The day

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Entrai in casa,misi giu le cose e mi preparai per uscire con le mie amiche. Era tardi ma non ci importava,domani non avevamo nulla di troppo serio e poi domani era il mio compleanno. Mi dispiaceva che i miei non ci fossero ma almeno con le miei amiche potevamo fare festa sta sera.
Mi misi un tubino nero, mi rifeci un trucco  e poi andai a prendere i tacchi. Sarebbe stata una serata tranquilla tra ragazze ma dovevo fare qualche foto. Verso -20 a mezzanotte arrivarono le mie amiche con un po' di alcol, sapevano benissimo che in casa mia non ce ne era e quindi ci pensarono loro.
Bevemmo fino alla mezzanotte dove mi fecero gli auguri.
Dopo misi una storia di Instagram con la foto fatta prima e la scritta "+1". Non volevo essere troppo chiara ma chi voleva intendere che intenda.

Qualche ora dopo mi sveglio la sveglia, avevo la testa che mi scoppiava e mi resi conto che mi ero addormentata sul divano e Sara e Valeria sul pavimento. Non ricordavo molto della serata prima ma deve essere stata molto bella. Svegliai anche le altre, Sara era quella messa meglio perché aveva bevuto di meno e Valeria poteva fare a gara con me.
Ci preparammo un po' fuse e andammo a scuola. La giornata che ci aspettava era soft per cui le nostre condizioni non ci preoccuparono molto. Avevamo quasi smaltito tutto l'alcol e stavamo meglio. Andando verso scuola risposi ai messaggi di auguri e ringraziai per le storie di Instagram.
-Sara visto che sei quella messa meglio ci ricordi l'orario di oggi?-chiesi.
-matematica,motoria 2 ore, un ora di supplenza con il prof di fisica,informatica- disse.
-uu no, non voglio vedere quello di matematica-dissi comportandomi da bambina.
-perché?-chiesero curiose le mie amiche.
-perché è troppo bravo con me-dissi.
-no aspe che?-chiese Valeria.
-no niente sarà l'alcol-dissi.

Entrammo in classe un filo in ritardo, Francesco era già lì, andai al mio bando e buttai lo zaino a caso. Sara e Valeria almeno furono più composte. Mi sedetti.
-Alessia levati gli occhiali da sole-disse Sara che mi stava seduta accanto.
Io feci per levarli ma venni accecata. Dopo qualche secondo di pausa mi decisi a toglierli.
Circa a metà lezione feci l'errore di guardare Valeria che dall'altra parte della classe stava per addormentarsi. Mi guardò anche lei e iniziai a ridere, subito la gente mi guardò ma poi smisero perché stavo smettendo, riguardai Valeria e ricominciai.
-Alessia va tutto bene?-chiese Francesco.
-si,benissimo,scusi-dissi cercando di essere seria e ritornando a ridere. Mi tirò un'occhiata quasi volesse fulminarmi. Avevo mal di testa.
Mi calmai. Fini l'ora, le due ore di motoria passarono normalmente.
Iniziò l'ora di supplenza, stavo per tirare fuori il cellulare ma entrò Francesco. Rimasi un attimo stranita.
-Alessia vai fuori con il professore Marcato per favore-disse il professore di fisica.
-perché?non ho fatto nulla di sbagliato-dissi.
-perché devi compilare una carta tipo,non ho capito neanch'io ma tu vai-disse.
Io usci.
-cosa vuoi?-dissi.
-devi venire con me per una cosa.Tanti auguri comunque-disse.
-grazie, dove andiamo?-chiesi seguendolo fino a una porta vicino alla segreteria e alla presidenza.
Aprii la porta e mi resi conto che mi aveva portato dallo psicologo della scuola. Lì una donna vestita a tiro ci invitò ad entrare.
-tu dovresti essere Alessia-disse.
-si,buongiorno-dissi.
-Ciao Laura,grazie di aver trovato il tempo per vederla-disse Francesco.
-ma figurati,questo e altro per un caro amico- disse.
-Alessia siediti-disse Laura indicandomi il divanetto.
-Francesco tu vuoi restare?-chiese Laura.
-Alessia vuoi che io resti?-mi chiese Francesco.
-si,mi hai messo tu in questo casino,tanto vale che te lo subisca anche tu-dissi con una smorfia da stronza molto accentuata.
-mi ha messo in questa situazione soltanto perché è un amico di famiglia-dissi a Laura.
-va bene,siediti-mi disse indicando ancora con più insistenza il divanetto. Mi andai a sedere e Francesco si mise in piedi in un angolo.
-Di cosa vuoi parlare?-mi chiese.
-Beh io di niente-continuavo a parlare con questo senso di sfida da stronza che mi si addiceva ma non quando stavo cercando di tornarmene abbastanza sobria.
-Hai qualche problema troppo grande da gestire da sola?-chiese.
-no-dissi.
-però Francesco così non posso farci niente-disse quasi seccata verso Francesco.
-guardala, è ubriaca e mangia una mela al giorno-disse Francesco.
-Perché sei ubriaca?-chiese.
-perché è il mio compleanno e volevo divertirmi con le mia amiche visto che ieri sera una persona mi stava per rovinare la serata-era palesemente una frecciatina a Francesco ma lui quasi se ne scanso.
-Parlami più approfonditamente di quello che è successo-disse.
-ieri sera dopo il saggio di pattinaggio mi ha riportato a casa questo ragazzo che mi piace da anni e a quanto pare piaccio anch'io a lui ma si fa troppe pare sulla differenza di età e su cosa ne potrebbe pensare la gente. Poi abbiamo iniziato a litigare-dissi.
-Perché stavate litigando?-chiese.
-perché è un cog... -mi bloccai-perché era lì per la mia salute.-conclusi.
-Stai male?-chiese.
-no-dissi.
-centra qualcosa quello che ha detto prima Francesco?-chiese.
-no,io sono sobria e mangio-dissi.
Lei si girò verso Francesco.
-non è vero,oggi in classe ha iniziato a ridere a caso  e poi me lo ha detto lei che mangia solo una mela al giorno-disse, era preoccupato,credo gli stesse per venire da piangere,questo mi distrusse,non volevo farlo soffrire.
-parliamo della tua alimentazione-disse.
-no-dissi abbassando la testa.
-perché no?-chiese.
-perché è la mia vita e posso farcene quel che voglio-dissi.
-no se ti fai male-disse.
-quanto hai perso?-chiese.
-5 kg-dissi orgogliosa di me.
-guarda che non sono pochi-disse.
-a me sta bene così, mi lasci tornare in classe per cortesia-dissi.
-Non posso trattenerti,ma tu starai seduta ancore lì perché hai bisogno di aiuto-disse.
-No-dissi.
-perché non vuoi essere aiutata?- chiese.
-non ne sento il bisogno,sto bene,riesco a fare gli allenamenti e sto praticamente bene con me stessa-dissi.
-Praticamente non vuol dire che tu stia bene con te stessa-disse.
-basta,mi state stancando, io ora me ne vado-dissi alzandomi.
-fai come vuoi ma ricordati che quando vorrai dell'aiuto io sono qua.-disse Laura.
Non volevo più starla a sentire e me ne andai,Francesco non mi segui. Tornai in classe.
Mi andai a sedere al mio posto. Conclusi l'ora guardando il cellulare. Suonò la campanella e andammo nell'aula di informatica. Quell'ora sembrò infinita,non stavo molto bene ma per fortuna alla fine suonò la campanella e con Sara e Valeria andammo verso la stazione dei bus. Tornammo a casa mia e studiammo. La sera saremmo riuscite.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora