Non può essere vero

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-è ovvio che ha la ragazza, è stra figo e poi ho visto il suo sfondo del cellulare e c'era una pattinatrice, peccato che non la sia riuscita a vedere in faccia-disse Laura, non sapevo se prendere queste informazioni come un complimento o preoccuparmi.
-che colore era il vestito che magari posso aiutarti?-disse Angela.
-In pizzo blu scuro-disse Laura.
-Alessia, non è il colore della tua società?-mi chiese Angela.
-Si, ma lo saprei se qualcuna stesse con lui-dissi.
-ora è tutto chiaro, qualche settimana fa avete fatto il saggio giusto?- mi chiese Laura.
-si, perché?-chiesi.
-Clara mi ha detto di conoscerlo e di aver visto una sua storia al vostro saggio-disse.
-ma perché Clara lo conosce?-chiesi da finta tonta, sapevo benissimo che Clara lo conosceva per le mie stesse ragioni ma stetti zitta.
-perché è stato tipo un vostro cuoco al campo scout-disse.
-mamma mia vero, ecco dove lo avevo conosciuto, aveva un che di familiare-mentii.
Suonò la campanella e tornammo in classe. Alla fine delle lezioni andai in macchina di Francesco ad aspettarlo. Salimmo in macchina e partimmo.
-ehy,Come è andata la tua giornata?-chiesi.
-bene dai, oggi a lezione c'era una ragazza proprio carina-disse.
-Cosa scusa?-chiesi in tono lievemente arrabbiato.
-Si, Era davvero bella-disse sorridendo. Mi vide confusa e inizio a ridere, capì che stava parlando di me.
-La tua invece?-chiese.
-Bene dai a parte il fatto che le mie compagne ti trovano figo, che credono che tu abbia una ragazza per il tuo fantastico sfondo con una pattinatrice-dissi.
-è proprio una bella foto-disse.
-Non sapevo avessi una mia foto-dissi.
-Non sai tante cose-disse.
-Ad esempio?-chiesi.
-adoro andare in moto-disse.
-serio?-chiesi.
-si,dopo vado a farmi un giro con i miei amici-disse.
-Mi fa piacere per te,vedi solo di non ammazzarti-dissi.
-si,tranquilla-disse.

Mi portò a casa, ci salutammo e dopo aver pranzato andai a studiare perché poco dopo dovevo andare ad allenamento.
L'allenamento passo abbastanza velocemente e mentre uscivo dalla palestra,accendendo il cellulare notai varie chiamate perse da Francesco.
Lo richiamai subito.
-Ohi tesoro-dissi.
-Non sono Francesco,sono Matteo, Francesco ha avuto un incidente ed è in ospedale.-chiese l'altra persona.
-seriamente?-chiesi tutta preoccupata.
-si-disse.
-Arrivo subito,avete già chiamato i suoi?-chiesi.
-No,non vuole-disse.
-okay,ora arrivo-dissi. L'ospedale era lì vicino,ci andai correndo con la sacca che mi sbilanciava e faceva da peso ma non mi importava.
Andai diretta alla reception e mi dissero stanza e numero. Corsi ancora. Arrivai e lo trovai disteso a letto incosciente, c'erano anche altri due ragazzi seduti su delle sedie, sembravano abbastanza sconvolti.
Appoggiai la sacca da un lato e mi avvicinai al letto. Gli accarezzai la guancia, mi si avvicinò uno dei due ragazzi.
-Sono Matteo, lui è Davide,siamo i sui amici-disse.
-Piacere,Alessia. Che cose gli è successo?-chiesi.
-Stavamo facendo una curva e la ha presa troppo stretta... è in coma ma i dottori credono che si risveglierà presto e senza danni cerebrali-disse.
-okay. Deve essere avvisata la scuola credo, Nicola,la madre tecnicamente è fuori città, i suoi?-dissi, erano pensieri a voce alta più che domande. Tremavo tutta. Non poteva essergli successo questo.
-per la scuola è già stata avvisata, per la sua famiglia non deve sapere niente e per Nicola non so di preciso chi se ne deve occupare,ora tecnicamente è con Chiara-disse Matteo.
-okay, sento lei,senza dirle niente-dissi. La chiamai tenendo la mano a Francesco.
Parlammo e le chiesi se riuscisse a tenere Nicola un'altra sera ma mi disse di no, perché avrebbe dovuto dare un esame l'indomani. Le dissi che lo sarei andata a prendere io che Francesco aveva avuto un contrattempo al lavoro, non sapevo che cosa dire o fare ma quello era il minimo.
-Alessia,ti do un passaggio io, poi torno qua-disse Matteo.
Lo ringraziai, mi portò a prendere Nicola e poi a casa di Francesco, avevo preso le chiavi da Matteo che ne aveva una copia in più poi mi disse di tenere Nicola a casa del padre per non farlo straniare troppo.
Arrivai alla casa di Francesco con Nicola e prima di scendere parlai un'attimo con Matteo.
-A Nicola spiegherò la situazione e cercherò di tenerlo nella normalità per domani almeno, poi verrò su a trovarlo-dissi.
-perfetto,ora si che ho capito cosa ci ha visto in te Francesco,da ubriaca non mi avevi convinta troppo, per i passaggi cercherò di aiutarti io e anche per qualsiasi altra cosa che vi serva-disse. Lo ringraziai e andai alla porta.
Aprii la porta. Entrai e mi sedetti con Nicola sul divano.
-Nicola, credo che tu sia un bambino intelligente e che possa capire le cose, quindi non vogliono mentirti, ti dirò una cosa ma mi devi promettere che non la dirai a nessuno.-dissi.
-Promesso-disse.
-si tratta del tuo papà, oggi ha avuto un brutto incidente e ora è ricoverato in ospedale, visto che la tua mamma è via per lavoro cercherò di stare io con te finché non troviamo una soluzione.-dissi.
-È grave?-chiese.
-È in coma, i dottori dicono che si sveglierà presto e che non dovrebbe riportare traumi particolari,sai cosa vuol dire che è in coma?-chiesi.
-si,che sta facendo una lunga dormita-disse. Aveva ragione o almeno così era giusto per un bambino.
-praticamente si-dissi.
Non sapevo che aggiungere quindi cambiai discorso.
-Hai già cenato vero?-chiesi.
-si-disse.
-Direi che ci andiamo a cambiare e poi potremmo guardare un po' di cartoni-dissi.
-Va bene-disse quasi sorridendo. Era come se in lui la luce da bambino si fosse spenta o almeno affievolita. Andai a mettermi in tenuta da casa, avevo ancora qui dei vestiti e delle cose da natale. Dopo un bel po' che Nicola non scendeva andai a vedere dove fosse.
Lo chiamai e lo trovai nella sua camera a piangere.
-ohi,tutto bene?-chiesi sedendomi sul suo letto accanto a lui.
-ho paura-disse.
-Ma no,guarda che il tuo papà stara bene o almeno lo spero caldamente-dissi.
-Lo dici solo per tranquillizzarmi-disse tra un singhiozzo e l'altro. In effetti aveva ragione.
-in realtà sto cercando di tranquillizzare te quanto me, sai io lo amo tanto il tuo papà e senza di lui probabilmente non vivrei-dissi.
-Davvero?-chiese.
-si, comunque va bene piangere, credo che sia meglio se adesso tu vada a letto-dissi.
-No,ti prego, non voglio state solo-disse.
-Vuoi dormire con me?-chiesi.
Lui annuì.
-Andiamo in camera di tuo papà-dissi. Nicola mi segui e porto con se un libro, probabilmente avrebbe voluto che glielo leggessi io.
-buona notte-gli dissi una volta sistemati.
-leggimi la storia per favore-disse. Era Cappuccetto rosso. Iniziai a leggere e verso metà già stava dormendo quindi scrissi a Matteo.
Tu:"Non credo sia il caso di mandarlo a scuola domani"
Matteo:"Hai ragione,era tanto scosso?"
Tu:"si,ha pianto molto"
Matteo:"lo vuoi portare con te qua domani?"
Tu:"forse è meglio così vede che il padre è vivo"
Matteo:"vi passo a prendere per le 9?"
Tu:"sarebbe perfetto grazie""Ci sono miglioramenti?"
Matteo:"No"
Dopo un po' mi addormentai anch'io. La sveglia la avevo per le 7:30, andai a fare le crep per Nicola, alle 8 lo svegliai e dopo che ebbe mangiato ci preparammo.
-Oggi,se non era chiaro,non ti portiamo a scuola,andiamo a trovare il tuo papà-gli dissi. Lui accennò un sorriso.
Arrivò a prenderci Matteo puntuale.
-Buongiorno-disse.
-Giorno-dissi.
Nicola stette zitto.
-Ehy campione,tutto bene?-chiese allora Matteo.
-si, zio Matti-disse Nicola.
Il resto del viaggio passo in silenzio.
Arrivati, ci dirigemmo verso la camera di Francesco. Nicola davanti alla camera quasi indietreggiò.
-Ciao-dissi a Davide. Che ricambiò il saluto con un cenno della testa.
-Nicola,vai pure a salutare il tuo papà-dissi.
-Okay,ciao zio Davide-disse.
-Ciao raggio di sole, ti dispiace stare un'attimo qua da solo che dobbiamo parlare? Mettiti pure vicino al tuo papà, sai riesce a sentire quello che gli dici quindi raccontargli cosa hai fatto ieri.-disse e mi si avvicinò.
Io,Davide e Matteo uscimmo dalla stanza.
-Sonia,la madre di Nicola ha scritto a Francesco che se ne andrà perché è una situazione troppo strana e che lascerà a lui Nicola.-disse.
-O mamma mia,come lo sai?-chiesi.
-Ho il suo cellulare, per rispondere ai messaggi dei suoi senza fargli preoccupare-disse.
- Non è una cosa tanto carina e nemmeno da adulti responsabili-dissi.
-Già,se ne va senza salutare il figlio, che madre-disse.
-Io non int...Lasciamo perdere-dissi.
-Nicola non lo deve sapere, è già troppo scosso-dissi.
-Concordo-dissero in coro.
Rientrammo.
-Papà svegliati per favore, so che ti ho fatto arrabbiare molto ma sarò più bravo se ti sveglierai, mi manchi e Alessia ha bisogno di te, anche zio Matteo e zio Davide, sono qui con me e sono tristi-disse Nicola mentre mi andavo a sedere vicino a lui. Scoppio a piangere.
-Papà daii,ti prego, Alessia non è brava a leggere le storie come te, io ho bisogno di te, Alessia ha pianto tanto ieri, mentre dormiva la ho sentita, io invece non ho pianto, neanche ora sto piangendo ma torna da me perché sei un bravo papà in fin dei conti e io ti voglio bene.-disse. Un po' mi si spezzò il cuore, quel bambino che rischiava di perdere tutto era così disperato. Quante cose gli avrei voluto dire a Francesco ma non potevo, erano tutti lì, stavano soffrendo, cosa avevo io in più di loro da perdere, l'amore della mia vita?
Nicola si girò e mi abbracciò,piangeva tanto e non sapevo cosa fare, mi si avvicinò Matteo e cercò di consolarlo un po' anche lui.
-Alessia parlali anche tu-disse Nicola. Non sapevo cosa dire ma dovevo provarci.
-Francesco, devi tornare, fallo per Nicola, è distrutto, ha bisogno di suo padre, ha bisogno di un genitore. Fallo per i tuoi amici, Matteo e Davide si stanno tormentando da ieri. Se vuoi fallo per me, io ti amo e la vita va già a puttane di suo non posso perderti, lo so sarò egoista ma se questo ti riporterà da me allora sarò egoista. Io non vivrei più senza di te, tornerei ad essere solo una ragazzina patetica che non vive.-dissi, mentre parlavo mi avvicinai a prendergli la mano. Avrei potuto continuare ma mi strinse la mano. Iniziai a piangere.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora