Anche tu,noo

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Fu breve ma intenso. Non so perché ma la preside mi consegnò un mazzo di fiori e mi strette la mano. Okayy.
Francesco dovette tornare in classe. Mancava una sola ora al fine delle lezioni e io la avrei usata per sistemarmi.
-oh,sta sera c'è la cena con la società-disse Marco.
-mado,vero-disse Desire.
-vabbè ci sta-dissi.
-credo ti arriveranno altri fiori-disse Marco ridendo.
-ovviamente da parte tua immagino-dissi provocandolo.
Poco dopo.Tornai al parcheggio. Dove aspettai Francesco. Andammo a casa.
-sta sera ho la cena della società-dissi.
-ah va bene-disse.
-come stanno i bimbi?-chiesi.
-bene,gli mancavi ma non sono a casa-disse.
-ah,sono dai tuoi?-chiesi.
-sì ma sta sera tornano-disse.
-ah ok,quindi alla cena vado da sola?-chiesi.
-credo di si,mi dispiace. Ti accompagno e ti vengo a prendere però,promesso. Comunque sei stata bravissima-disse dandomi un bacio sulla guancia.
-grazie-risposi.
-cavolo,la mia futura moglie è campionessa regionale,nazionale,continentale e mondiale-disse.
-eh si-dissi ridendo.
Arrivati a casa ci guardammo un film insieme.
Mi accompagno poi alla cena della società. Eravamo in tanti. Mi misero al tavolo con gli allenatori e comunque le persone dai 20 ai 30 anni. Le mia "amiche" erano al tavolo dei bambini. Prima della cena fecero vari discorsi dove mi vennero anche consegnati dei fiori. Dopo  la serata passo normalmente,mentre facevo e ascoltavo discorsi seri,delle bambine continuavano a venire per parlare con le allenatrici, quando queste li dicevano cosa avessi fatto,restavano a bocca aperta.
Dopo aver finito la pizza,ci ero riuscita senza rimpianti. Marco mi guardava e non volevo deluderlo,chiese se qualcuno uscisse a fumare. Io mi alzai. Mi guardarono tutti malissimo. Desire mi fece uno sguardo come per dirmi che dopo ne avremmo riparlato. Non volevo fumare ma solo stare con Marco, non so perché.
Usciti. Si accese una sigaretta.
-ti ho fatta venire ma col cavolo che ora tu fumi-disse.
-e perché no?-chiesi. Odiavo ricevere degli ordini.
-perché ti sfotti la vita-disse.
-allora fermati-dissi.
-la ho già fottuta-disse.
Mi avvicinai a lui e li presi la sigaretta dalla bocca, feci un tiro e la spensi.
-potrei arrabbiarmi ma sei troppo carina per prendermela con te, e poi sei la mia campionessa-disse.
-non direi-dissi.
-cosa? Che sei carina o la mia campionessa? Perché sinceramente ero tanto sincero. Non faccio molti complimenti, goditelo-disse.
-ma che tesoro,proprio un orsacchiotto -dissi sarcasticamente.
-non fare queste battutine che mi fai venire sempre più voglia di...-disse ma si bloccò.
-di?-chiesi.
-di...- disse per poi baciarmi. Ricambiai ma quando mi resi conto mi allontanai.
-no no,mi spiace-dissi rientrando. Lui mi segui.
-cavolo Alessia, è da quel primo doppio flip che non penso ad altre-disse. Tutta la palestra ci guardava.
-tu non capisci-dissi.
-capisco eccome,capisco te-disse.
-no no,ho un ragazzo meraviglioso-dissi.
-ah già il professorino-disse scocciato.
-non chiamarlo così, non è colpa sua se non sai accettare un rifiuto-dissi.
-ma tu non mi stai rifiutando, hai continuato il bacio, ogni volta che ti parlo nell'orecchio sussulti e vedo quando ti guardo che arrossisci-disse.
-io,io... non posso-dissi.
-perché?-chiese.
-perché anche se provassi qualcosa di micro per te nella mia vita c'è Francesco, io lo amo, stiamo costruendoci una vita insieme e a me va bene così-dissi.
-ma ti senti? Hai sedici anni, alla tua età dovresti solo divertirti mica costruire una vita con qualcuno-disse.
-dovrei solo divertirmi? Ma se non mi conosci nemmeno, con Francesco mi diverto da morire, usciamo,andiamo a ballare, a bere con i suoi amici. Poi non dovresti tirare fuori questa roba perché se non ti ricordi male sei tu che mi hai spinto a fare delle gare a livello mondiale, se non fossi stata pronta?-chiesi.
-ma eri pronta,io lo sapevo-disse.
-no,non lo sapevi. Non mi conosci-dissi.
-ti conosco,mi basta guardarti negli occhi e vedere me-disse.
-sei solo un egocentrico che cerca un'altro posto dove specchiarsi-dissi. Wow,mi era uscita tanto bene. Ma era cattiva.
-amor,ch'a nullo amato amar perdona-disse.
-dedicarmi Dante non serve a nulla-dissi.
-mi spiace che tu sia così testarda da battere la testa come un fottutissimo picchio su un cavolo di albero. Il fuoco non si spegnerà su ci butti sopra solo un bicchiere d'acqua-disse.
-allora ci butterò sopra un camion d'acqua-dissi e rientrai.
Chiamai Francesco per venirmi a prendere.
Mi disse che doveva finire una cosa e sarebbe arrivato. Dopo mezz'ora era lì. Salutai tutti o quasi e sali in macchina.
-ehy-dissi dandogli un bacio.
-ciao amore-disse. Che carino quando mi chiamava così.
-è andata bene la serata?-chiese.
-si-dissi.
-Francesco hai sbagliato strada, ma dico io è possibile che tu non sappia dove abiti?-chiesi irritata.
-non ho sbagliato,ho fatto apposta. Ho una sorpresa-disse.
-ah-dissi.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora