Matrimonio?

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Salimmo in macchina dopo aver chiuso e risistemato il palazzetto.
-per la questione matrimonio forse è meglio aspettare dopo Pasqua almeno.-dissi.
-hai ragione,ma dobbiamo farlo almeno che tu non ci stia già ripensando...-disse.
-in effetti, sono giovane,se poi non ci piacessimo più? Se non riuscissi più ad avere un matrimonio come quello dei miei sogni di quando ero bambina? Se poi la nostra vita di coppia diventerebbe monotona?Se la gente crederà che tu mi abbia messa incinta?Se...-dissi ma mi interrompe.
-Non sapevo tu avessi tutti questi dubbi, ma proviamone a parlarne. Se vuoi un bel matrimonio come quello che ti aspettavi da bambina possiamo rimandare, proveremo a non diventare monotoni e cosa c'entra la gravidanza?-chiese.
-se mi sposo così giovane devo essere rimasta incinta.-dissi.
-oppure sei innamorata,sai com'è?-disse.
-no no,decisamente la prima-dissi sarcasticamente.
-ohi, questa ha fatto male,andiamo a casa e godiamoci le vacanze per ora,ne riparleremo dopo le feste.-disse.
Io concordai.
Le feste pasquali passarono di fretta, la cena con i genitori di Francesco andò bene e anche i restanti giorni in casa.
Arrivò il giorno dopo Pasquetta e qualcosa cambiò. Francesco non mi guardava più. Gli chiesi risposte.
-Dobbiamo mollarci, siamo solo un disastro,litighiamo e facciamo cazzate-disse. Mi lasciò a bocca aperta,sentì una fitta al cuore.
-non puoi essere serio,andava tutto bene-dissi.
-no-disse.
-dimmi almeno il perché-chiesi.
-perché tu sei troppo un casino per me,Nicola ha bisogno di stabilità e anch'io-disse.
-ma io...-feci per dire che lo amavo ma mi fermai,con un tono più calmo dissi:-adesso prendo le mie cose e vado via-
Dopo mezz'ora ero già a casa. Passai il resto delle vacanze seduta sul divano a fissare il muro. Piangevo e urlavo. Tornai a non mangiare.
Tornai a scuola. Non sarei riuscita a vederlo quindi decisi di saltare le sue ore. Finì per ritrovarlo in corridoio. Abbassai lo sguardo e andai avanti.
Non mi guardò. Questa scena ricapitò giorno dopo giorno finché non mi parlò.
-ma mangi qualcosa?-chiese.
Stetti zitta e tornai a camminare.
-Alessia,sto parlando con te-ribatte.
-non sono affari tuoi-dissi fredda.
-eccome se lo sono-disse.
-e perché mai? Avevamo uno stupido patto che non hai rispettato quindi non sono affari tuoi-dissi urlando.
-abbassa la voce. Lo sono perché io... ti amo-sussurro.
-ma vai a quel paese. Io in fondo sono solo un casino-conclusi e corsi via.
I giorni passavano e io stavo sempre più male, arrivò il giorno della sagra del paese. Ero lì con degli amici,ci divertivamo finché non ci vidi più. Buio.

Mi svegliai in un ospedale, l'ospedale. Nella stessa camera della volta prima. Avevo accanto qualcuno, ci misi un'attimo a capire che era Giovanni. Stava seduto in una sedia con la testa appoggiata sul letto.Non capivo molto,avevo male dappertutto ma poi lui si sveglio.
-Alessia-disse piangendo vedendo che ero sveglia. Si alzò e chiamò un infermiera.
-ormai dubitavo che ti svegliassi,ero terrorizzato-disse.
-da quanto sei qui?-chiesi.
-dalla settimana scorsa quando sei arrivata tu-disse.
-perché sei rimasto?-chiesi.
-perché non ti avrei lasciata sola se stavi male.-disse.
-grazie-dissi.
L infermiera mi visitò. Diceva che andava meglio del previsto e che se collaboravo sarei andata via già dopo una settimana. Era troppo.
Giovani rimase appoggiato alla parete della camera mentre venivo visitata.
-ho avvertito gli altri e passeranno-disse.
-gli altri?-chiesi.
-si,le persone che erano alla festa,anche se non sembra, tengono tutti a te-disse
-che carini,grazie-dissi. Stetti ad osservare il vuoto. Era ora di cena. Mi portarono il piatto ma non riuscivo a mangiare. Volevo solo Francesco.
-Alessia mangia per favore-disse Giovanni
-solo se arriva Francesco-dissi.
-Sai che non posso chiederglielo-disse.
Stava soffrendo anche lui.
-non sento più niente,vorrei avere solo lui e so che ti fa male questo ma con lui avevo qualcosa di strano-dissi.
-lui lo amavi-disse.
-no,ce si ma credo di amare anche te,ho passato anni a pensare a te ma ora so solo che può salvarmi solo lui-dissi.
Stavo per riperdere i sensi. Senti Giovanni al telefono e poi vidi Francesco.
-Alessia,resta con me. Ti amo e voglio solo averti qui, non ucciderti. Dai cavolo mangia qualcosa.-disse passandomi una fragola. La addentai,forse era un allucinazione ma per scoprirlo avrei dovuto vivere e lottare.
Mi risvegliai dopo poco. Era veramente lì.
Piansi.
-Alessia, hai bisogno di una spiegazione-disse.
-La mia ex aveva preso Nicola, aveva detto che se ti avrei rivista sarebbe andata via con lui per sempre. Sono riuscita a incastrarla con la polizia e ora posso essere qua-continuo.
-Nicola dov'è ?-chiesi.
-in sala d'attesa con Giovanni-disse.
-falli entrare-dissi.
Entrarono.
Giovanni mi venne vicino e gli diede un bacio.
Lui ricambiò.
Volevo farlo da tempo
-Alessia cosa...?-chiese.
-mi sei stato accanto quando ne avevo bisogno, mi hai fatta risvegliare. Ti devo tutto e questo volevo dartelo anni fa ma non credevo mi ricambiavi. Ora mi dispiace ma Francesco è la persona che mi ha tenuta in vita per tutto il tempo, io lo amo-dissi.
-capisco-disse andandosene.
-riusciamo a ricominciare?-chiesi a Francesco.
-si, ma devi riprenderti prima.-disse.
-starai qui?-chiesi.
-giorno e notte-disse.
-Nicola?-chiesi indicando il bambino.
-io voglio stare qui con te-disse.
-tesoro, non so se puoi-dissi accarezzandogli il viso.
-bhe io voglio-disse.

Passarono i giorni e loro stettero lì con me. Era iniziato da poco il processo che permetteva a Francesco la custodia esclusiva su Nicola. Andava tutto bene finché non mi chiesero di testimoniare.

Io ed il professore di matematica Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora