After

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Senti qualcuno chiamarmi e cercai di ricompormi ma non sistemai molto la situazione. Non mi interessava chiunque fosse ma dovetti uscire comunque se mi avessero chiesto qualcosa avrei usato la scusa di un crampo o di una storta. Mi stupì vedendo che di fronte avevo Francesco. Quasi mi tornò il sorriso ma un capogiro mi blocco.
-ehi?-mi chiese lui.
-ciao,cosa ci fai qua?-chiesi quasi arrabbiata.
-sono venuto a vederti al saggio-disse.
-perché avresti dovuto?-chiesi.
-perché ci tengo a te e hai detto che saresti stata sola- disse lasciandomi senza parole.
-perché hai pianto e sei corsa via?-chiese.
-Per una storta-mentii.
-non ci credo-disse.
-è vero-dissi.
- allora fammi vedere la caviglia-disse.
-ma no-dissi.
-vedi,mi stai mentendo, dimmi la verità.-disse.
-va bene era perché non mi sento bene-dissi.
-cosa ti senti?-disse,il suo era un tono forte e deciso.
-ti spiace se ne parliamo dopo o un'altra volta?Sono stanca, e non vedo l'ora di sistemare le mie robe e andarmene-dissi.
-ok, chi ti porta a casa?- chiese.
-bho,una delle ragazze-dissi.
-Se vuoi ti riaccompagno io-disse.
-serio?-chiesi.
-si,comunque dovrei tornare a casa,fare una tappa in più non mi cambia nulla e poi credo che le tue compagne ce ne abbiano ancora per molto,prima le avevo viste correre per la pista a caso-disse.
-allora grazie,mi devo solo togliere i pattini, sistemare la mia roba e ci sono-dissi.
-ti aspetto su-disse.
Mi tolsi i pattini e inserì con cautela i vestiti del saggio in una borsa, rindossai la divisa e mi misi la giacca,presi tutto e rifeci le scale,mi girava tutta la testa e credo Francesco se ne sia accorto visto che da in cima mi guardava preoccupato.
-eccomi-dissi.
-prima di andare devi salutare qualcuno?-chiese.
-si,sarebbe meglio almeno una delle allenatrici.-dissi.
-ti accompagno?-chiese,era premuroso e questa cosa mi faceva impazzire.
-si per favore-dissi un po' come scusa.
-ti porto la borsa-disse.
-no tranquillo non serve-dissi.
-sei ridotta uno straccio,te la porto io-disse.
-no-ribattei avviandomi verso il bar dove avevo notato la mia allenatrice Desire.
-ehi,sono venuta a salutarti- le dissi.
-vai già via?così presto?-chiese.
-si,sono stanca-dissi.
-immagino,sei stata bravissima,sono orgogliosa di te-disse, avrei potuto commuovermi ma mi limitai ad un sorriso. D'istinto cercai la mano di Francesco accanto a me.
-grazie-dissi.
-Alessia non mi presenti il ragazzo che ti è accanto?-chiese.
-aaa beh lui è il mio professore di matematica-dissi e le vidi la bevanda che aveva appena bevuto andarle di traverso.
-come professore?-disse senza pensarci troppo.
Mi girai verso Francesco.
-glielo dico intanto già sa una parte della storia-gli dissi e lui annui.
-è Francesco quello che mi piace...va, è diventato il mio professore e visto che non avevo nessuno che venisse sta sera ha deciso di venire-dissi tutto d'un fiato.
Desire iniziò a ridere-che gesto carino,sei felice?-chiese.
Io annui e sorrisi.
- perfetto, io sono Desire piacere-disse porgendo una mano a Francesco.
-Francesco,piacere mio-disse allontanando la sua mano che fino a quel momento lì era stata la mia ancora di salvezza visto che sfiorava le mia dita,risenti quel vuoto ma lo lasciai perdere appena rimise la mano dove prima.
-ciao e grazie-dissi andandomene. Francesco mi segui salutando Desire.
Appena fuori dalla palestra Francesco mi fece strada verso la sua macchina era grande e bianca.
Mi aprì il bagagliaio per posare le due borse e poi anche la portiera.
Salì anche lui.
-cosa ti senti?-chiese,mi ero dimenticata che gli avevo detto che gliene avrei riparlato dopo.
-voglio essere sincera, mi ero dimenticata e speravo che non me lo richiedesti infatti non ho pensato ad una scusa credibile-dissi.
-potresti dirmi la verità e non mi offendo per tutte le bugie che mi hai detto-disse.
-vediamo se ci arrivi da solo-dissi.
-ci proverò.Che altri programmi hai per la serata?-chiese.
-mi devo cambiare e fare una doccia e poi uscirò a fare festa con le mie amiche fino a tardi-dissi.
-Ma domani c'è scuola e sei distrutta-disse.
-posso o non posso farne quello che voglio della mia vita?-chiesi.
-puoi ma solo se pensi anche a te e non ti trascuri facendo delle scelte sbagliate-disse.
-Sono giuste le mie scelte e poi tu non ne puoi avere voce in capitolo- dissi.
-Vediamo se fai le scelte giuste, Ti porto a mangiare da qualche parte.-disse.
-no-dissi.
-perché-chiese.
-non ho fame-dissi.
-devi mangiare cavolo, pensi che non abbia sentito quello che ti hanno detto le tue amiche sta mattina?-disse.
-io mangio-dissi.
-ah si?bhe dimmi qual è e quando è stato il tuo ultimo pasto? E quello prima?-disse, non volevo parlarne ma dovevo dargli una ragione per non preoccuparsi.
-ho mangiato una mela a pranzo e l'altro è stato ieri,un'altra mela-dissi abbassando il tono di voce quasi vergognandomi, solo dalla sua reazione capì quello che avevo detto.
-no,non va bene,lo capisci?-mi chiese.
-lasciami vivere la mia vita come voglio-dissi.
-Non capisci,non posso stare seduto a vederti autodistruggerti.-disse con le mani nei capelli.
-perché?-chiesi.
-perché mi piaci cavolo, ma tu sei più piccola,io sono il tuo professore e poi tu ti fai questo-disse.
-voglio andare a casa-dissi.
-dopo tutto quello che ti ho detto vuoi semplicemente andare a casa?-chiese.
-si ho bisogno di ragionare e poi di fare le quattro con le mie amiche.-dissi.
Lui partì,dopo una decina di minuti di silenzio arrivammo davanti a casa mia.
Smontai e Francesco mi prese le borse dal bagagliaio.
-grazie di tutto-dissi.
-prego, eri stata splendida al saggio-disse.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora