Pattini e stelle

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Arrivammo in palestra. Presi le chiavi che tenevo sempre in borsa ed entrammo. Staccai l'allarme e andai nel magazzino. Presi due paia di pattini e tornai da Francesco.
-questi dovrebbero andarti bene,provali-dissi passandogli i pattini.
-cosa stai dicendo?-chiese.
-non hai mai pattinato,no? Si rimedia-dissi.
-ma possiamo stare qua?-chiese.
-si tranquillo.-dissi.
-okay,perché no.-disse. Indossammo i pattini.
Ci alzammo e entrammo in pista.
-benvenuto alla lezione dei primi passi-dissi ridendo.
-che simpatica-disse ridendo con me.
Era stranamente bravo,i passi base li faceva con una facilità e delicatezza.
-devo dirti una cosa-disse.
-mi hai mentito-dissi.
-ti ho mentito,aspetta come lo sai?-chiese.
-guarda come ti muovi sui pattini,hai troppa sicurezza perché sia la prima volta-dissi.
-ho pattinato ma poco,da ragazzino aiutavo mia sorella che faceva coppia e quando il suo compagno non c'era,l'aiutavo io-disse.
-ah ok, cosa facevi?-chiesi.
-sollevamenti-disse.
-wow-dissi.
-ne proviamo uno?-chiesi.
-eh?-chiese.
-proviamoci,io mi fido di te.-dissi
-se vuoi-disse.
-okay,faccio un salto,delle sequenze e arrivo per fare una trottola ad angelo ma tu mi solleverai prima-dissi.
-troppo facile-disse ridendo.
-per scaldarci-dissi.
Iniziai a pattinare dalla parte opposta,feci un axel e andai poi con le sequenze per fare la centratura intorno a lui. Feci per girare in trotta ma lui mi sollevo prima. Mi teneva con due mani fino a quando non si fido a lasciarne solo una,giravo ad angelo. Mi diede la spinta per un salto e a d'istinto fini per fare una capovolta su me stessa per riatterrare gli tra le braccia.
-wow,stra non me lo aspettavo,ci sai fare-dissi
-con questo si ma molto meno a pattinare normalmente-disse
-si rimedia,cosa vuoi imparare?-chiesi.
-nulla,vuoi rifarlo?-chiese un po' gasato ma anche scazzato.
-continuerei tutta la notte-dissi. Controllai l'orologio erano le tre di notte.
-prima mi mostri qualcosa tu?-chiese.
-va bene,metto la musica e parto-dissi.
Misi "leave a light on" di Tom Walker.
Non sapevo cosa avrei fatto ma mi feci trasportare dalla musica.
Pattinavo con il cuore. Salti,trottole e passi.
"If you've lost your way"
Non so perché ma mi commossi. Quella canzone mi faceva male quanto bene. Andai avanti,non avrei smesso a metà.
Arrivai alla fine e mi feci lentamente cadere a terra. Francesco corse da me,aveva anche lui gli occhi lucidi.
-tutto bene Alessia?-chiese preoccupato. Piansi fino a tramutare le mie lacrime in una risata.
-Alessia?-chiese ancora più preoccupato.
-ma cosa cavolo abbiamo fatto?-chiesi.
-eh?-chiese.
-in una notte abbiamo:ballato davanti alla scuola, giocato con i tuoi amici e pattinato-dissi.
Rise anche lui.
-credo di amarti per questo,non so mai cosa finiremo a fare-disse.
-anch'io,vorrei gridare al mondo quanto ti amo-dissi.
-cavolo Alessia,da quando ci siamo iniziati a frequentare ne abbiamo fatti di casini ma io voglio stare solo con te,sposiamoci subito-disse.
-intendi già ora?-dissi sedendomi di fronte a lui in mezzo alla pista.
-si,non cambierà niente per te la scuola o per me il lavoro, sarà solo continuare a fare quello che già facciamo solo con una fede al dito-disse.
-okay,non ne abbiamo mai parlato troppo seriamente, cosa ti piacerebbe come matrimonio?-chiesi.
-una cerimonia grande forse,con tutte le persone a cui tengo/teniamo attorno,tu?-disse.
-anch'io,voglio rispettare tutte quelle stupide tradizioni che poi sono fantastiche-dissi.
-sei bellissima-disse sistemandomi una ciocca dietro ai capelli.
-ahha,ovvio nell'immaginario del matrimonio perfetto-dissi.
-non in quello,intendo nella realtà-disse.
Mi alzai ignorandolo e tornai a pattinare.
-dico sul serio,guardati. Hai un cavolo di vestito da ballo e dei pattini,il trucco un po' sbavato e i capelli perfettamente in disordine-disse.
-cosa?sono così indecente?-chiesi preoccupata.
-no,sto dicendo che in questo casino tu sei perfettamente stupenda per me-disse.
-dai,non scherzare. Torniamo a pattinare, voglio tentare un salto triplo-dissi.
-è fisicamente impossibile con questo tipo di pattini e lo sai-disse.
-tutto è impossibile finché non ci riesci-dissi
-non farlo,ti fai male-disse.
-io faccio quello che voglio,ci proverò fino all'alba se non mi viene poi smetto-dissi.
-un'altra ora,no. Ti fai male cavolo-disse.
Ovviamente lo ignorai e mi preparai a saltare.
Mi resi conto di aver sbagliato la potenza e mi preparai mentalmente a cadere, riuscì a fare due giri, mancava poco,ne feci solo mezzo ancora e caddi. Per fortuna senza che me ne resi conto Francesco si era avvicinato e mi prese in tempo.
-grazie-dissi un'attimo provata.
-ora la smetti di fare cavolate?-chiese.
-no,mancava solo mezzo giro-dissi. Ricorsi da un'altra parte,saltai prima che potesse raggiungermi e caddi male. Buio.
-Alessia-chiamava Francesco.
Non riuscivo a risponderli,ero lì e non potevo parlare,volevo urlare. Dopo poco riuscì a svegliarmi. Mi abbracciò. Piangeva.
-va tutto bene-dissi. Ero stanca. Rimanemmo abbracciati fino all'alba che guardammo dai finestroni della palestra. Francesco pianse tutto il tempo.
-tutto bene?-chiesi.
-no,tu fai sempre così, ti impunti in cose che sai che ti porteranno a ferirti e finisci facendoti male e uccidendomi piano piano,quando non mi ascolti e quando stai male non vedi che mi fai soffrire?-chiese.
-hai ragione,scusa-dissi.
-meglio se andiamo-

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora