto cibo, fai sempre le scorte?e poi è abbastanza pulita e in ordine quindi non devo farci niente, per fattore tuoi invece io direi che dovresti chiamarli-dissi.
-lo credo anch'io, grazie per essere così gentile e disponibile-disse.
-Sai com'è ho un'anello di fidanzamento al dito quindi credo sia il minimo-dissi.

Passarono alcuni giorni dove ci davamo il cambio a tenere Nicola tra me,Francesco in ospedale,i suoi amici e i suoi genitori. Andavo a scuola è ignoravo i discorsi dei miei compagni su cosa fosse successo a Francesco.
Arrivò il giorno in cui potette tornare a casa e anche a lavoro. Eravamo tornati alla normalità soltanto con qualche preoccupazione extra.
Quella mattina a scuola durante l'ora di Francesco venne provocato da Laura dopo aver spiegato il motivo della sua assenza.
-Professore dica la verità, la ha aiutata una ragazza magari-disse.
-per prima cosa questa domanda è indiscreta, seconda cosa si, ma non sono affari vostri-disse Francesco.
-Non sono mai affari nostri come quando Alessia non mangiava e ci siamo dovuti subire un corso in più sulla prevenzione dei disturbi alimentari,soltanto perché voleva entrare meglio in quei stupidi jeans-disse Laura bisbigliando ma non troppo e si mise a ridere con le sue amiche.
Francesco era decisamente arrabbiato,mi guardava,io ero troppo calma.
-Bhe Laura meglio cercare di entrare in un paio di jeans che almeno sono i miei rispetto a quelli di metà dei ragazzi della scuola-dissi. A sto punto le mie amiche mi batterono il cinque e Laura stette zitta.
-Tesoro almeno questo vuol dire che sono amata da molti,dubito che te lo abbiano mai detto a te-disse.
-Mi fai quasi pena, io a differenza tua sono amata da gente che non me lo dice solo quando sono senza vestiti addosso-dissi.
-Chissà chi è il poverino che ti deve subire, meglio single a vita che con te-disse.
-Volevi dire meglio single a vita che con una che ha una relazione massimo di tre minuti-ribattei. Si intromise subito Francesco. Apprezzai molto che mi dette l'ultima parola.
- Signorina Laura, credo sia meglio che esca dalla classe per farsi un giretto in presidenza-disse.
-Io non ho fatto niente, la colpa è sua-disse Laura indicandomi.
-Io non sto dicendo che la signorina Alessia sia santa ma sto dicendo che lei ha puntato su un disturbo alimentare per ferire qualcuno, è una cosa spregevole e da bulli, quindi ora se non le dispiace esca-disse e Laura si alzò. Quando uscì si rivolse a me.
-Riguardo a lei signorina Alessia, dare della ragazza facile a una compagna seppur avendo buone intenzioni non è corretto quindi si regoli-disse a me. Doveva dirlo così, non potevamo farci scoprire. Alzai gli occhi al cielo. Un po' in realtà mi scocciava questa sua risposta, lo so che è stato gentilissimo e qualcun altro avrebbe detto di peggio ma comunque mi lasciava un che lì.
Finì la lezione e quasi tutta la classe venne a farmi i complimenti per le mie risposte. Dentro di me sapevo che così alimentavo sempre di più la voglia di investigare di Laura ma non mi importava, l'avevo spenta e ne ero molto contenta. Questa notizia fece un po' il giro della scuola, molte persone mi incontravano e mi davano della grande. Io e Laura siamo le due regine della nostra scuola se si può dire così, lei la cattiva io quella che all'apparenza è la buona ma la verità e che se voglio posso essere molto peggio di lei.
Finita la giornata scolastica mi ritrovai ad aspettare Francesco vicino alla sua macchina.
Entrammo in macchina.
-ehi-disse dandomi un bacio.
-ehi-dissi.
-sei stata stra forte prima-disse.
-grazie-dissi.
-ne sta parlando tutta la scuola, nella altre mie classi almeno tre persone per classe mi hanno chiesto se fosse stato vero-disse.
-lo so, la tua giornata tutto bene? Come ti senti?-chiesi.
-sto bene e il mio rientro è stato splendido, la giornata è andata bene-disse.
-Mi fa piacere, che fai oggi pomeriggio?-chiesi.
-Preparerò una verifica e correggerò dei compiti, poi ho un consiglio di classe ,tu?-disse.
-studio, poi ho allenamento-dissi.
-Stai da me vero?-chiese.
- Si se ti va bene-dissi. Ormai stavo quasi più tempo a casa sua che a casa mia, ci piaceva così, se avevamo bisogno dell'altro ci trovavamo facilmente e ci tenevamo d'occhio entrambi.
-si,ovvio,Sta sera devo parlarti...-disse.
-Non puoi dirmelo subito?-chiesi.
-è un discorso molto serio e importante, farlo in macchina non mi sembra il caso.-disse.
-Ok, ma così mi fai venire l'ansia quindi parla ora.-dissi.
-qualche mese fa, prima di conoscerti, mi ero proposto per diventare un genitore affidatario, dopo tutte le cose burocratiche ora mi vorrebbero affidare una bambina-disse.
-ah, grazie di avermi avvisato ma cosa vuoi di preciso sapere?-chiesi.
-Per farlo dovrei avere una situazione stabile e visto che hai un anello al dito devono conoscerti prima di darmi la bambina-disse.
-Va bene,volentieri, è sempre bello aiutare dei bambini in difficoltà-dissi.
Passo il pomeriggio e la sera, non stemmo tanto insieme e per questo non ne parlammo più.
Il giorno dopo stavamo andando a scuola quando Francesco inizio a fare una conversazione strana.
-oggi alla terza ora vieni con me e Riccardo-disse.
-perché?-chiesi.
-perché avete un'assemblea su l'architettura antica e così mentre noi correggiamo i compiti tu studi-dissi.
-okay-dissi.
Alla terza ora andai con loro in biblioteca, la biblioteca della scuola era piccola ma strepitosa. Arrivai lì e Francesco mi porse un caffè. Studiai e poi tornai in classe. Avevamo l'ora con Riccardo,il prof di fisica. Mentre compilava il registro Laura inizio a parlarmi.
-Alessia,mi dispiace tanto per quello che ti ho detto ieri,prima ci hanno fatto ragionare e ci hanno detto che i casi che si odiano particolarmente finiscono per "farsi del male"-disse con quel tono di finto dispiacimento.
-Sei molto gentile,ma dove ve lo hanno detto di preciso?-chiesi.
-all'assemblea, quella a cui tu non eri presente,tu lo hai fatto vero?-chiese.
-si,quanto tutti quelli che ti guardano in faccia per la prima volta-dissi.
Stette zitta, andai in bagno e chiamai una mia amica per chiedere se riusciva a venirmi a prendere per fare weekend fuori, ero arrabbiata con Francesco per avermi mentito e con Laura.
La mia amica mi ha detto che era su in montagna e però suo fratello anche lui mio amico visto che doveva venire su sarebbe potuto passarmi a prendere. Chiamai lui e ci accordammo.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora