Io sarò sempre qua

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Avevo finito la sigaretta,stavo per accendermene un altra e Francesco finalmente mi si avvicinò.
Mi abbassò il braccio e mi guardò.
-Ora basta. Alessia, nessuno ti odia stanno solo cercando di capire. Ci tengono a te. Anch'io se per questo però non mi va di vederti così.-disse.
-Non voglio dirglielo, poi mi guarderanno diversamente come fai tu-dissi. Iniziai a piangere quindi mi girai.
-No,non è vero-disse.
-Sono più intelligenti di quello che credo, ci arrivano da soli-dissi.
-era ovvio-disse Emma.
-lo sospettavo da pranzo,ora che ti ho vista in queste condizioni ne sono certa-aggiunse.
-Hai un disturbo alimentare e anche di dipendenza da quel che vedo-disse Gabriele.
Scesi le scale piano piano.
-dove vai ora?-mi chiesero.
-ovunque non ci siano persone che si impietosiscono per me-dissi. Andai avanti. Facevano male ancora le ferite ma meno del senso di disgusto che percepivo.
-Non andare via-disse Elisa.
-Alessia, non scappare cazzo.-disse Gabriele.
-anche se ci provi non ti darà retta, fidati-rispose Francesco.
-non puoi rassegnarti su questo, guardala non capisce nulla del mondo. È una ragazzina- rispose.
-no, io non sono una ragazzina e non si sta rassegnando. Si fa un mazzo ogni giorno per me e per tenermi al sicuro. Voi lo sapete quanto sono testarda a volte- risposi.
-Alessia-
-Se avete dubbi c'è Francesco, vado a fare una passeggiata, tranquilli ritornerò-dissi.
Andai avanti, camminai per una mezz'oretta e poi tornai. Erano tutti lì di nuovo in cerchio,appena mi videro si girarono, che dejavu. Il sole stava tramontando. Mi avvicinai piano piano.
Gabriele corse ad abbracciarmi.
-Alessia,chissà che cosa hai passato. Mi dispiace. Ora andrà tutto bene-disse.
Non mi interessava di lui, andai da Francesco. Mi diede un bacio dolce sulla fronte ma per il resto stette impassibile. Mi uccideva così.
-Scusa-dissi.
-Non è colpa tua-disse.
-no,lo è. Grazie per avermi portato via la mela.-dissi.
-era il minimo-disse.
-sta sera vorrei fare qualcosa di tranquillo, resti con me?-chiesi.
-si dai-disse. Era freddo ma almeno stava con me.
Mi girai verso gli altri.
-non ne voglio parlare,abbiamo il tempo di fare una partita a qualcosa?-chiesi.
-Ovvio,monopoly?-chiese Lorenzo. Dicemmo si in coro e lo andò a prendere.
Mi sedetti sulle gambe di Francesco,iniziai a baciarlo, non mi interessava che ci fossero anche gli altri, volevo solo averlo accanto. Era impassibile.
Giocammo e poi pensammo che dopo quello che era successo oggi era meglio se ognuno cenasse per conto suo.
Io mangiai un'altra mela e anche Francesco. Non mi parlava più di tanto quindi dovetti provocarlo. Mi risedetti sulle sue gambe,rivolta verso di lui e iniziai a baciarlo.
-veramente te lo vuoi perdere per l'orgoglio?-chiesi. Mi allontanò.
-Alessia,non è una questione di orgoglio,ti stai autodistruggendo e io non posso vederti così. Perché non volevi mangiare prima? Perché non volevi essere sincera con i tuoi amici? Perché fumavi?-chiese.
-per la prima domanda ero scossa ancora da ieri, per la seconda, non volevo che mi guardassero diversamente e l'ultima è più complicata-dissi.
-spiegami-disse.
-quando non mangiavo all'inizio per superarlo avevo provato delle sostanze, mi ero disintossicata e ieri sera mi si è riacceso quel pallino, lo ho cambiato in altro-dissi.
Stette zitto, tornai a baciarlo. Questa volta ricambio. Continuammo così per un po' poi decidemmo di andare a fare una passeggiata per la città. Non c'era molta gente in giro ma era bello così. Li feci una specie di gita turistica raccontandogli tutti gli aneddoti,sembrava divertito. Dal posto dove caddi per la prima volta alle giostrine che erano il mio must have da bambina.Tornammo a casa e andammo a dormire.

La mattina dopo salutammo tutti e partimmo.
-come sapevi le kcalorie della mela?-chiesi dolo un paio di minuti dalla partenza.
-Lo avevo cercato per te-disse.
-Serio?-chiesi.
-Si,ero sicuro che non saresti riuscita a mangiare sempre tutto quindi ho guardato quali alimenti avevano meno calorie così che tu li avresti mangiati magari-disse.
-che dolce,grazie-dissi.
-Ti amo-aggiunsi.
-non lo dici da tanto,anch'io ti amo-disse.
Iniziammo a cantare le canzoni a squarciagola,erano quelle che ascoltavo da bambina, è stato alquanto divertente.
-comunque io un minimo sono ancora arrabbiato-dissi.
-ah-dissi.
Ci fu dell'altro silenzio imbarazzante. Arrivammo a casa sua e praticamente vivemmo due vite separate, verso sera andò a prendere Nicola. Appena rientrò venne ad abbracciarmi.
-Alessia,Alessia,mi sono divertito tantissimo con i nonni e la zia-disse.
-bene dai,cosa avete fatto?-chiesi.
-siamo andati a fare una passeggiata per il centro storico di una città qui vicino e poi siamo andati a vedere anche gli aerei in un film bellissimo-disse. Io mi limitai a sorridere, andò a cambiarsi e io finì i miei compiti.

Il giorno dopo ci fu ancora del distacco. Arrivai a scuola e mi ci si paro Laura davanti.
-ho una sfida per te-disse.
-okay-risposi.
-devi provocare il professore di matematica,io farò la stessa cosa con quello di fisica-disse.
-um no,devo proprio?-chiesi.
-si, inizio io poi l'ora dopo tocca a te-disse.
Forse sarebbe stato il momento in cui Francesco mi avrebbero riguardato o parlato.
Laura con il professore di Fisica fu molto provocante quindi io non dovevo essere da meno, era solo il mio futuro marito in fondo. Già non mi parlava,non avrebbe fatto di peggio.
Quando chiese dei volontari per fare un'equazione mi proposi,era un calcolo banale ma dovevo rimanere nella parte.
Alla terza riga iniziai a fingere di non trovarmi più.
-Umm,non saprei più come procedere,potrebbe darmi un aiuto?-chiesi.
-allora devi scomporre e poi moltiplicare-disse.
-Umm non ho capito-dissi guardando prima la lim e poi lui. Si avvicino e prendendo l'altra penna inizio a mostrarmi il procedimento. Li toccai la mano.
-ah ora è più chiaro,grazie-dissi.
-bene,prosegui-disse. Feci per proseguire ma mi cadde la penna (di proposito) e la raccolsi dandogli le spalle in modo molto provocante.Lui si girò per non guardarmi.
-che maldestra-dissi. Fini l'equazione e mentre li passavo accanto per andare al posto, li sussurrai nell'orecchio.
-che cavolo stai facendo?-chiese.
Mi allontanai. Avevo palesemente vinto la sfida.
Laura sembrava seccata e quando finalmente tornai al mio posto mi resi conto che Francesco sorrideva.
Finimmo le lezioni e andai da Francesco che mi stava aspettando in macchina.
-bello il giochetto che hai fatto in classe, se fossi sempre così maldestra credo che litigheremmo molto di meno-disse ridendo. Risi anch'io.
-bhe,una bella idea solo che era una stupida sfida contro Laura-dissi.
- a me non è dispiaciuto troppo-disse.
-immagino-dissi.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora